“ Il Filet “
Un
pregevole merletto in filet con intarsi d’unione di merletti a fuselli,
provenienza spagnola, XVI-XVII secolo, dono di Magdalena Nuttall
(dal 1908 si trova al MET) © Metropolitan Museum of
Art, New York Un magnifico pannello
a rete ricamata con un cordoncino che sottolinea tutti i contorni (filet Richelieu), un particolare che aggiunge valore al
disegno fatto di volute, foglie di quercia, ghiande e riccioli. Le foglie si
intrecciano formando ghirlande dove al centro si trova una iniziale, la
lettera “S”. L’opera è italiana e risale al XIX secolo ed è stata donata in
forma anonima al Metropolitan Museum
of Art di New York nel 1978. Il disegno è stato
tratto da un originale di Antonio del Pollaiolo (1429-1498). © Metropolitan Museum,
New York Balza di 3 metri per tovaglia d’altare
in filet ricamato, XVII secolo. Collezione Leone Ricci di Firenze presentato
in una vendita all’asta nel 1915 a New York. Storia Giovanni Antonio Taglienti nel suo modellario “Opera Nuova” stampato nel
1527 a Venezia, propone dei ricami da eseguire a “punto fatto sulla rete”. La
lavorazione della sola rete è molto antica, solo nei primi del XVI secolo
iniziò la sua diffusione con i punti di riempitura, per continuare fino alla
metà del XVII secolo poi sparì dagli inventari, in Germania venne riproposto
nei modellari, fino al 1750. Nel 1603 Federico Vinciolo creò dei disegni per la rete
ricamata ben definiti e originali.
Disegni di Federico Vinciolo per filet ma anche per ricamo su rete tipo “Tulle”, 1603
“Il
pellicano che nutre i suoi piccoli”di Federico Vinciolo,
il modellario originale si trova al Museo del
Louvre e fa parte della collezione Edmond de Rothschild. Qui possiamo vedere
nell’immagine a sinistra il disegno originale e a destra il lavoro eseguito
con qualche modifica. Il giornale “L’Eco” del 1834 informa che il
“Il Corriere delle dame” nella descrizione di alcune toilette propone “i
guanti a rete (en filet), bianchi,
neri, di colore e ricamati, fermi al polso con un nastro”.E sempre la rivista
“Il Corriere delle dame” del 1847 ci racconta la moda del momento. “V’ha
pure un altro genere di passamano di merletto, filet à bords
festonnés, che si colloca all'estremità dei volants di crepe o di garza: esso è di seta d'ogni
colore, oppur d'oro o d'argento.” Thomas De La Mare,
abate di St.Albans, Inghilterra, (vissuto nel XIV
secolo) viene ritratto in questo disegno con dei guanti in rete.^ II
merletto con la tecnica a “ filet “ o rete ricamata, è una autentica rete da
pesca: la tecnica più diffusa che viene usata ancora oggi è quella creata con
un ago particolare che si chiama modano.
Esecuzione
della rete a modano# Rete
in lavorazione, in alto l’ago a due teste, chiamato modano ( courtesy, Rachele Milano) Lavorazione
del filet a telaio sulla rete a modano (courtesy
Rachele Milano) La rete, una volta portata a termine secondo la misura
desiderata, viene sistemata su di un telaio per essere ricamata e trasformata
in merletto: tramite vari punti vengono riempiti gli spazi sulla rete,
seguendo un disegno. Un tempo, anche la rete veniva realizzata sul telaio,
questa tecnica oggi, è poco diffusa. Cpricuscino o
federa in filet, XVI secolo, il bordo è un merletto semplice chiamato “zeccatello”
forse aggiunto in seguito, visto che è confezionato con vari pezzi..
Collezione Leone Ricci di Firenze presentato in una vendita all’asta nel 1915
a New York. Copriletto
del 1612 con inserti in filet Libro
di 26 pagine datato 1690 contenente disegni fatti a mano per il filet. Nella
copertina della rivista “Peterson’s Magazine” del
1875, venivano presentati due schemi per la rete filet
Alcuni
esempi di punti che riempiono la rete a modano, il risultato è una trina leggera e impalpabile.
Reti
ricamate da Rachele Milano: la seconda immagine è il particolare di una
tovaglietta da tè La lavorazione del filet a modano ha tradizioni antiche
ed è caratteristica di certe zone d’Italia, dove nel passato si sono aperte
alcune scuole e oggi la tradizione ancora continua. Come testimonianza di una
esistenza remota del filet troviamo in un inventario veneziano del XVI secolo§ “ Una vesta de burato negro vechia…” Il buratto, era in realtà, una garza realizzata
togliendo i fili della trama di un tessuto, questo comunque conferma l’esistenza
e il piacere di possedere questo tipo di trine, già a quel tempo. Nel XVI
secolo ci fu un grande fiorire di modellari disegnati da
autorevoli artisti dell’epoca, vi troviamo parecchi disegni da realizzare per
“reti ricamate”. Attualmente per velocizzare il lavoro si ricama su rete
meccanica, ma il risultato e il pregio non sono paragonabili. Si realizza il
filet anche con l’uncinetto, ma questa è tutt’altra tecnica e risultato. Un
raro esempio di ricamo su rete filet realizzata al’uncinetto Ritratto possibile di Veronica Franco attribuito al
Tintoretto XVI secolo, Worcester Art Museum, Stati Uniti. Sul lato sinistro di questo ritratto si può notare un drappeggio
di merletto a filet. E’ rarissimo trovare un dipinto che evidenzi questo tipo
di lavorazione e senza dubbio chi l’ha eseguito era molto attento ai
particolari. Un
ritratto di Marietta Robusti detta la Tintoretta, pittrice veneziana figlia del Tintoretto. Il
suo décolleté è velato da un merletto filet. Una vera opera d’arte realizzata con il
filet e il ricamo#
Tenda con intarsi e bordo a filet Particolare
dell’intarsio e dello schema del bordo Cuscino in filet e reticello
antico Colli a Filet Attualmente
la lavorazione del filet continua la sua tradizione in Umbria,
Sicilia , Sardegna , Lazio e Toscana e proprio qui, tornando a ritroso nel tempo troviamo,
nell’ “Annuario toscano guida
amministrativa, commerciale e .” del 1930, che a Pistoia esisteva la ditta di
merletti filet e ricami Francesco Navone, e quella di Bracali
Arturo. Anche a Como Un tempo c’era una scuola di filet,
ai tempi odierni non ne sono rimaste tracce. Il filet lo troviamo anche
a Venezia
e precisamente a Chioggia. Chioggia (Venezia) Merlettaie
mentre ricamano la rete su telaio lungo una strada di Chioggia ( Anderson)*
Tovaglietta da tè, 1950 ca. In questa isola
venne aperta una scuola da Michelangelo Jesurum a
partire dal 1904, “ La scuola delle reti ricamate”, presso l’Istituto S.
Caterina delle suore Canossiane. Presso il museo
del merletto di Burano c’è un documento che attesta
la convenzione fatta tra Jesurum e l’istituto, per
9 anni. Ancora oggi molte signore continuano a creare e ricamare la rete a
modano con vera perizia e precisione.
Attualmente l’Associazione degli Amici del
Santo Volto opera da trent’anni sostenendo le missioni nel mondo anche con la
realizzazione e vendita di lavori a filet, a testimonianza di ciò possiamo
legger questo articolo di Giovanna Bellemo. Le donne che ricamano per beneficenzaLa grande
tradizione del filet chioggiotto e del ricamo rivive per sostenere le
missioni. E’ la semplice iniziativa solidale attorno alla quale si è costituito
14 anni fa il gruppo degli Amici del Santo Volto. Un’associazione nata con lo
scopo di aiutare le missioni attraverso le arti popolari femminili
tradizionali che ha dato vita anche ad una piccola scuola di ricamo.
Lavorazione
a filet di Vincenza Pipia Curiosità ·
I principi De ·
Caterina de Medici, si dice, amasse dedicarsi al filet e nel
suo inventario sono stati trovati quasi un migliaio di quadrati con motivi a
rosoni floreali. C’è un “filo” che lega i Principi De ·
Nel Museo Poldi Pezzoli a Milano, si può ammirare un copriletto
appartenuto alla famiglia Poldi Pezzoli,
realizzato con quadrati di filet ricamato, assemblati e rifiniti con dei
bordi in tessuto lavorati a reticello. Questo
prezioso oggetto risale ai primi del XVII secolo.
Mostra Mostra di merletto al Museo di Brooklyn Traduzione di un articolo scritto da Catherine T.D. Fox, 1920 ca.
I
testi sono dell’autrice E’ vietata
qualsiasi forma di riproduzione, anche parziale, di questa e di tutte le
pagine del sito. Le foto in bianco e nero sono tratte
da: Filet-Guipure,, Th.
De Dillmont, 1923 ( DMC) # Foto tratta da Filetarbejder, O. Oehlenschlägers
visitabile e scaricabile on line § Un inventario
veneziano del XVI secolo, Curzio Mazzi- Rocca S. Casciano
1899 pag. 9 ° Articolo apparso su “ LaPiazzaweb.it”, il 2 marzo 2009 *La foto è apparsa su “Immagini di Venezia e della Laguna” edizoni Alinari 1979 ^Church vestments-Dolby Anastasia-1868 Ringraziamenti Si ringrazia Rachele per
aver collaborato con le immagini dei suoi lavori e Tess
Parrish per il suo immenso lavoro. |