Emilia
Romagna Suore
Clarisse che lavorano al tombolo e al telaio in un convento di clausura a
Bologna nel 1966. (foto Walter
Breveglieri^) Nel ”Libro dei Creditori
e Debitori del Registro del guardaroba Estense” pubblicato nel 1896 troviamo
una citazione che ci porta indietro nel tempo, ai primi albori del merletto
in Emilia Romana e precisamente a Ferrara: ”Quando la regina d’Ungheria, moglie di Matthias Corvinus, era attesa
a Ferrara nel 1476, sua sorella Eleonora D’Aragona Duchessa di Ferrara,
moglie di Ercole I, cercò 18 giovani merlettaie e le esortò con urgenza a
realizzare dei merletti a fuselli in oro e seta cremisi. Questi erano
destinati ad abbellire gli ornamenti e la biancheria della camera della
regina d’Ungheria che presto sarebbe arrivata.” Un tempo il merletto
veniva fatto in molte parti dell’Emilia Romagna e fino agli inizi del ‘900 le
donne usavano indossare dei costume tradizionali con collarette molto ricche
di merletto: questo aveva uno sfondo che ricordava quello delle Fiandre. Agli
inizi del ‘900 grazie alla società “Aemilia Ars”, rinacque
il merletto con la tecnica ad ago. Molti disegni furono realizzati su vecchi
disegni del modellario di Elisabetta Cattanea Parasole.
Testimone di quella fiorente attività è stata la Signora Antonilla Cantelli, che con tenacia e passione ha trasmesso l’arte del merletto
dell’Aemilia Ars e che oggi ancora viene tramandata dalle sue discepole. In
un libro datato 1939* troviamo che presso la Scuola Professionale Femminile
di arti e mestieri “Regina Margherita” di Bologna, tra le materie c’era la
trina e il merletto con la sig.ra Paolini Maria come insegnante. Da tutte
queste testimonianze possiamo dedurre che anche a Bologna come in molti altri
paesi d’Italia, il merletto è stato considerato come un’opportunità per la
donna verso la sua emancipazione e autonomia. Bologna
Opere
di Annalena Guerra (Maestra merlettaia) A Bologna c’è un gruppo
di merlettaie a fuselli che si ritrovano sotto la direzione della maestra Annalena Guerra. In
questo gruppo si trova Roberta Pulga, che ha realizzato un’opera dedicandola
alla sua città. Il 23 aprile 2005 si è inaugurate una mostra presso la Casa
del Gufo a Bologna, una mostra
merletti di Annalena ed allieve.
La figlia di Roberta, Elisa Bolognesi, realizza con le sue mani delle
bambole artigianali, alcune vengono ornate di merletti a tombolo. La prima bambola è Zelma con un merletto a fuselli attorno al collo (
Elisa Bolognesi, Bologna) Nel Palazzo Ranuzzi
Baciocchi di Bologna, oggi Palazzo di Giustizia, si trova questa opera del
Franceschini. Nel
programma iconografico giocano un ruolo fondamentale le scene con i
divertimenti dei putti racchiuse nelle lunette. In una di queste la cattura
di tre leoni da parte di angiolini e putti che si apprestano a cucire le
reti, illustra il motto “Praebent pectacular capti”; in un’altra sono
raffigurati alcuni bambini che puniscono i leoni colpendoli con fusi,
conocchie e un tombolo (Marcantonio Franceschini 1680).
S.
Lazzaro di Savena ( BO) Associazione
Chiacchiere, filo e
… L’associazione “Chiacchiere e filo…” si
costituisce a primavera del 2010 per volere di un gruppo di amiche unite
dall’amore per il ricamo, i merletti ed ogni forma di arte collegata al filo. Ravenna A Coccolia, borgata
rurale tra Ravenna e Forlì, nel 1887 la contessa Maria Pasolini Dall’Onda,
fondò presso la sua residenza, una scuola di merletto a fuselli. Lo scopo
della contessa era quello di dare l’opportunità alle ragazze di campagna di
apprendere un’arte e guadagnare con un lavoro dignitoso. Per l’insegnamento
si avvalse della Signora Rosa da Rapallo e l’ultima insegnante fu Beppina
Buzzi. La figlia oggi conserva ancora un bellissimo campionario costituito da
98 pezzi di pregevole merletto. Agli inizi la scuola ebbe poche adesioni,
perché le ragazze di campagna dovevano seguire i lavori nei campi e non si
lasciavano affascinare da una nuova arte. Le giovani allieve non lavorano a
cottimo ma a giornata. La contessa con tenacia promosse la scuola portando i
suoi capolavori all’esposizione di Roma nel 1892. I suoi merletti acquisirono
un certo mercato per la finezza e la cura nella lavorazione. Dal 1920 la
scuola non fece più capo alla contessa, ma proseguì fino agli anni ’40 sotto
la gestione della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio)
Forlì A Forlì, verso la fine
dell’800, c’era la “Regia Scuola Normale Femminile” e l’allora direttrice Anna Monti, propose di
aprire un corso per apprendere l’arte della trina realizzata con qualsiasi
tecnica. Fino al A Meldola, attualmente
opera L’associazione “Fili e spilli”, fondata nel 1982 da Bruna Valentini e
Lorella Simoncelli. Nel Gennaio del 2004, alla Fiera di Forlì “Non solo sposi”, l’Associazioni ha curato una esposizione presentando dei
merletti nelle forme più preziose: ventagli di merletto antichi e moderni e
fazzoletti bordati di trina.
Cesena A Cesena dal 1988, un
gruppo di appassionate hanno aperto una scuola dove si insegna l’arte del
merletto con la tradizionale tecnica, ma con l’intento di proporre nuove pec
e ispirazioni artistiche. La scuola con il tempo è diventata l’Associazione “Il fusello”, che si è fatta
conoscere in tutta Italia partecipando alle varie manifestazioni e Biennali
del merletto. La Presidente, Antonia Busi, ha scritto un libro “Il sogno
nelle mani”, dove spiega gli inizi del merletto a fuselli. Nell’anno 2000
l’Associazione ha organizzato a Cesena la seconda mostra nazionale di
merletto “Il sogno nelle mani”. Bellaria – Rimini L’asssociazione
Italia Invita organizzava “La Biennale Internazionale del Merletto e del
Ricamo“, una grande manifestazione che raccoglieva numerosi espositori e
visitatori da tutto il mondo. Durante le giornate del Forum si potevano
seguire dei corsi per apprendere le varie tecniche della trina o ricamo. Nel
2003 e 2005 la manifestazione si svolse a Bellaria di Rimini e il
4-5-6-Maggio 2007 a Rimini con il tema “La ricerca”; alla manifestazione,
come ogni anno, era legato un concorso, per questa edizione portava il titolo
”Il colore” . Reportage sulla Manifestazione 2005
Collezione di Tomboli di Maria di
Benedetto ( Italia-Invita 2003 )
Ricordo lasciato da
tutte le ricamatrici del mondo ( foto Annalisa Galletto) Rimini (Rimini). Scuola istituita nel 1897, diretta
dalla signora Anita Sangiorgi, occupa dalle cento alle centoventi
lavoratrici. Il lavoro viene eseguito anche nelle case e nei conventi;
consiste in trine d'ogni punto, in ricami in bianco e in seta; la tecnica e i
disegni in genere sono rilevati da campioni antichi Non pos- siamo che ricordare i bellissimi arazzi,
ricami, trine ed altre imitazioni dall'antico del Laboratorio Sangiorgi,
perchè no Anita e
Giuseppe Sangiorgi. Intorno alla scuola di arazzi e ricami e alla Galleria
antiquaria. Storie di imprenditoria e cultura delle arti 1893-1929 (Virginia
Cardi)*
Ferruccio
De Lupis, in un articolo del 1921 su «Rassegna d’Arte» - prestigiosa rivista
diretta da Corrado Ricci marito di Elisa Ricci, la grande storica del
merletto e ricamo - scrive: "Quanto ai ricami, è fama che essi
costituirono una delle particolarità della donna romagnola. Ma la loro vita
ebbe un campo ristretto ed individuale, una espansione troppo limitata, per
poter assurgere ad una vera e propria industria artistica regionale. Una
gentildonna, la signora Anita Sangiorgi Bianchi, a ricordo dei ricami che
andavano scomparendo,raccolse antichi modelli di stoffa ricamata, ed istituì
quella scuola di arazzi, che fino a pochi anni addietro, visse fiorente e
rinomata, sotto il suo nome e la sua guida." Non bastano poche parole
per dare una idea di quello che fece Anita Sangiorgi, dell’altissima qualità
dei manufatti che uscirono dal suo laboratorio. Appartenente ad una famiglia di antiquari,
studiosi e collezionisti istituì a Rimini nel 1897 una scuola che occupava
oltre alle centoventi lavoratrici. Il lavoro consisteva in trine d’ogni
punto, in ricami in bianco e in seta. Famosi, perfetti e particolari, i suoi
arazzi a piccolo punto o punto di Francia, a mezzopunto, a punto di
Marsiglia, a punto di Romagna, a punto fiamma, richiesti in Italia e
all’estero. Il laboratorio Sangiorgi sviluppò un’attività floridissima, che,
dopo alterne vicende, ancora oggi è preso d’esempio da persone appassionate a
questa arte, come la professoressa Bianca Rosa Bellomo, che ha compiuto
un’approfondita ricerca storica sui laboratori riminesi, e le stesse
ricamatrici di oggi che si riuniscono ancora in gruppi di lavoro ed
associazioni per tramandare di generazione in generazione questa preziosa
attività artigianale. Rimini, Riccione, Bellaria e nell’entroterra riminese,
Montescudo e Coriano, vantano associazioni e gruppi specializzati in ricamo
di vario tipo, quali il macramè, il merletto a fuselli, il chiacchierino. Dal
2003 a Rimini si tiene il Forum Internazionale del Merletto e del Ricamo, in
cui il mondo del merletto e del ricamo italiano invita le appassionate del
settore sia italiane che straniere al Forum, che è prima di tutto un incontro
di persone che per l'occasione si scambiano non parole ma un "saper
fare" diffondendo così la storia tessile del proprio territorio.
Anita e Giuseppe
Sangiorgi si formano nella Milano degli anni Settanta dell'Ottocento durante
la turbolenta stagione della Scapigliatura, diventando amici di Tranquillo Cremona,
Carlo Pisani Dossi, Felice Cavallotti, Marco Praga. Lei, cognata di Mosè
Bianchi, frequenterà i circuiti delle emancipazioniste post-risorgimentali e
darà forma al suo progetto di una scuola/laboratorio di arazzi e ricami, a
Rimini. Lui, uomo colto, imprenditore e filantropo, diventa uno degli
antiquari più raffinati e importanti d'Italia e d'Europa, aprendo negli anni
Novanta la sua galleria al piano terra di Palazzo Borghese a Roma; mentre
Anita, legata alle Industrie femminili italiane, inizia a produrre i suoi
manufatti tessili per un'altolocata committenza. Entrambi frequentano le
grandi Esposizioni e spesso vi presentano i loro preziosi oggetti,
intrecciando relazioni con il mondo della cultura e dell'economia italiana.
Due profili biografici che disegnano il ritratto di un'epoca di eccezionali
trasformazioni economiche e sociali, che ha lasciato un'impronta indelebile
nella storia del nostro Paese. Modena Catalogo
della collezione Gandini: “La collezione Gandini. Merletti, ricami e galloni
dal XV a XIX secolo”, 2002. Il conte Luigi Alberto Gandini, nel Circolo
Culturale “ Dal Filo in Poi” Da pochi anni a Modena è nato il Circolo” Dal Filo in Poi” . Si è
sentita l’esigenza, come in molte realtà, di unire il proprio tempo e le
proprie forze per avere un punto di incontro e di riferimento dove
condividere la passione per le varie
arti manuali.
Ferrara Nell’anno 2002 si è
svolta a Ferrara la Mostra “ Dal merletto alla
motocicletta Artigiane/artiste e designer nell’Italia del
Novecento. Catalogo
della mostra Scuole
ed Associazioni ·
Associazione
“Il fusello” Via Bruno Giorgi 187 47023 Cesena FC http://art.supereva.it/ilfusello/index.htm?p ·
Associazione Culturale
“Fili e spilli” Via Cavour 222 Meldola 0543/49.33.56 ·
Circolo Culturale “ Dal
Filo in Poi” Modena Info. dalfiloinpoi@libero.it Musei
e Mostre ·
Biennale del ricamo e del
Merletto Bellaria La Biennale si svolge
negli anni dispari nel mese di maggio ·
Museo
degli usi e Costumi di Romagna via Montevecchi, 41 –
47822 Santarcangelo di Romagna tel. 0541 624703 – fax
0541 622074 http://www.provincia.rimini.it/progetti/cultura/2002_sistema_musei/m_santarcangelo/ ·
Museo
Cicico d’Arte Viale Vittorio Veneto, 5
Modena Tel. Tel. 059 2033100 –
2033122 Fax 059 2033110 http://www.comune.modena.it/museoarte/italiano/index-it.html * Palazzo Ranuzzi Baciocchi: sede della Corte d’appello e della
Procura generale della Repubblica –Elio Garzillo, Andrea Emiliani-
1994) Nel programma
iconografico giocano un ruolo fondamentale le scene con I divertimenti dei
putti racchiuse nelle lunette. In una di queste la cattura di tre leoni da
parte di angiolini e putti che si apprestano a cucire le reti, illustra il
motto “Praebent pectacular capti”; in un’altra sono raffigurati alcuni bambini
che puniscono i leoni colpendoli con fusi, conocchie e un tombolo. Ringraziamenti Ringrazio per la
collaborazione: Annalena Guerra, Roberta Pulga, Annalisa Galletto, Elisa Bolognesi e Lorenzo Lorenzini per il Museo Gandini di Modena. ^ Con circa 250.000
negativi e 40.000 foto stampate dal 1944 ai primi anni '70, il fondo
fotografico Walter Breveglieri (Fotowall), oggi di proprietà delle edizioni
Minerva, è uno dei più importanti della città di Bplogna. ·
”Indicatore
della Provincia di Bologna”, 1938 https://aracne-rivista.it/wp-content/uploads/2021/03/ricami-di-una-vita.-conversazione-con-maria-virginia-cardi.pdf I testi sono dell’autrice del sito frutto di
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