Filet in Sicilia:

 

 

 

Comiso (Ragusa)

 

comiso

 

Marchio collettivo per la produzione dei ricami e degli sfilati di Comiso. Il marchio contraddistingue la produzione comisana di sfilati e ricami. Lo sfondo che rappresenta il mare e l’isola sono fatti di merletto a filet.

 

 

La cittadina barocca di Comiso ha una tradizione in merito ai ricami ed agli sfilati, non indifferente rispetto ad altre realtà. In una popolazione di quasi trentamila abitanti, circa tremila sono le donne che sanno ricamare e circa mille quelle che guadagnano qualcosa da questo lavoro fatto in casa. Una cosa è certa esse non hanno mai imparato da manuali, da riviste o da libri, ma da nonne, mamme o vicine di casa più anziane di loro. Ogni anno nel mese di maggio nelle piazzette di Comiso, si rinnova l'appuntamento con "L'isola dei mestieri", e qui possiamo incontrare le ricamatrici di filet. Comiso ha emesso un suo marchio di tutela per contraddistinguere la provenienza dei suoi ricami e sfilati. L’articolo due che disciplina tale marchio cita:

 

 

Il marchio che contraddistingue la produzione comisana di sfilati e ricami, di cui al precedente art. 1, è costituito da un logotipo raffigurante la Sicilia adagiata in un mare di ricami e costituita Essa stessa da figure floreali ricamate, con scritto "Comiso", il cui puntino sulla "i" indica la collocazione geografica del Comune di Comiso. Detto marchio verrà applicato ai prodotti finiti sottoforma di contrassegno , realizzato a cura dell´ IS.PRO.A. e da questa distribuito, nelle quantità richieste dalle singole imprese utilizzatrici, che si faranno carico del loro costo. Ciascuna impresa utilizzerà un codice di identificazione, assegnato dall´ IS.PRO.A., che comparirà sui contrassegni ad essa destinati. Il marchio potrà essere ricamato a margine del prodotto finito in aggiunta al contrassegno, che rimane l´unico elemento di riconoscimento della produzione comisana. Per maggiori chiarimenti sull´utilizzo del marchio si rinvia al punto 3.2 del Regolamento d´uso del marchio collettivo "Ricami di Comiso".

 

 

Un tempo c’era anche un laboratorio dove si produceva del filet pregiato e Don Puglisi (nato a Comiso) ce ne lascia una testimonianza scritta:

 

“Nel 1928, nel laboratorio della signora Giuseppina Agosta, fu ricamata la grande tenda di filet, che nella Chiesa Madre vela l'Altare Maggiore durante il Settenario ('a Sittina) della festa della Madonna Addolorata. Questa tenda ha un ricamo costituito da un grande cuore trafitto da una spada, dai simboli dei 4 Evangelisti e dalla frase "Ecce Mater tua" detta da Gesù al discepolo Giovanni sul Calvario.”§

 

 

 

Il Comune di Comiso promuove con varie manifestazioni l’artigianato locale. Annualmente si svolge in questo paese “L’isola dei Mestieri”, che mette a confronto le varie realtà artigianali del luogo con il resto dell’Italia, risaltando l’antica tradizione del filet e dello sfilato siciliano. Durante una edizione di questa manifestazione è stato esposto il più prezioso dei volumi sull’arte del ricamo proveniente dalla Biblioteca Casanetense di Roma. Nell’edizione del giugno 1997 si è svolto il 2° convegno di studi su ricami, sfilati e filet dal titolo” Contesto sociale e lavoro femminile”. Su questo evento Nunzio Lauretta scrive:

 

Artiemestieri, con la "Settimana della Contea" che rappresenta il tessuto culturale e il substrato storico antropologico del fenomeno artigianato, è lo strumento operativo che si concretizza nella "Campionaria delle produzioni artigiane comisane", che ospita solo prodotti di qualità, visitata nell’ultima edizione da oltre cinquantamila persone. Il Centro Internazionale di Etnostoria, nel laboratorio di Comiso ha dato impulso allo sviluppo e alla creazione di posti di lavoro. Le donne di Comiso e Pedalino si sono ritrovate in sintonia per produrre e diffondere il tesoro dei ricami e lo sfilato oltre i confini della Regione.

 

 

 

Seguono 2 comunicati stampa del Comune di Comiso:

 

 

“Dal ricamo su pietra a quello su lino e cotone, ed ecco le delicate creazioni di Elisabetta e Nellina Giudice e della giovanissima Roberta Rizza. Le unisce un filo sottile, quello bianco della rete e dello sfilato comisano, nelle varianti Quattrocento (il più bello e raffinato), Cinquecento e Settecento, che queste artigiane reinterpretano nel pieno rispetto della tradizione. Una tecnica paziente dà vita a geometrie che tratteggiano a punto quadro, antico e a filet, fazzoletti di lino e tovaglie, biancheria, tende e coperte. Per arrivare a risultati tanto eccelsi il loro lavoro richiede settimane, mesi, talvolta un anno. Perciò il campionario dei filet comisani comprende pezzi che possono costare fino a diverse migliaia di euro. Tutt'oggi, le ricamatrici comisane all'opera nei loro atelier o sedute davanti alle porte di casa tra le vie del centro storico, tengono viva la leggenda di questo merletto che, raccontano, sarebbe nato dall'amore della figlia di un pescatore, che volle ripetere sulla rete il disegno di un'alga, dono del suo innamorato.”

 

Ancora Comiso alla ribalta nazionale nella promozione dell'artigianato di qualità. Nel numero uno, in edicola ad ottobre, della rivista mensile "Ricamo Italiano" la giovane ricamatrice comisana Roberta Rizza è presente con le sue straordinarie creazioni con inserti di filet. Sono sei le pagine pubblicate che riguardano lavori con motivi di grappoli d'uva a rilievo ed inserti di fiori a filet sulla bella trama del lino rustico. La maglia bassa delle sue raffinate creazioni è lavorata con uncinetto e spiccano sulla rete filet, eseguita con l'ago modano, disegni a rilievo. La rivista milanese pubblica una lunga striscia a filet con un ricco motivo di frutta, inserita ad entre-deux, che può essere usata lungo il bordo di una tenda, ma anche di una tovaglia di puro lino. Inoltre l'inserto di fiori a filet, quasi un medaglione prezioso, rende speciale la lunga striscia da tavola tutta profilata da una sfilatura a conchigliette. Roberta Rizza, ormai da tempo conosciuta ed apprezzata a livello nazionale, si è fatta apprezzare, durante l'ultima edizione dell'Isola dei Mestieri, da Elio Michelotti, ospite del presidente dell'Isproa, Paolo Salvo, e direttore della nuova rivista italiana. Da allora il presidente dell'Isproa mantiene rapporti continui con il giornalista del settore ricami segnalando iniziative, atte a promuovere il ricamo, radicato per tradizione secolare a Comiso, dove vengono annoverate centinaia di valenti ricamatrici e sflilatrici. "Avvalendoci della collaborazione di Elio Michelotti - spiega Paolo Salvo - e dell'Associazione Nazionale Tutela del Ricamo, presto a Comiso potrebbe diventare realtà una Scuola del Ricamo". "Inoltre - aggiunge il presidente dell'Isproa - è in progetto, con l'ausilio di valenti ricamatrici di altre regioni d'Italia, di ospitare, nel contesto della prossima edizione del 2005 dell'Isola dei Mestieri, una sezione che metterà a confronto diverse realtà del ricamo italiano". "Esprimo il compiacimento dell'Amministrazione Comunale - dichiara il sindaco Giuseppe Digiacomo- per i risultati conseguiti nel campo della promozione delle nostre attività artigianali di eccellenza - e nell'occasione le congratulazioni a Roberta Rizza, che attraverso la sua preziosa arte porta alto il nome di Comiso". 
Comiso 29 Ottobre 2004

 

A Chiaromonte Gulfi in una viuzza, salendo oltre la piazza, vicino all’arco dell’Annunziata e alla scalinata di San Giovanni, c’è il “ Museo del Ricamo e dello Sfilato Siciliano”.

 

Museo dello Sfilato e del Ricamo Siciliano

Via Blanca - Chiaramonte Gulfi
tel. 0932/711111   Ragusa

 

 

 

Alcamo (Trapani)

Nel 2003 si è svolta ad Alcamo presso l’Istituto Autonomo Comprensivo “ S. Bagolino” la Mostra “ I Mestieri di un tempo”. Su questa mostra Antonio Fundarò scrisse:Si è voluto, così, collegare, attraverso una sorta di filo invisibile, le diverse generazioni, che si susseguono nel nostro paese, nella convinzione che il proprio patrimonio di Valori possa essere comunicato perché "nulla sia accaduto inutilmente o dimenticato !" Tra intagliatori, doratori ebanisti e molti altri artisti artigiani, in rappresentanza del tombolo, filet, chiacchierino, telaio e uncinetto c’erano: Calvuso Sonia, Camarda Rosa, Ferrara Giovanna, Rizzo Vita, Eterno Santina, Campione Rosalia.

Nel giugno del 2005, presso il Castello dei Conti di Modica, si è svolta la mostra dell’artigianato “ Filet” a cura di Antonella Grillo.

 

 

 

Isnello ( Palermo)

La preziosa lavorazione del Filet, che nell’Isola ha lontane origini ed una forte tradizione, trova oggi continuità nella Scuola d’arte, “Isnello ricama”, le cui attività didattiche sono rivolte a valorizzare questa importante produzione artistica e a dare continuità a un ricco patrimonio della cultura locale. La Scuola è stata voluta dal Comune di Isnello e dall’Ente Parco delle Madonie, affiancati, per la realizzazione dei corsi, dalla collaborazione dell’associazione culturale ‘Ars Antiqua’, specializzata nella realizzazione del ricamo, del filet e dello sfilato siciliano.

 

Gli astronauti Paolo Nespoli nel 2018 e Nicola Parmitano nel 2022 hanno ricevuto il premio Gal Hassin

 

Dal 2009, è stato istituito il premio GAL Hassin: una targa premio, che viene assegnato ogni anno a persone di scienza che si sono distinti nell’ambito della ricerca o della divulgazione delle scienze astronomiche. È realizzata da un ricamo su rete di filo d’oro, di pregevole fattura artistica, prodotto a Isnello da mani esperte e il motivo decorativo rappresenta un girale, un vortice, una galassia a spirale. Dal 2009, Isnello ospita un Museo denominato "Trame di filo".Al suo interno, diviso in tre sezioni, il visitatore può approfondire la storia del ricamo madonìta e i legami fra quest'arte femminile ed i temi decorativi siciliani d'età araba e normanna.

 

Palermo

Nel 1870 il Municipio di Palermo pubblicò una monografia intitolata “Della istruzione popolare di Palermo dove si elenca la situazione dell’epoca nell’ambito degli istituti preposti all’insegnamento. Troviamo che nel Collegio di Maria di S. Gioacchino dal 1861 vennero inseritì nella scuola elementarei nuovi programmi e “ fu portato un considerevole miglioramento nelle arti donnesche, essendo stati aggiunti lo studio del filet, crochet e tappezzerie”. In un altro collegio, S. Maria al Carmine o di Castiglia, dal 1862 con l’insrimento di nuovi programmi le fanciulle a seconda del grado delle scuole, venivano avviate all tecnica del filet e del ricamo. Da quel periodo in poi centinaia di ragazze sono state istruite a questa tecnica di merletto e dopo un secolo e mezzo ne troviamo ancora capaci di realizzare prestigiosi manufatti. C’è da pensare che nel DNA delle siciliane si sia conservato un buon apprendimento della tecnica.

 In un atto dotale, che si trova presso l’Archivo Notarile Superiore di Palermo datato 20 giugno 1890, si cita tra tutti i beni della sposa, Elisabetta Viola di Partinico: “Cinque coltri cioe: Una di pepis con frangia a laccio una di rattino di cotone con frangia al filet e tre di Torino di casa con frangia alla crouchet per lire duecentocinquantatre.”#

 

Nel 2003 presso una sala dell’Assessorato alla Cooperazione del Comune di Palermo si è svolta una Mostra: “Scrigno del filo. Arte tessile, ornati e legami”. Vinny Scorsone è autrice di questo articolo sulla mostra:

 

Le klothes (le tre filatrici), come le chiamava Esiodo, tessono il destino degli esseri umani. Fila Cloto lo stame della vita, accanto sua sorella Lachesi distribuisce agli uomini una parte dello stesso. Poco più avanti Atropo lo taglia ponendo fine alla vita di qualcuno. Sono le Moire (per i greci), le Parche (per i latini) coloro che detenevano il filo della vita e alle quali si sottomettevano tutti gli altri dei.

Il legame metaforico e reale dell’uomo con il filo ha origini lontane. Costretto dalla necessità, l’essere umano ha imparato prima a tessere e successivamente, per diletto, a ricamare ed è proprio al ricamo che è dedicata la mostra allestita in questi giorni presso l’Assessorato Cooperazione Commercio Artigianato e Pesca della Regione Siciliana a Palermo, in Via degli Emiri e intitolata “Scrigno del filo. Arte tessile, ornati e legami”. L’esposizione, curata da Aldo Gerbino, mette insieme lavori di ricamo uncinetto, filet, chiacchierino, tombolo, etc. con opere di artisti contemporanei. Lavori provenienti dai comuni di Erice, Borgetto, Mirabella Imbaccari, Piana degli Albanesi, Palermo, Catania, Caltavuturo, Isnello, Alcamo, Santa Caterina Villarmosa, Altofonte, Pietraperzia, Agrigento, Calatafimi, Burgio, Sortino, Valdina, San Marco D’Alunzio, Savoca, riempiono il salone dell’Assessorato: ricami e trine che arricchiscono abiti, tovaglie, lenzuola e centrini  divenendo essi stessi tessuto, abiti.

Si cammina fra questi manufatti “pensili” (l’allestimento è stato curato da Salvatore Caputo) o protetti da teche di vetro e ci si sofferma a guardare le opere di Alighiero Boetti, Torquato La Mattina, Beppe Sabatino che ben si armonizzano con il resto della mostra per proseguire con quelle di Roberta Civiletto, Gicus, Giusto Sucato, Salvatore Caputo, Enzo Tardia, Mario Lo Coco e Bice Triolo, quasi a sottolineare una continuità e una stretta relazione tra arte tessile e arte pittorica. Del resto la storia dell’arte è piena di artisti che hanno utilizzato il ricamo per le loro opere. Ricordiamo alcuni lavori della Bauhaus, le opere di Ann Hamilton, Maria Lai, Corrado Cagli, Enrico Baj e lo stesso Boetti con i suoi mille piccoli e grandi arazzi.

Mi ricordo che anni or sono, a casa di una mia amica originaria di Piana degli Albanesi, vedevo sua madre intenta a ricamarle il rosso vestito con il filo d’oro, stando bene attenta che questo non prendesse né sole né acqua. Ci mise anni per finire di ricamarlo e la mia amica lo indossò successivamente, anche come vestito di nozze.

Quante ore di lavoro su quelle foglie, quei fiori, quanta attenzione riposta affinché il lavoro riesca bene, quanta maestria, dedizione e vista occorrono per confezionare questi gioielli fabbrili.

Penso alle ricamatrici e ricamatori e ai creatori di arazzi, capaci di intessere, con molta pazienza, scene intere e racconti e “cesellamenti” d’aria; e penso a mia nonna con il telaio del filet montato al centro della stanza e penso al mio corredo uguale oggi ad ieri e all’altro ieri e ancora prima.

Un filo, dunque, di continuità nel tempo che lascia immutata la bellezza di alcune creazioni e che lega culture (da quella orientale a quella occidentale) e tempi.

La mostra contiene in catalogo testi di Aldo Gerbino, Marisa Buscami, Simona Laudani ed è organizzata dalla Mediterranea Congressi di Palermo (Palermo - 3/07/03, Vinny Scorsone)

 

 

 

 

 

 

 

§ http://comiso.altervista.org/cronologia.8.htm

 

# http://66.249.93.104/search?q=cache:CHTVfiPXf-gJ:www.accsoft.com.au/~raffaele/violaital.htm+alcamo+filet&hl=it

 

 

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https://www.touringclub.it/destinazione/localita/museo/211925/museo-trame-di-filo-isnello

 

http://www.comune.isnello.pa.it/isnello/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/20005

 

http://reportagesicilia.blogspot.com/2013/

 

http://www.museoscienzeplanetarie.eu/museo-scienze-planetarie/divulgazione/mostre-_41.aspx

 

http://www.sunuraghe.it/2013/su-nuraghe-ad-oropa-tramandare-tecniche-strumenti-antichi-saperi

 

http://galhassin.it/il-sogno-che-diventa-realta/