Emilia Romagna

Risalire alle origini del merletto in questa regione è un’impresa ardua, come risalire alla vera nascita del merletto. Se osserviamo questo mosaico che si trova nella Basilica San Vitale a Ravenna, scopriamo l’immagine di un altare addobbato da una tovaglia ricca di particolari. Possiamo notare gli inserti geometrici laterali e il rosone frontale, probabilmente ricamati e quel che colpisce di più è la finitura smerlata del bordo finale. Le lunghe puntine a zig-zag orlano il manufatto donando leggiadria e pregio, quindi già all’epoca il gusto per questa rifinitura era nota e diffusa.

I Sacrifici di Abele e Melchisedec, 532-547 d.C Basilica di San Vitale, Ravenna, parete destra del presbiterio.

Cesare Vecellio sul suo libro” Degli abiti antichi e Moderni di diverse parti del mondo” (Venezia 1590) descrive la donna di Romagna che indossa un manto di seta sottilissima ornato intorno di trinette.

      

Pizzetto dentellato attorno al velo descritto dal Vecellio: ”a torno del qual velo sono alcuni merletti d’oro assai ben messi”.

 

Trinette di seta fatte a gonfietti

Suore Clarisse che lavorano al tombolo e al telaio in un convento di clausura a Bologna nel 1966.  (foto Walter Breveglieri^)

Nel ”Libro dei Creditori e Debitori del Registro del guardaroba Estense” pubblicato nel 1896 troviamo una citazione che ci porta indietro nel tempo, ai primi albori del merletto in Emilia Romagna e precisamente a Ferrara: ”Quando la regina d’Ungheria, moglie di Matthias Corvinus, era attesa a Ferrara nel 1476, sua sorella Eleonora D’Aragona Duchessa di Ferrara, moglie di Ercole I, cercò 18 giovani merlettaie e le esortò con urgenza a realizzare dei merletti a fuselli in oro e seta cremisi. Questi erano destinati ad abbellire gli ornamenti e la biancheria della camera della regina d’Ungheria che presto sarebbe arrivata.”

Un tempo il merletto veniva fatto in molte parti dell’Emilia Romagna e fino agli inizi del ‘900 le donne usavano indossare dei costumi tradizionali con collarette molto ricche di merletto: questo aveva uno sfondo che ricordava quello delle Fiandre. Agli inizi del ‘900 grazie alla società “Aemilia Ars”, rinacque il merletto con la tecnica ad ago. Molti disegni furono realizzati su vecchi disegni del modellario di Elisabetta Cattanea Parasole. Testimone di quella fiorente attività è stata la Signora Antonilla Cantelli, che con tenacia e passione ha trasmesso l’arte del merletto dell’Aemilia Ars e che oggi ancora viene tramandata dalle sue discepole. In un libro datato 1939* troviamo che presso la Scuola Professionale Femminile di arti e mestieri “Regina Margherita” di Bologna, tra le materie c’era la trina e il merletto con la Sig.ra Paolini Maria come insegnante.

Collo acquistato dalla regina Margherita eseguito dalla Aemilia Ars

Da tutte queste testimonianze possiamo dedurre che anche a Bologna come in molti altri paesi d’Italia, il merletto è stato considerato come un’opportunità per la donna verso la sua emancipazione e autonomia economica.

 Bologna

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Opere di Annalena Guerra (Maestra merlettaia)

A Bologna c’è un gruppo di merlettaie a fuselli che si ritrovano sotto la direzione della maestra Annalena Guerra. In questo gruppo si trova Roberta Pulga, che ha realizzato un’opera dedicandola alla sua città. Il 23 aprile 2005 si è inaugurate una mostra presso la Casa del Gufo a Bologna, una mostra merletti di Annalena ed allieve.

 

bologna

Torre degli Asinelli, Roberta Pulga (Disegno Loris Campin)

 

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"Un fiore appoggia sull'acqua, lievemente mossa dalla brezza", Aprile 2006, Cotone Cantù N° 40, progetto ed esecuzione Roberta Pulga - Bologna

 

La figlia di Roberta, Elisa Bolognesi, realizza con le sue mani delle bambole artigianali, alcune vengono ornate di merletti a tombolo.

  bambola

La prima bambola è Zelma con un merletto a fuselli attorno al collo ( Elisa Bolognesi, Bologna)

Nel Palazzo Ranuzzi Baciocchi di Bologna, oggi Palazzo di Giustizia, si trova questa opera del Franceschini. Nel programma iconografico giocano un ruolo fondamentale le scene con i divertimenti dei putti racchiuse nelle lunette. In una di queste la cattura di tre leoni da parte di angiolini e putti che si apprestano a cucire le reti, illustra il motto “Praebent pectacular capti”; in un’altra sono raffigurati alcuni bambini che puniscono i leoni colpendoli con fusi, conocchie e un tombolo (Marcantonio Franceschini 1680).

Onore a una maestra merlettaia di un tempo

Paolini Maria

Maria viene citata nell’ “Indicatore della Provincia di Bologna” del 1938 come maestra di laboratorio per trine e merletti presso la regia Scuola Professionale Femminile “Regina Margherita”, Via Saragozza, 8, Bologna.

 

S. Lazzaro di Savena ( BO)

Associazione Chiacchiere, filo e …

 

L’associazione “Chiacchiere e filo…” si costituisce a primavera del 2010 per volere di un gruppo di amiche unite dall’amore per il ricamo, i merletti ed ogni forma di arte collegata al filo.

Ravenna

https://www.google.it/books/edition/Annali_della_SocietW1A0a_agraria_provinc/KQa1uGfAgiEC?hl=it&gbpv=1&dq=PauLo+FamBRI.+La+contessa+Andriana+Marcello.&pg=PA141&printsec=frontcover

Nel 1983 su“Gli Annali della Società Agraria Provinciale di Bologna” si pubblicava una “Memoria”di Giambattista Comelli che scrive:

La contessa Maria Pasolini dall’Onda, già nota agli studiosi delle scienze sociali per uno studio accurato e compassionevole da lei compiuto intorno alla condizione morale e materiale del povero agricoltore in Romagna, volle rendersene benemerita non di sole parole, pensando a introdurre nelle proprie famiglie coloniche un piccolo lavoro domestico come utile ausiliario del lavoro campestre massimamente nei mesi e giorni in cui manca. Aperse a tal fine nel tenimento Pasolini, a Coccolia borgata rurale tra Ravenna e Forlì, una scuola di merletto a fuselli, chiamando a dirigerla una maestra ligure, la Signora Rosa da Rapallo. La contessa provide a tutto a proprie spese, dale seggiole, armadio, tombola, reggitomboli, fuselli, spilli, cartone e il filo. Sono da lei preferite le bambine di 5 anni senza loro imporre alcun orario obbligatorio ma accettandole quando non trattenute altrove o dale scuole comunali o da faccenduole famigliari e campestri, solo desiderio della fondatriceessendo di avezzarle da piccolo a un lavoro che fatte adulte e spose, possano continuare in casa propria. Vero è

 

 

e l’ultima insegnante fu Beppina Buzzi. La figlia oggi conserva ancora un bellissimo campionario costituito da 98 pezzi di pregevole merletto.

Non dimentichiamo che il marito il conte Pietro desiderio Pasolini era amico di Corrado Ricci, marito di Elisa Ricci, grande esperta di merletti dim aria era

 

A Coccolia, nel 1887 la contessa Maria Pasolini Dall’Onda, fondò presso la sua residenza,. Lo scopo della contessa era quello di dare l’opportunità alle ragazze di campagna di apprendere un’arte e guadagnare con un lavoro dignitoso. Per l’insegnamento si avvalse della Signora Rosa da Rapallo e l’ultima insegnante fu Beppina Buzzi. La figlia oggi conserva ancora un bellissimo campionario costituito da 98 pezzi di pregevole merletto. Agli inizi la scuola ebbe poche adesioni, perché le ragazze di campagna dovevano seguire i lavori nei campi e non si lasciavano affascinare da una nuova arte. Le giovani allieve non lavorano a cottimo ma a giornata. La contessa con tenacia promosse la scuola portando i suoi capolavori all’esposizione di Roma nel 1892. I suoi merletti acquisirono un certo mercato per la finezza e la cura nella lavorazione. Dal 1920 la scuola non fece più capo alla contessa, ma proseguì fino agli anni ’40 sotto la gestione della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio)

 

Campionario realizzato dal laboratorio della contessa Maria Pasolini Dall’Onda. Foto pubblicata nel catalogo della mostra delle Ifi (Industrie femminili Italiane), nel padiglione dell’arte decorativa italiana all’esposizione di Milano del 1906.

 

Immagine tratta da “Il giornale d'Italia”, Cesena, Biblioteca Malatestiana.

Forlì

A Forlì, verso la fine dell’800, c’era la “Regia Scuola Normale Femminile” e l’allora direttrice Anna Monti, propose di aprire un corso per apprendere l’arte della trina realizzata con qualsiasi tecnica. Fino al 1970 in questa scuola molte fanciulle impararono l’arte del merletto. Negli anni a seguire alcune artiste formatesi nell’Istituto Giorgina Saffi, presentarono le loro opere. Riportiamo il giudizio di un giornale autorevole fiorentino dopo una visita alla scuola di Forlì:...me ne tornai a casa soddisfatto ripensando con piacere a quelle ragazze liete e operose fra i libri e l'ago, fra la lavagna e il tombolo: ragazze che potranno essere domani buone madri di famiglia o eccellenti operaie, e magari l'una e l'altra cosa insieme. E quando, pochi giorni dopo, un professore mio amico si lamentava con me del numero sempre crescente di giovanette che affollano i banchi delle scuole secondarie e delle università, concludendo melanconicamente che fra qualche anno i nostri figliuoli dovranno rammendarsi la biancheria da sé, io m'affrettai a consolarlo colla descrizione dell'istituto professionale visitato, il quale, come tanti altri, dimostra che la donna, anche in condizione modesta, può benissimo essere istruita e mantenersi donna, e svolgere con l'aiuto della scuola quelle attitudini che la natura e la storia hanno iscritto e deposto in lei come prezioso retaggio nei secoli...

A Meldola, attualmente opera L’associazione “Fili e spilli”, fondata nel 1982 da Bruna Valentini e Lorella Simoncelli. Nel Gennaio del 2004, alla Fiera di Forlì  “Non solo sposi”, l’Associazioni  ha curato una esposizione presentando dei merletti nelle forme più preziose: ventagli di merletto antichi e moderni e fazzoletti bordati di trina.

Onore alle maestre merlettaie di un tempo

Serraino Peri Maria

Maria viene citata nell’ “Annuario del Ministero dell'Educazione nazionale” del 1939 e 1940 come professore ordinario di laboratorio per trine e merletto presso la “Regia Scuola Professionale Femminile”, Via Giorgina Saffi, 15, Forlì. In quell’anno c’erano 102 alunne che frequentavano la scuola. Vinse il concorso nel 1936, ne troviamo la graduatoria nel” Bollettino Ufficiale Atti Amministrativi” del 1936.

Bribanti Severi Bianca

Bianca viene citata nell’ “Annuario del Ministero dell'Educazione nazionale” del 1940 come maestra di laboratorio merletto presso la “Scuola Professionale Femminile”, Corso U. Comandini, 62, Cesena Forlì. In quell’anno c’erano 38 alunne che frequentavano la scuola.

Gramellini Anna Ada

Anna Ada viene citata nell’ “Annuario del Ministero dell'Educazione nazionale” del 1936 e 1939 come insegnante sottomaestra del laboratorio di trine presso la “Regia Scuola Professionale Femminile”, Via Diaz, 20 – Forlì. Nel 1936 c’erano 51 alunne che frequentavano la scuola.

Brasini Cesira

 

Cesira viene citata nell’Annuario dell’insegnamento artistico-industriale del 1920-1921, come maestra di trine presso la regia Scuola Professionale Femminile “Giorgina Saffi” di Forlì.

Cesena

A Cesena dal 1988, un gruppo di appassionate hanno aperto una scuola dove si insegna l’arte del merletto con la tradizionale tecnica, ma con l’intento di proporre nuove idee nel disegno, punti e filati, donando un’impronta originale. La scuola con il tempo è diventata  l’Associazione “Il fusello”, che si è fatta conoscere in tutta Italia partecipando alle varie manifestazioni e Biennali del merletto. La Presidente, Antonia Busi, ha scritto un libro “Il sogno nelle mani”, dove spiega gli inizi del merletto a fuselli. Nell’anno 2000 l’Associazione ha organizzato a Cesena la seconda mostra nazionale di merletto “Il sogno nelle mani”.

Bellaria – Rimini

L’asssociazione Italia Invita organizzava “La Biennale Internazionale del Merletto e del Ricamo“, una grande manifestazione che raccoglieva numerosi espositori e visitatori da tutto il mondo. Durante le giornate del Forum si potevano seguire dei corsi per apprendere le varie tecniche della trina o ricamo. Nel 2003 e 2005 la manifestazione si svolse a Bellaria di Rimini e il 4-5-6-Maggio 2007 a Rimini con il tema “La ricerca”; alla manifestazione, come ogni anno, era legato un concorso, per questa edizione portava il titolo ”Il colore” .

Reportage sulla Manifestazione 2005

  

      Collezione di Tomboli di Maria di Benedetto ( Italia-Invita 2003 )                                                                         

    

Ricordo lasciato da tutte le ricamatrici del mondo ( foto Annalisa Galletto)

Rimini

La scuola istituita nel 1897, diretta dalla signora Anita Sangiorgi^, occupava dalle cento alle centoventi lavoratrici. Il lavoro veniva eseguito anche nelle case e nei conventi; consisteva in trine d'ogni punto, in ricami in bianco e in seta; la tecnica e i disegni in genere erano rilevati da campioni antichi.

Anita e Giuseppe Sangiorgi si formarono nella Milano degli anni Settanta dell'Ottocento durante la turbolenta stagione della Scapigliatura, diventando amici di Tranquillo Cremona, Carlo Pisani Dossi, Felice Cavallotti, Marco Praga. Lei, cognata di Mosè Bianchi, frequentò i circuiti delle emancipazioniste post-risorgimentali e darà forma al suo progetto di una scuola/laboratorio di arazzi e ricami, a Rimini. Lui, uomo colto, imprenditore e filantropo, diventò uno degli antiquari più raffinati e importanti d'Italia e d'Europa, aprendo negli anni Novanta la sua galleria al piano terra di Palazzo Borghese a Roma; mentre Anita, legata alle Industrie femminili italiane, iniziò a produrre i suoi manufatti tessili per un'altolocata committenza. Entrambi frequentarono le grandi Esposizioni e spesso vi presentarono i loro preziosi oggetti, intrecciando relazioni con il mondo della cultura e dell'economia italiana. Due profili biografici che disegnano il ritratto di un'epoca di eccezionali trasformazioni economiche e sociali, che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del nostro Paese.

 

Ferruccio De Lupis, in un articolo del 1921 su «Rassegna d’Arte» prestigiosa rivista diretta da Corrado Ricci, marito di Elisa Ricci, la grande storica del merletto e ricamo, scrisse: "Quanto ai ricami, è fama che essi costituirono una delle particolarità della donna romagnola. Ma la loro vita ebbe un campo ristretto ed individuale, una espansione troppo limitata, per poter assurgere ad una vera e propria industria artistica regionale. Una gentildonna, la signora Anita Sangiorgi Bianchi, a ricordo dei ricami che andavano scomparendo, raccolse antichi modelli di stoffa ricamata, ed istituì quella scuola di arazzi, che fino a pochi anni addietro, visse fiorente e rinomata, sotto il suo nome e la sua guida." Non bastano poche parole per dare un’idea di quello che fece Anita Sangiorgi, dell’altissima qualità dei manufatti che uscirono dal suo laboratorio.  Appartenente ad una famiglia di antiquari, studiosi e collezionisti istituì a Rimini nel 1897 una scuola che occupava molte persone oltre le centoventi lavoratrici. Il lavoro consisteva in trine d’ogni punto, in ricami in bianco e in seta. Famosi, perfetti e particolari, i suoi arazzi a piccolo punto o punto di Francia, a mezzopunto, a punto di Marsiglia, a punto di Romagna, a punto fiamma, richiesti in Italia e all’estero. Il laboratorio Sangiorgi sviluppò un’attività floridissima, che, dopo alterne vicende, ancora oggi è preso d’esempio da persone appassionate a questa arte, come la professoressa Bianca Rosa Bellomo, che ha compiuto un’approfondita ricerca storica sui laboratori riminesi, e le stesse ricamatrici di oggi che si riuniscono ancora in gruppi di lavoro ed associazioni per tramandare di generazione in generazione questa preziosa attività artigianale. Rimini, Riccione, Bellaria e nell’entroterra riminese, Montescudo e Coriano, vantano associazioni e gruppi specializzati in ricamo di vario tipo, quali il macramè, il merletto a fuselli, il chiacchierino. Dal 2003 a Rimini si tiene il Forum Internazionale del Merletto e del Ricamo, in cui il mondo del merletto e del ricamo italiano invita le appassionate del settore sia italiane che straniere al Forum, che è prima di tutto un incontro di persone che per l'occasione si scambiano non parole ma un "saper fare" diffondendo così la storia tessile del proprio territorio.

Modena

museo gandinigandini

Catalogo della collezione Gandini: “La collezione Gandini. Merletti, ricami e galloni dal XV a XIX secolo”, 2002.

Il conte Luigi Alberto Gandini, nel 1882, donò al Museo Civico, una collezione di frammenti tessili costituita da 2000 esemplari italiani ed europei, dal XI al XIX secolo. Nel Museo si trova la sala dei Tessuti o sala Gandini; nella sala sono esposti attualmente circa 900 frammenti (di questi circa 300 sono merletti di lino o filato di pregio) e alcuni abiti della seconda metà del Settecento, recentemente acquisiti; I rimanenti materiali sono in corso di schedatura e restauro. Il Museo ha poi promosso due mostre: la prima nel 2000 intitolata  “Merletti antichi e moderni in mostra. La raccolta Gandini e la produzione italiana contemporanea”, l’altra nel 2001 intitolata “ Intrecci d’arte al Museo”.

Circolo Culturale “ Dal Filo in Poi”

Da pochi anni a Modena è nato il Circolo” Dal Filo in Poi” . Si è sentita l’esigenza, come in molte realtà, di unire il proprio tempo e le proprie forze per avere un punto di incontro e di riferimento dove condividere la passione  per le varie arti manuali.

Onore a una maestra merlettaia di un tempo

Della Casa Licia

Licia viene citata nell’ “Annuario del Ministero dell'Educazione nazionale” del 1939 come maestra di laboratorio per trine presso la “Regia Scuola Professionale Femminile”, Via Emilia Ovest, 4, Modena. In quell’anno c’erano 55 alunne che frequentavano la scuola.

 

 

“Ortensia “, merletto a fuselli

Questa opera ha partecipato al Concorso Bolsena 2006, classificandosi al VII posto

 

 

 

Ferrara

merletto motocicletta

Nel 2002 si è svolta a Ferrara la Mostra “ Dal merletto alla motocicletta Artigiane/artiste e designer nell’Italia del Novecento.

La poetessa dodicenne, Renata Viganò

Renata con una ampia collaretta pieghettata di merletto a fuselli

Bologna nel 1900 diede i natali a una giovanissima poetessa, la rivista “La donna” nel 1913 le dedicò una pagina intera  presentandola al pubblico e annunciando la pubblicazione del suo libro di liriche “Ginestra in fiore”.  

 

Pubblicazioni

Ropa Rossella Donne e lavoro : un'identità difficile : lavoratrici in Emilia Romagna (1860-1960),

https://archive.org/details/donneelavorounid0000ropa/mode/1up

 

 

Scuole ed Associazioni

 

·        Associazione “Il Fusello”

      Via Bruno Giorgi 187

      47023 Cesena FC
     

·        Associazione Culturale “Fili e spilli”

Via Cavour 222    Meldola

·        Circolo Culturale “ Dal Filo in Poi”

Modena    Info.    dalfiloinpoi@libero.it

 

Musei e Mostre

·         Museo degli usi e Costumi di Romagna

via Montevecchi, 41 – 47822

Santarcangelo di Romagna

tel. 0541 624703 – fax 0541 622074

http://www.provincia.rimini.it/progetti/cultura/2002_sistema_musei/m_santarcangelo/

·        Museo Civico d’Arte

Viale Vittorio Veneto, 5 Modena

Tel. Tel. 059 2033100 – 2033122 Fax 059 2033110
e-mail: museo.arte@comune.modena.it 

      http://www.comune.modena.it/museoarte/italiano/index-it.html

 

* Palazzo Ranuzzi Baciocchi: sede della Corte d’appello e della Procura generale della Repubblica –Elio Garzillo, Andrea Emiliani- ‎1994)

Nel programma iconografico giocano un ruolo fondamentale le scene con i divertimenti dei putti racchiuse nelle lunette. In una di queste la cattura di tre leoni da parte di angiolini e putti che si apprestano a cucire le reti, illustra il motto “Praebent pectacular capti”; in un’altra sono raffigurati alcuni bambini che puniscono i leoni colpendoli con fusi, conocchie e un tombolo.

Ringraziamenti

Ringrazio per la collaborazione: Annalena Guerra, Roberta Pulga, Annalisa Galletto, Elisa Bolognesi e Lorenzo Lorenzini per il Museo Gandini di Modena.

^ Con circa 250.000 negativi e 40.000 foto stampate dal 1944 ai primi anni '70, il fondo fotografico Walter Breveglieri (Fotowall), oggi di proprietà delle edizioni Minerva, è uno dei più importanti della città di Bologna.

·        Indicatore della Provincia di Bologna”, 1938 

Sitografia

https://aracne-rivista.it/wp-content/uploads/2021/03/ricami-di-una-vita.-conversazione-con-maria-virginia-cardi.pdf

https://archive.org/details/naturaedarterass1313unse

 

Videografia

^ Maria Virginia Cardi su Anita e Giuseppe Sangiorgi

https://www.youtube.com/watch?v=bepWn1CinO4

 

 

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