“La scuola merletti di Burano

 

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Burano”, 2008, Rossella Girardini  Venezia)

 

Nell’inverno del 1871-1872 la laguna veneziana gelò e Burano, che già viveva di stenti, riuscì a malapena a superare il momento di crisi.

Un deputato dell’allora parlamento italiano, Paolo Fambri, organizzò una colletta e con la cifra ricavata pensò di ripristinare l’antica arte femminile del merletto. Venne contatta Vincenza Memo, un’anziana artigiana soprannominata “Cencia Scarpariola”, che in due mesi insegnò la tecnica base del merletto ad ago ad Anna Bellorio D’Este, che sarà l’insegnante capostipite della nuova scuola. La moglie del conte Alessandro Marcello, Andriana Zon Marcello e altre dame, chiesero alla principessa d’Italia Margherita, di poter assumere la presidenza onoraria della scuola.

 

 

Regina Margherita di Savoia, Michele Gordigiani

Margherita impreziosì il primo abito di velluto azzurro con un'alta balza di merletto ad ago, ispirato a un esemplare di merletto settecentesco di Argentan, facente parte della sua collezione.
Che quello fosse stato realizzato dalla Scuola dei merletti di Burano, è documentato nell'archivio di documenti e disegni della Scuola, ma anche nella pubblicazione di Pierre Verhaegen.§

 

 

Nel 1891 l’Editore Ongania dedicò alla regina una riproduzione del modellario originale di merletti di Elisabetta Parasole datato 1616.

La restauration de la dentelle à Venise et l'école de Burano, Bruxelles, Goemaere, 1908, p.23( Doretta Davanzo Poli)

Ritratto della regina Margherita all’età di 32 anni, tratto da una fotografia dei Fratelli Vianelli, di Venezia. Nella mano sinistra la regina tiene stretto un fazzolettino di merletto.

La scuola merletti di “Punto in Aria” venne inaugurata ufficialmente, il 14 Marzo 1872 ed era formata da sei allieve, un disegnatore e un piccolo capitale. La contessa Andriana fu parte attiva in questa scuola con la sua capacità di coinvolgere e promuovere le attività. Venne fondata una società anonima con 19 azionisti, tutti amici o parenti della fondatrice: la contessa Andriana Marcello, la principessa Maria Chigi-Giovannelli, Paolo Fambri, il conte Nicola Papadopoli, il conte Luigi Sormani-Moretti, il conte Angelo Papadopoli, E. Costantini, Gilbert Neuville, la contessa Loredani Morosini- Gattemburg, il Conte Luigi Michiel, il conte Alvise da Schio, il conte Leonardo Labia,  Antonio de Reali, Giuseppe d’Este, Alessandro Rossi, il barone Franchetti Rotdshild, il conte Aldo Annoni, Annibale d’Este. Qualche altro azionista si aggiunse via, via con gli anni. La scuola nel 1873, in occasione dell’Esposizione Universale di Vienna, tramite il sindaco di Burano portò in mostra i suoi “pizzi, merlo di sorte a punto in aria e merli ghibur”^.

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Giovani allieve all’uscita della scuola merletti

 

In pochi anni le allieve acquisirono esperienza e capacità e già nel 1878 la scuola partecipò all’Esposizione Universale di Parigi, aggiudicandosi con i suoi lavori una medaglia d’oro per la sezione ”Educazione del fanciullo, insegnamento primario e per adulti ” e una medaglia d’argento per la sezione “Merletti, tulli, ricami e passamani”. Nel 1885 vinse la medaglia d’oro all’esposizione di Anversa. La scuola ogni anno prese parte a vari concorsi mondiali meritando segnalazioni e diplomi d’onore in tutte le più grandi città europee e mondiali. La scuola così venne conosciuta in tutto il mondo e i nobili dell’epoca ricominciarono a desiderare il merletto di Burano.

 

Nel 1908 Pierre Verhaegen, consigliere provinciale per le Fiandre orientali, dedicò al Conte Girolamo Marcello, Presidente del Comitato della Scuola di Burano, un opuscolo che ne descriveva  la storia, con una dedica: ”Queste poche pagine sono dedicate in segno di ammirazione e cordiale simpatia”.

 

 

 

Colli alla Berta realizzati dalla Scuola

 

Riproduzione di una balza a punto Argentan eseguita per il cardinale de Reitz e appartenuta al re d’Italia, la scuola la riprodusse fedelmente.

 

Parte di una bordura ad ago in lino, Punto Argentan, 1900-1920. Scuola Merletti di Burano, Italia, Venezia, 11,7 x 38,4 cm. The Cleveland Museum of Art, The Frances McIntosh Sherwin Collection. Questo frammento di bordura veneziano ad ago a punto Argentan è stato identificato da Luigi Zanini del Museo del Merletto, Venezia, come opera della Scuola Merletti di Burano. Le foto raccolte in un album dalla Scuola mostrano che questo frammento di pizzo, disegnato nel 1890, corrisponde esattamente al modello n. XXIX nell'album. Questo modello di pizzo è stato prodotto tra la fine del 1800 e il primo quarto del 1900. Sebbene ispirato alla rete francese point d'Argentan (champ de bride) e alla rete francese point d'Alençon (champ de réseau), questo frammento italiano differisce dalle sue controparti francesi. In questo esempio, le due reti di fondo imitano ma non copiano le reti di pizzo ad ago francese; invece sono un'imitazione veneziana del riempimento a rete francese point d'Argentan e del riempimento a rete Burano. Siamo in grado di datare il nostro esempio guardando il retro del pizzo sotto ingrandimento. Pezzi molto piccoli di carta verde indicano che il pizzo è del primo quarto del XX secolo, a causa del colore della carta (verde) su cui è stato stampato il disegno del pizzo.

 

 

Merletto della Scuola Merletti di Burano con nastrino e sigillo. Sul nastrino era ricamata con filo giallo la scritta “patronato di sua maestà la regina e sul sigillo era inciso un trifoglio con la scritta S.M.B ( Scuola Merletti di Burano).

 

    

 

Merletti presentati all’Esposizione Universale di Parigi nel 1878 dalla scuola merletti di Burano. A destra, un merletto eseguito prendendo spunto da un vecchio campione appartenuto a Marguerite Guggenheim (Peggy).

 

 

 

Balza copiata da un originale appartenuto a Papa Clemente XIII e in possesso della regina Margherita*

 

Merletti eseguiti dalla Scuola ed esibiti all’Esposizione Universale di Parigi del 1878

 

                           Bordo di un  fazzolettino eseguito a “punto Burano

 

 

 

Rimangono negli archivi della scuola le foto di opere realizzate per la regina Guglielmina d’Olanda, per le gioiellerie più esclusive di New-York e di Cicago, del velo da sposa per Elena di Montenegro e di Edda Mussolini Ciano, di culle e porte-enfants per il principino di casa Savoia, di biancheria da casa per Evita Peron.

 

Nel catalogo di una mostra svoltasi a Roma nel 1887 venne citata la scuola la quale era presente con diversi lavori

 

Servizio per la tavola realizzato Punto Venezia dalla Scuola su disegno antico

 

Striscia da tavolo, Scuola merletti di Burano

 

 

Nel 1874 Michelangelo Jesurum fondò a Venezia una società per la manifattura dei merletti. Vennero aperte scuole di merletto a Pellestrina, Venezia, Chioggia e a Burano divenendo così il concessionario più importante del merletto veneziano.

 

Locandina pubblicitaria delle manifatture Jesurum

 

La scuola era diventata un’impresa capace di reggersi da sola, le merlettaie lavoravano dalle 6/7 ore al giorno, venivano pagate a cottimo e venivano ammesse alla scuola a partire dai 12 anni.

 

Scuola di Merletto di Michelangelo Jesurum

 

Dopo il primo conflitto mondiale, l’industria del merletto entrò in grave crisi e solo grazie ai finanziamenti della fondazione Marcello si vide una piccola ripresa. Ma l’altissimo costo, i cambiamenti della moda e la perdita di clienti importanti, fece in modo che negli anni ‘70 chiudesse definitivamente.

 

Scuola_merletti_Burano

Oggi rimane un importante museo, dove si possono ammirare opere stupende, all’interno si possono vedere anche le merlettaie nell’esecuzione dei loro preziosi manufatti.

 

In questi ultimi tempi ( 2008) però ci sono state delle novità, grazie ad un’iniziativa di Confartigianato Venezia, la produzione del merletto non solo è tornata in città, ma si è pure trasformata, instaurando un’insolita ma innovativa collaborazione con un’altra importante attività artigianale veneziana: l’arte orafa. Oggi come allora, per rilanciare la storica attività del merletto ad ago, è stata organizzata una scuola: la“Scuola bottega del Merletto di Burano”, un corso di 1.100 ore promosso da Confartigianato Venezia e Con-ser Srl in collaborazione con il ministero del Lavoro e la Regione Veneto.
Tre delle 12 partecipanti al corso, la veneziana Martina Barzan, la veronese Rita Sciamanna e la rumena Francesca Talianu hanno avuto la fantasia e il coraggio di reinventare il merletto, di trasformarlo applicandolo all’arte orafa creando così prodotti di design particolare. Il corso ha quindi sfornato 3 nuove imprenditrici che hanno aperto la propria azienda di “merletti del futuro” dove si producono collane, braccialetti, spille e orecchini realizzati interamente a mano con la tecnica del merletto ad ago, utilizzando nuovi materiali, come l’argento e l’oro.

 

Orecchini in oro filato, merletto ad ago, creazione di Martina Barzan

 

Nel 1908 Pierre Verhaegen, consigliere provinciale per le Fiandre orientali, dedicò al Conte Girolamo Marcello, Presidente del Comitato della Scuola di Burano un opuscolo che ne descriveva  la storia, con una dedica:” Queste poche pagine sono dedicate in segno di ammirazione e cordiale simpatia”.

 

 

Bibliografia:

 

^ “Atti ufficiali dell’Esposizione Universale di Vienna, 1873

“il Merletto Veneziano” di Doretta Davanzo Poli edito da De Agostani, 1998

* Tapisseries, broderies et dentelles; recueil de modeles anciens et modernes, 1890 Muntz Eugene

“Tessuti e merletti”: esposizioni retrospettive e contemporanee di industrie artistiche, esposizione del 1887, Erculei, Raffaele; Museo artistico-industriale Roma

§“La restauration de la dentelle à Venise et l'école de Burano”, Bruxelles, Goemaere, 1908, p.23( Doretta Davanzo Poli)

 

 

Ringraziamenti

Si ringrazia l’artista veneziana, Rossella Girardini per aver concesso la pubblicazione delle sue opere.

(http://xoomer.alice.it/artegrafica/index%20art%20gallery.htm)

 

 

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