Sposa
Antico
figurino di sposa veneziana e di sposa non sposata, Cesare Vecellio Il più
antico figurino di abito da
sposa giunto fino a noi è di Cesare Vecellio
e si trova nel suo libro
stampato nel 1590, “Degli habiti antichi, e moderni di diverse parti del mondo”, che rappresenta
una sposa veneziana con una attenta descrizione di tutta la toilette. Il Vecellio testualmente scrive: ”Appaiono nelle pitture gli Habiti delle
Spose antiche veneziane con diversi ornamenti: ma non men diversi possiamo credere che fossero in tutte le città d’Italia; poichè si vede questo
natural diletto quasi in tutte
le donne di comparire a gara ornate. Ma dalle molte pitture
vedute da me, reco in questo volume quelle, che mi paiono degne di considerazione massime quelle che sono nella
Compagnia o Congregazione
di S Giovanni Evangelista, dove ho trovato molti degli habiti del natural che sono d’antica
e buona mano. Vi si veggono dunque
molte spose con una corona in testa a modo di Regina. Carica di perle
e di gioie, con un cerchio attorno di simile ornamento. Sotto questa corona s’attacca e scende su le spalle un velo sottile e trasparente, co’ capelli non ricci, ma distesi e parte d’essi cadenti presso l’orecchio, dove fanno bello ornamento. All’orecchio portavano pendenti di tre
perle l’uno, congegnate insieme e legate in oro: e al collo un’ornamento di gemme e d’oro con certi merletti che facevano molto bella veduta. Dalle figure medesime si cava ch’el petto e le spalle erano scoperte avendosi allora l’usanza di lasciare vedere fin da quella parte la bianchezza delle carni. Da quell’ornamento
d’oro pendeva una piccolo catena gioiellata………Un
periodo prima del matrimonio
tutti i parenti e amici facevano visita alla sposa la quale inossava un velo nero di
seta chiamato ”Cappa”che copriva la testa e scendeva sulle spalle. In queste occasioni si ornavano di oro
e perle, abbellimento che non portavano prima di essere sposate
a parole. Nel
1840 la regina Vittoria, icona di stile e modernità, si sposò con un vaporoso abito bianco, rompendo così tutti gli schemi
della moda in fatto di etichetta.
Da allora tutte le spose, iniziando dai reali ai nobili
e via via a scendere negli strati sociali, a seconda delle possibilità economiche, hanno usato l’abito bianco.
Abiti
da sposa proposti dalla rivista “Godey’s Fashion” nel
1861
Chiara Ferragni e il suo abito firmato
Christian Dior
Chiara
Ferragni con l’abito da sposa in merletto
d’Irlanda firmato Dior. L’ampia gonna di tulle copre la parte bassa di una
tutina a pantaloncini corti.
La foglie
di vite, i grappoli d’uva
e le roselline sono i motivi ricorrenti
che formano la tuta, i grappoli
a volte sembrano anche dei fiori, nelle
immagini possiamo vedere uno dei
quattro motivi che formano una
foglia e il motivo per realizzare i chicchi d’uva
o i fiori. Tutto il décolleté è un insieme di roselline
realizzate separatamente
come tutti gli altri elementi che una volta
imbastiti sul cartamodello vengono uniti da una
catenella con picot eseguita
al momento. Le roselline formano anche il collettino a fascia, rifinita da una
leggera dentellatura.
Catenella
con picot e tipologia di rosellina che copre tutto il
décolleté dell’abito L'abito
da sposa si ispira alla
tradizione italiana, ricordiamo che sull’isola Maggiore nel lago Trasimeno questa tecnica si esegue
da più di un secolo. Per realizzarlo ci sono volute più di 1600 ore di lavoro e 400 metri di tessuto. “Abbiamo creato una tuta crochet che ricorda il
lavoro artigianale tipico dell’Italia, fortemente legato alla tradizione femminile”, afferma la stilista di Dior. ll vestito
dalle maniche a tre quarti con corpetto crochet e gonna in
tulle disegnato da Maria Grazia Chiuri (direttrice artistica di Dior), che Chiara ha scelto per la cerimonia, comunica un importante messaggio femminista. Chiara Ferragni riferendosi alla motivazione per cui ha scelto la stilista dice :“Non
solo perché è la prima donna a dirigere
un maison francese così importante, ma anche perché ha portato un'allure completamente diversa al marchio per comunicare un messaggio sul nuovo ruolo delle
donne, sul femminismo, e questo per me è
molto importante”. Kate e Diana A sinistra
la manica dell’abito da sposa di
lady Diana e a destra il particolare della manica dell’abito di Vittoria duchessa
di Nemours, 1840
Lo stilista Oscar De La Renta ha presentato nella sua collezione per la sposa
2019 questo abito tutto di felci su tessuto traforato usando la tecnica dell’intaglio. Non sarà fatto a mano,
ma l’effeto è sensazionale. Anche la contessa
Olympia von Arco-Zinneberg ha indossato questo abito per il suo matrimonio “Tramandato di generazione in generazione, giunge talvolta alla sposa
il velo in merletto antico, prezioso retaggio di famiglia” Veli
da sposa e la scuola merletti
di Burano La scuola
merletti di Burano realizzò pregevoli veli da sposa per insigni personaggi dell’alta società: il velo da
sposa della principessa Maria Letizia Bonaparte, della principessa di Sassonia Weimar, della principessa imperiale giapponese, di Maria d’Inghilterra, di Elena di Montenegro e della principessa Maria Josè del Belgio sono usciti
tutti dalle mani delle merlettaie
veneziane^.
Velo
da sposa per la regina Elena di Montenegro che indossò il
giorno del suo matrimonio con il re Vittorio Emanuele III, il 24 ottobre 1896. Questo prezioso velo le fu donato dalla suocera, la regina Margherita. Il velo è stato commissionato alla Scuola merletti di Burano ed
è stato eseguito ad ago
con filati di seta e d’argento. Velo
da sposa di Maria Letizia Bonaparte per il giorno del suo matrimonio con il principe Amedeo
di Savoia avvenuto a Torino nel 1888, dono della regina
maria Adelaide d’Austria.
Il velo era stato commissionato alla Scuola merletti di Burano. Velo
da sposa della principessa spagnola Eulalia di Borbone* Velo
da sposa in merletto fiammingo “Point de
Gaze”, donato dalla città di Bruxelles
alla principessa Stefania ( figlia di Elisabetta di Baviera- Sissi)
per il suo matrimonio celebrato il 10 maggio 1881.* Velo
realizzato ad ago e donato
nel 1878 a Marie Henriette
d’Austria regina del Belgio per sottoscrizione nazionale da parte delle donne belghe,
in occasione delle sue nozze d’argento. Velo nuziale di Maria- Cristina, regina di Spagna, eseguito
su fondo Drochel. Velo
da sposa, merletto a fuselli, Danimarca-Tønder XVIII secolo dono della
Rogers Fund, 1921 © Metropolitan Museum, New York Velo
da sposa in “Point de
Gaze”, primi XVIII secolo Velo
da sposa di pregevole manifattura realizzato ad ago
per un matrimonio reale. Collezione Leone Ricci di
Firenze presentato in una
vendita all’asta nel 1915 a New York. Velo
da sposa a forma di balza, tecnica
ad ago “Point de Gaze”, Collezione Leone Ricci di Firenze presentato in una vendita all’asta
nel 1915 a New York. Abito
da sposa in merletto rinascimento brasiliano “ |
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^ Il solco
rivista di cultura e di attività
femminile, 1934
Les dentelles
a lʼaiguille, Antoine Carlier
de Lantsheere, 1904
Merletti all’esposizione di
Bruxelles del 1884