Veneto
Merletto
ad ago 1665-1675
Merlettaie di Pellestrina Venezia è stata la culla del merletto: qui
l’arte del merletto ad ago e fuselli ha avuto una florida attività per molti
lustri. Il buon gusto delle dame, poi la moda, la
passione delle merlettaie veneziane e non per ultimo il bisogno di guadagnare
in momenti difficili tra epidemie e carestie, sono state le motivazioni che
permisero al merletto di nascere e crescere a Venezia. Da questa prima
pagina si apre un percorso fatto di molte pagine suddivise nelle due
tecniche: ” tecnica ad ago” e ” tecnica a fusello” . Attualmente nella
laguna, nelle isole, nella terraferma veneziana e in altre zone del Veneto ci
sono alcuni gruppi che continuano la lavorazione del merletto o si dedicano a
mantenerne sempre viva la memoria con costanza e dedizione continua. Venezia Centrino,
punto Venezia e nastrino 1970, collezione privata Famiglia Parenzan, Venezia · Emma Vidal è la più anziana merlettaia di Burano, nel 2016 ha compiuto 100 anni, è una signora che lavora ancora senza occhiali ed è agguerrita nel salvaguardare la sua arte. Nel 2017 ha ricevuto il Premio “Venezia città delle donne”, il riconoscimento istituito lo scorso anno dalla Fondazione Musei Civici Veneziani, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, per dare risalto a quelle figure femminili che più hanno caratterizzato la storia di Venezia nel campo del sapere artigianale, delle arti, dell’economia, dell’insegnamento ·
La Fondazione
Marcello persegue il desiderio della Contessa Andriana nel coltivare l’arte del merletto a Venezia. ·
A Venezia, opera un
gruppo di merlettaie appassionate di merletto a fuselli. Molte di loro hanno
appreso l'arte sin da piccole, altre avevano il desiderio di imparare. Piano,
piano si è formato il gruppo" Il Merletto Veneziano a San
Zaccaria", che con la guida di una maestra merlettaia prima, poi con
Graziella Ghezzo, si è continuata l'antica tradizione veneziana. Gli incontri
sono settimanali presso la parrocchia di S. Zaccaria ·
Per il merletto ad
ago, l’Associazione “ Sette Mari” riunisce le merlettaie veneziane che ogni
anno allestiscono una mostra dei loro manufatti. ·
·
Venezia
fará parte dei dodici comuni che costituiranno una “rete”di promozione e
sosterranno, anche finanziariamente, il Progetto di Candidatura del Merletto
Italiano a Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO. Danza e merletto L’Associazione veneziana” Il Posto” ha per oggetto la
diffusione, la conoscenza, la pratica e lo sviluppo dell’arte della danza e
delle attività di movimento ed espressione della persona. Tra i progetti
presentati, indirizzati alle scuole Elementari e Medie, è spiccato il
progetto “ Dal merletto al labirinto” : si tratta di un approccio corporeo,
un’interazione dinamica con la struttura del merletto e con la trama e il
disegno dei tessuti. A partire da una presentazione su merletti e tessuti si
sviluppa un’indagine attorno alle architetture dei labirinti. Mestre L'attività della lavorazione del merletto è
ancora fervida, sia in terraferma che nelle isole e proprio per questo
si è sentita la necessità di raggruppare le numerose forze in una unica
associazione. Ecco
che nel gennaio Nel 2005 il Club si divide e nascono due associazioni: L’associazione “ Il Merletto veneziano”,
che raggruppa merlettaie di Venezia e Mestre con la tecnica ad ago e a
fuselli. L’associazione “Venezia
Merletti” che riunisce merlettaie ad ago e a
fuselli. Fiesso
d’Artico Festa
per i 100 anni di nonna Costantina di Silvano Bressanin In tre paesi
(Vigonovo, dove è nata, Fiesso d'Artico, dove ha sempre risieduto e Stra,
dove viene saltuariamente ospitata alla Rsa) hanno festeggiato, ieri, i cento
anni di Costantina Penazzato. Una vita intensa, difficile, per questa donna
di carattere, che ha dovuto, dopo la nascita del figlio Giovanni, attivarsi
per affrontare tante problematiche, senza l'adorato marito Albano, partito
per il fronte nel '39 e ritornato nel '45. «Fortunatamente», dice, «mi lasciò
un po' di terra e una mucca. Mi sono rimboccata le maniche: coltivando l'orto
potevo contare su verdura, frutta e un po' di grano, mentre la mia mucca mi
"donava" del latte con il quale ci sfamavamo. E
"sbattendo" con forza e a lungo il latte su di una bottiglia ben
tappata, riuscivo anche a ottenere del burro che oggi, le signore che vanno
al supermercato, se lo sognano». Ma i soldi non bastavano e allora la signora
Costantina cominciò a lavorare di ricamo e merletto nella grande scuola
creata a Barbariga dall'indimenticabile Mario Giobellina. Attualmente è
accolta nella Rsa con cicli di accoglienza Temporanea sociale e di Centro
diurno. Spessissimo dunque vive a casa, coccolata amorevolmente dal figlio
Giovanni, dalla premurosa nuora Maria e dai nipoti Alessio ed Ilenia, che non
le fanno mai mancare dolcetti e caramelle. Alla festa hanno preso parte il
direttore dottoressa Perin, il presidente Bozzato, autorità civili e religiose
dei comuni di Stra e Fiesso. « Mirano A Mirano, all’interno dell’Associazione ARCAM, si svolgono corsi di
merletto ad ago di Burano e a fuselli, con la maestra Giuliana Sinigaglia. A
cadenza biennale, all’interno della Villa Belvedere, si svolge una mostra
dove le allieve portano i loro lavori. Villa Belvedere, Mirano Dolo A Dolo, presso la Biblioteca Comunale (Villa Concina) si svolgono
corsi di merletto a fuselli con la docente Maria Maritan. Chioggia L'associazione
"Il merletto di Chioggia" è nato nel febbraio del 2016 con
l'obiettivo di salvaguardare e valorizzare il merletto tipico del territorio
chioggiotto attraverso iniziative che favoriscano il recupero, la pratica e la
diffusione delle tecniche e della cultura artigianale ed artistica
tradizionale. Asolo Asolo con la sua affascinante storia,
racchiude uno scrigno di bellezze e fra queste c’è l’antica Scuola asolana di
ricamo, oggi “Associazione
Tesori d’Asolo”,
Non si tratta di una scuola, bensì di un laboratorio artigianale che ha
mantenuto la denominazione di "scuola", perché così si chiamavano le
vecchie botteghe artigiane, dove i giovani entravano per imparare l'arte. La
scuola nacque nel 1891 per la produzione del merletto, il suo fondatore era
un inglese: Robert Wiedemann Browning, figlio del poeta Robert Browning e di
Elisabetta Barret, che stabilirono ad Asolo la loro dimora. L'intento
era di dare modo alle donne Asolane di
avere un lavoro ed insegnare alle giovani un mestiere. Successivamente, con
la gestione di Lucia Occioni Bonaffons Casale, la produzione si ampliò
proponendo i motivi del ricamo italiano di ogni epoca. Dopo la morte di Anna Milani nel 2007 che per 20
anni aveva portato avanti la gestione della scuola, il laboratorio rischiava
di chiudere, ma nel 2013 grazie ad una piccola
cordata di tre appassionate, storiche clienti, (una cantante lirica, un
medico ginecologo ed un’imprenditrice agricola) la scuola riprese le sue
attività e ancora oggi resiste contro le avversità della tecnologia
proponendo articoli di pregio per clienti che amano l’eleganza e la qualità.
L’obiettivo è semplice: rivitalizzare l’attività di produzione, individuando
nuove forme di utilizzo del patrimonio di disegni e schemi che l’archivio del
laboratorio custodisce, e contemporaneamente ricercare nuove applicazioni
delle varie antiche tecniche di ricamo in bianco e a fili contati. Mabel Dodge, una aristocratica americana di New York, aveva una residenza estiva a Firenze, Villa Curonia, dove ospitava insigni personaggi tra questi Pen Browing, il quale aveva sposato un’ereditiera americana. Ebbene, nella casa americana di Mabel al 23 Fifth Avenue aveva tre alte finestre rivolte verso la via più famosa di New York e le sue tende di lino bianco, provenivano dalla scuola asolana°. Pen donò insieme ad altre persone facoltose (tra cui la contessa Marcello che donò 800 lire), la somma di 100 Lire per la Mostra di merletti italiani per l’esibizione mondiale colombiana a Chicago del 1893.* Robert
Wiedemann Browning, conosciuto come Pen Browning, fondatore della Scuola Asolana di Antico Ricamo e figlio del poeta e scrittore Robert
Browning. Antico merletto asolano L’articolo seguente è apparso su TrevisoPress
il 22 aprile 2013 Un uomo l’ha fondata ma quattro donne
l’hanno salvata. Stiamo parlando della scuola asolana di Antico Ricamo che
fonda le sue origini nel 1891 grazie all’intuito, l’amore e la passione di
Pen Browning figlio del celeberrimo poeta inglese Robert Browning innamorato
di Asolo e che dopo varie traversie fino alla chisura, ora ritorna a
splendere grazie alla buona volontà di tre donne: Anastasia Zambianco
Bernini, Barbara Meneghetti Sammartini, Francesca Forni, Anna Pieroni. Sabato
presso la Sala della Ragione in Asolo si terrà la presentazione dell’attività
passata e futura della Scuola Asolana di Antico Ricamo, in occasione della
ripresa della sua attività dopo una breve interruzione. Nel 1891 Browning
diede vita a questa iniziativa che a quel tempo era innovativa, avveniristica
quasi impensabile e trovò però terreno fertile tra le ragazze asolane ma
anche della pedemontana. Con filo e telai dell’epoca, grazie alla fantasia ed
alla passione in breve tempo riuscirono a creare un’attività che fece presa
in tutta la zona. Al punto che alla morte del suo fondatore, questa attività
proseguì in Asolo per quasi 120 anni.” la Scuola rischiava di sparire
-spiegano ora le organizzatrici- con la prematura scomparsa dell’ultima sua
esponente, Anna Milani.” Ecco allora, e stiamo parlando di circa due anni fa,
un piccolo gruppo di appassionati, credendo fermamente nel suo valore storico
e culturale, cosi alto in generale ed in particolare per Asolo, hanno fondato
una società per portare avanti il lavoro della Scuola, impegnandosi a
preservarlo. “Vogliamo rivitalizzare l’attività di
produzione -spiegano- individuando nuove forme di utilizzo del patrimonio di
disegni e schemi che l’archivio del laboratorio custodisce, e
contemporaneamente ricercare nuove applicazioni delle antiche tecniche di
ricamo in bianco e a fili contati, in particolare il punto croce, vero punto
di forza della Scuola, valorizzando in questo modo tutta l’esperienza ed il
know-how che il laboratorio custodisce da più di 120 anni.” L’alta qualità e
raffinatezza della produzione è rimasta nel tempo inalterata: la tecnica
d’esecuzione ed i materiali utilizzati sono abbinati all’impiego dei campioni
e disegni autentici ed esclusivi: ogni pezzo infatti viene firmato con la
piccola Rocca di Asolo. La produzione odierna si è arricchita di nuovi
oggetti che la presenza di parti ricamate rende unici ed irripetibili, ogni
pezzo un piccolo capolavoro. Asolo e gli asolani hanno riscoperto un piccolo
tesoro d’arte artigianale ed anche di storia locale. Gabriele Zanchin Conegliano Nella città di Treviso e a Conegliano, città in cui il merletto non ha tradizione, ci sono dei gruppi che si ritrovano per apprendere l’arte del merletto a fuselli e ad ago come l’Associazione “Sampler Club”. Particolare
di una tovaglia in lino ricamata con inserti di merletto a fuselli, esibita
durante la mostra ”
Trasparenze di vetri e ricami ” a Conegliano - Palazzo Sarcinelli nel
2016. Ponzano
Veneto
“Filofilò...ovvero
l’arte del ricamo a Ponzano Veneto” Nel
marzo del 2006 si è svolto il “ Filofilò”, sesta edizione della Mostra
dell’Artigianato femminile di Ponzano Veneto, interamente dedicata al ricamo. Organizzata
dal Gruppo artistico-culturale “ Milo Burlini “, con il patrocinio del Comune
e della Confartigianato, “ Filofilò “ è stata inaugurata il 5 marzo alle ore
10 presso la barchessa di villa Rubbi-Serena. In mostra i ricami della scuola
ponzanese tenuta da Marisa Frison e da Marinella Rapino, i lavori a tombolo
di Giovanna Ferretti e i “chiacchierini”
di Elsa e Laura Sernesi, vincitrice quest’ultima del primo premio per
i sacchettini al Concorso di Natale di Rakam. Ospiti prestigiose della
manifestazione Maria Pia Gayart con i suoi famosi sfilati e Maria del Popolo
insuperabile nel reticello antico. Nell’anno 2007 si è
svolta
un’altra mostra ,
ricca di fantasie e raffinatezze. Locandina
mostra 2004 Verona Nel
centro storico di Verona, vicino alla maestosa Arena, si trova la scuola
laboratorio di Rita Sciamanna. Un ambiente magico che ci riporta ad altri
tempi dove i cassetti ordinati e pieni di lenzuola federe e tovaglie ricamate
e bordate di trine profumavano di lavanda. Rita,
marchigiana di origini e veronese di adozione ha sempre respirato aria di
merletto, nella sua famiglia di origine la mamma e la nonna si dedicavano
assiduamente all’arte del merletto a fuselli. Fiori
in merletto a fuselli, Rita Sciamanna Merletto marchigiano, Rita Sciamanna http://www.youtube.com/watch?v=DX6zfHeNELM Cologna
Veneta Antico
merletto di Cologna, tratto dalla rivista mensile “Vita femminile italiana”,
1907 Punto
Cologna: Il salvataggio di un merletto di Wally Massimo Andreoli E’
il 1602 quando a Cologna Veneta, in provincia di Verona, ma posizionata
strategicamente ai confini di tre province (Verona, Vicenza e Padova)
arrivano da Venezia, con lo scopo di educare le fanciulle al lavoro manuale e
artistico, alla preghiera, alla meditazione e alla disciplina, un gruppetto
di suore cappuccine. Cologna Veneta, i cui cittadini erano cittadini
veneziani, era già aggregata al sestiere di Dorsoduro da poco meno di
duecento anni e ci sarebbe rimasta per altrettanti. L’interesse che Venezia
poneva in questo lembo di terraferma non era solo di ordine
politico-militare, ma soprattutto di risorse agricole. La zona era vocata per
la coltivazione della canapa, che a Venezia serviva per la produzione di
cordame necessario per la sua flotta navale. In tutto ciò era facilitata da
una via preferenziale che sfruttava il corso, in entrambi i sensi, del fiume
Guà, per mezzo di chiatte. Le suore cappuccine che da Venezia arrivarono a
Cologna erano dotate di cultura e genio artistico, una di loro suor Gertrude,
al secolo Cattarina D’Orio, era così potente da influenzare persone impegnate
socialmente. Furono loro a portare a Cologna l’arte del merletto con il suo
caratteristico ‘’punto in aria’’, così chiamato perché non viene realizzato
su alcun tessuto di supporto, ma vive di trama e ordito propri. A Cologna
Veneta queste realizzazioni artistiche ad ago e filo subirono nei secoli
successivi trasformazioni dettate dall’estro creativo delle merlettaie
locali, non solamente nelle tecniche di lavorazione ma anche nei disegni
elaborati, tanto da arrivare ad assumere nome e caratteristiche propri: era
nato il PUNTO COLOGNA. E’ di questo periodo una pregevole produzione di
tovaglie per altari. Con l’arrivo di Napoleone e con la conseguente caduta
della Repubblica di Venezia nel 1797, il convento delle suore cappuccine,
come molti altri, fu smantellato e le suore dovettero emigrare verso altri
conventi o rientrare nelle famiglie di origine. Grazie alle superstiti, in
numero esiguo in verità, il “segreto” del Punto Cologna fu tramandato fino
agli inizi del 1900. Nel 1907 grazie alla lungimiranza dell’Avv. Antonio
Gaspari e della moglie del sindaco allora in carica, la Sig.ra Teresa Dea
Piccini, venne fondata l’ultima scuola in Cologna Veneta. In seguito
l’attività continuò e raccolse successi e riconoscimenti fino alla prima
guerra mondiale, dopodiché la società si sciolse e le merlettaie se ne
andarono senza rivelare ad alcuno i loro segreti. Non avendo mai nessuna di
loro lasciato disegni e scritti tutto sparì. Però un miracolo è avvenuto:
Marilisa Edoni, nata a Cologna Veneta negli anni cinquanta, conosce la Sig.ra
Wanda Zanini, ultima testimone produttiva del Punto Cologna, e prima che la
Sig.ra tornasse alla Casa del Padre, con una discreta ma tenace e puntigliosa
insistenza si fa svelare, salvandoli così dall’oblìo, i rudimenti di
quell’arte. Seguono anni durante i quali il “salvataggio” vero e proprio
prende forma con la partecipazione di Marilisa a varie manifestazioni sul
territorio per divulgare e promuovere questa arte antica. E qui comincia la
prodigiosa avventura di Marilisa Edoni. Nel 2007, a cento anni di distanza
dalla nascita dell’ultima scuola di merletto, per volontà dell’assessore alla
cultura dott.ssa Laura Branco e del Comitato della Biblioteca Civica, nasce
un primo gruppo di diciotto merlettaie, che nel 2012 diventano socie
fondatrici della novella associazione. Viene collezionato un altro successo:
il Comune di Cologna Veneta assegna al Punto Cologna la Denominazione
Comunale (De.Co.) garantendogli così la protezione dalle imitazioni. In
seguito la fondatrice, sempre Marilisa Edoni, scrive un manuale molto
interessante intitolato Punto Cologna (variazioni su un antico merletto di
origine veneziana ad ago) edito da Nuova Esseuno di Bologna. Ed ecco che il distacco
dalla progenitura è definitivo. Nel manuale si susseguono descrizioni e
fotografie del punto smerlo, del dentello semplice, del dentello doppio
semplice, del dentello con filo lanciato, punto a nido d’ape, lavorazione a
diamante, diamante a nove fori e tanto altro. E’ il 5 aprile 2015 quando al
Palazzo della Borsa di Genova, la maestra Marilisa Edoni riceve la medaglia
d’oro del Presidente della Repubblica per aver vinto il primo premio, alla
sua seconda partecipazione (alla precedente edizione vinse il 2° premio con
un lavoro eseguito con il suo gruppo di merlettaie), al concorso
internazionale biennale di ricamo ‘’De Fabula’’ con il tema ‘’Il sogno, un
mondo fantastico dove si vivono esperienze e situazioni incredibili’’. Per
rappresentare il sogno è ricorsa ad un galeone che solca le onde, sospeso su
uno spicchio di arcobaleno e con la presenza di undici farfalle diverse una
dall’altra. Il 6 dicembre 2015, al taglio del nastro in occasione della
31esima festa dedicata al tipico dolce di Cologna (il mandorlato), nella sala
consigliare del Capitaniato, il sindaco Silvano Seghetto, a suggello di tutto
il suo pregevole operato, ha insignito Marilisa Edoni della medaglia d’oro
“Cologna Veneta città del mandorlato”. Eventi
storici a Verona ·
A Grezzana, la ditta Melville & Ziffer
con un accordo datato 15 maggio 1915, con la scuola merletti di Burano, cede
35 operaie alla scuola per 5 anni. Le due parti contraenti convengono di non
danneggiarsi copiando i disegni l’un l’altra. ·
Sempre a Grezzana le
suore della Misericordia, prima della seconda guerra mondiale, avviarono una
scuola per dare un'occasione di lavoro alle donne e consentire loro di
contribuire al reddito delle famiglie allora legato essenzialmente
all'agricoltura. I merletti finemente lavorati, con
il tombolo, venivano venduti a Venezia. Una quarantina erano le ragazze
impegnate all'inzio della guerra. ·
A Peschiera del Garda dal 14 dicembre sino al 12 gennaio 2003 si è
svolta Cencenighe Agordino, Belluno A Cencenighe si è formato
il” Gruppo Merletto Agordino”, con lo scopo di tramandare e far rivivere
l’antica tradizione del fusello. Padova A Padova, la stilsta Patrizia Piccaluga propone
le sue preziose opere fatte rigorosamente a mano: tende, tovaglie,
asciugamani, lenzuola, tutto per vestire al meglio gli arredi della casa.
Patrizia possiede una ricca collezione di trine provenienti dalla sua
famiglia e da alcune donazioni. Da qui si deduce che è indubbiamente un’amante
del bello e il piacere di ricercare e creare è una sua continua passione. Esposizione
di Patrizia Piccaluga di Padova, restauratrice e collezionista di merletti
antichi, in occasione di Abilmente 2007. Nel suo stand aveva portato dei
merletti veneziani ad ago molto preziosi e conservati benissimo. Sullo sfondo
tendaggi con lavorazione ad intaglio ed intarsi a filet. Battaglia
Terme (Padova) Il
merletto di Battaglia tra le due guerre del XX secolo era giunto ad occupare
circa un migliaio di lavoranti a domicilio sparse in tutto il circondario da
Pernumia a S. Pietro Viminario, da Pozzonovo a Monselice e a Due Carrare.
Questo merletto si distingueva per essere una tipologia particolare con una
predilezione per l’ornato-figurato. Tra le imprenditrici-artiste del merletto
di Battaglia Terme si distinse Carlotta Ciprian che verso la fine dell’ottocento
a Battaglia Terme iniziò una fervida attività producendo ricami e merletti. Carlotta
fin da fanciulla si rivelò amante del ricamo con il quale passava ore e ore,
seduta davanti alla porta di casa, con ago e filo in mano. Nonostante
numerose fossero le ragazze e le donne dedite al ricamo, solo lei, la giovane
Carlotta, venne notata dal conte Angelo
Emo Capodilista e dall’altrettanto blasonato Victor Wimpffen. Colpito infatti dall’abilità di Carlotta, il von Wimpffen volle
presentarla a Michelangelo
Jesurum, della rinomata omonima ditta di ricami di Venezia,
il quale aveva un merletto pregiato bisognoso di un profondo restauro al
quale compito nessuna delle sue lavoranti era in grado di assolvere. Tutto
il seguito della storia si trova in questa pagina. “Merlettaia
al tombolo”questo dipinto si trova al ristorante da Lino a Pieve di Soligo
(TV) Scuole
ed Associazioni ·
" Associazione
ARCAM sede
Via Paganini, 2/b - 30035 MIRANO Tel. 041 5701662 www.arcam-mirano.it " ·
Associazione
"Arte del filo" (dal 1995) Presidente : Maria Concetta Ronchetti P.sso Villa Tacchi, Viale della Pace, 89
(VI) C.P. 562 36100 (Vicenza Centro) info@artedelfilo.org ·
Gruppo
" Il merletto Veneziano a S. Zaccaria” Insegnante Graziella Ghezzo P.sso Parrocchia SS. Giovanni e Paolo e
Parrocchia S. Zaccaria (VE) ·
Scuola
"Istituto Venezia" Campo S. Margherita 3116/a Dorsoduro 30123
Venezia Tel.
041-5224331
Fax-5285628 istitutovenezia@tin.it http://www.istitutovenezia.com/it/combi_itmerletto.html ·
Associazione
"Le Formiche"
Campalto Favaro V.to (VE) Fondatrici: Annunziata, Marina,
Monica, Paola, Roberta, Teresa Insegnante
Annunziata Via S,Mammaso,
16 37121 (Verona) Tel.045/596509 ·
Associazione"Filo
Filò"(dal 1998) Presidente Giuliana Buonpadre Referente
Emilia Bernardis Via S.Egidio, 9c (Verona) Tel.045-592943 staff@filifilo.it
http://www.filofilo.it/homepage.htm Musei e mostre Museo
Arti Applicate, Palazzo Zuckermann corso
Garibaldi 33 Padova tel.
049 665567 Bibliografia °
American Salons: Encounters with European Modernism, 1885-1917 * A guide to old
and new lace in Italy : exhibited at Chicago in 1893 by Contessa Cora
Brazzà Ringraziamenti Si
ringrazia Wally Massimo Andreoli per l’accurata ricerca sul merletto di
Cologna https://www.venetidelmondo.it/2016/02/07/punto-cologna-il-salvataggio-di-un-merletto/ I testi sono
dell’autrice del sito
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