Punto Tavarnelle in Toscana

 

Tavarnelle è una frazione del comune di Barberino Tavarnelle, nella città metropolitana di Firenze in Toscana, nella Val di Pesa.

Il punto Tavarnelle è un merletto ad ago nato a Barberino-Tavarnelle  a partire dal 1906 presso l'asilo Vincenzo Corti, gestito dalle suore dell’Ordine delle Serve di Maria Addolorata, che ospitava la scuola Elementare e la Scuola di Lavoro. In quell'anno giunse Suor Arcangela Banchelli, che sapeva eseguire il merletto ad ago, e iniziò ad insegnarlo alle bambine e ragazze. Le più piccole iniziarono a fare gli “smerlini”, “i dadini” e poi gradualmente “il punto pieno” e i “motivi a rete e a punto sodo”. In quegli anni nella zona molte donne lavoravano la paglia: facevano delle lunghe trecce che poi vendevano alle manifatture di borse e cappelli di Firenze, grazie alla mediazione di "fattorine" che s'incaricavano di mantenere i rapporti tra la committenza e la mano d'opera. Per commercializzare i merletti si utilizzò lo stesso sistema, e i pizzi di Tavarnelle divennero famosi.

La fama del ricamo si diffuse, giunse a Firenze da dove provennero le prime importanti commissioni, alcune note ditte e confezioni dell’epoca come quella di Campodonico Navone. Fu allora che le donne si dedicarono completamente alla passione dell’arte dell’ago che rimpiazzò il lavoro con la paglia e divenne un impiego professionale a tutti gli effetti. Dall’operosità e dalla fantasia di queste donne, che si riunivano a piccoli gruppi davanti alla porta di casa, negli orti, in piazza Cresti, lungo la Pesa, uscivano creazioni straordinarie: corredi sontuosi, arredi per chiesa, biancheria per la casa, lenzuola, bordi per abiti, coordinati in bianco e a colori, con applicazioni di perline, ricami a traforo su tessuto di raso.

 

Le ricamatrici del punto Tavernelle a San Donato nel 1954, © Ughetta Falai^

 

Anche Ferragamo, la nota Maison della calzatura, nel periodo che precedette la seconda guerra mondiale, quando iniziò a scarseggiare il pellame, apprezzò il merletto di Tavarnelle tanto da avvalersene per la creazione di scarpe realizzate appunto con la tomaia di merletto. Fu così che le abili mani delle merlettaie di Tavarnelle ricamarono per le star del cinema internazionale come Audrey Hepburn, Anna Magnani, Sofia Loren, Jaqueline Kennedy Onassis, la principessa Maria Adelaide Bastogi Borghese, Liz Taylor le quali indossarono quei capolavori fatti a mano.  Il punto amato dalle dive degli anni Cinquanta, era chiamato il “ricamo su carta” perchè non si ricamava su un tessuto, ma sopra un disegno in carta.

Ogni manufatto realizzato con il punto Tavarnelle è un frammento di vita che porta con sé una storia, una testimonianza che il Comune di Barberino Tavarnelle si propone di raccogliere, conservare e tramandare. Ogni ricamo su carta che emerge dall’oblio del tempo, tirato fuori da un cassetto, è il tassello di un archivio della memoria che permette di riflettere sul passato di una comunità.

Questo merletto ha una sua peculiarità nel disegno che è spesso cosparso di cerchietti pieni a punto festone, o piccolissimi e vuoti all’incrocio delle barrette di giunzione, oppure semi lavorati arricchiti da pippiolini. La procedura nell’eseguirlo è come il merletto in aria, simile al merletto di Burano, all’Aemilia Ars, Punto Maglie e molti altri. Oltre ai motivi geometrici e floreali troviamo spesso raffigurata “la pupa o donnina e il pupo” in coppia, come nel merletto di Maglie (Puglia) e Pescocostanzo (Abruzzo).

 

            

Caratteristiche peculiari del punto Tavarnelle

 

Un manufatto che per un secolo ha impegnato, appassionato, ha dato lavoro a centinaia di donne attraversando la loro passione in maniera trasversale e intergenerazionale: nonne, mamme, figlie che sull’uscio di casa hanno tramandato oralmente i loro segreti dando vita a veri e propri capolavori artigianali che hanno venduto, promosso, esportato il ricamo made in Tavarnelle in tutto il mondo.

 

 

L’Amministrazione Comunale nel 2002 pubblicò un volume a cura di Ebe Ciampalini Balestri dal titolo “Il punto Tavarnelle e dintorni… un secolo di artigianato artistico sull'uscio di casa”, le scuole di ricamo di Tavarnelle, con Sambuca, San Donato, Barberino e San Casciano” edito da  Rizzoli.

 

 

 

Abito da sposa impreziosito da un davantino e fianchetti in punto ad ago di Tavarnelle.

 

“Iride”, décolleté con tomaia in merletto ad ago di Tavarnelle, Salvatore Ferragamo, 1930 

"Ranina", sandalo con tomaia in merletto di Tavarnelle e ricamo di paillettes, realizzato per Anna Magnani, 1955

 

Un appello alle ultime ricamatrici

Nel 2022 il sindaco di Barberino, David Baroncelli, dalla sua pagina Facebook si era messo alla ricerca delle ultime ricamatrici eredi del punto Tavernelle, sottolineando “il prestigio e l’importanza dell’attività artigianale sviluppata grazie all’abilità di tante donne del territorio che trasformarono la loro passione in un tratto identitario, culturale ed economico in grado di favorire la crescita del paese”. La risposta è stata generosa e il sindaco ne spiega il risultato: “All’appello hanno risposto tante persone che ringrazio di cuore, nonne e mamme che lo hanno ereditato e lo praticano ancora e altre appassionate fra le più giovani, che hanno chiesto di creare occasioni e incontri per non disperdere questo patrimonio e imparare a ricamare come si faceva una volta” Sulla sua pagina Facebook pullulano immagini con i capolavori del punto Tavarnelle, pezzi unici pubblicati dalle cittadine di Barberino Tavarnelle che conservano orgogliosamente nelle loro case come pregiati ricordi di famiglia.

Nell’aprile del 2024, grazie alla donazione di una cittadina, il Comune ha deciso così di aprire un'accademia nei locali dell'Auser, organizzata da Chiantiform, attraverso il progetto "Impara l'arte...col Punto Tavarnelle". Questa lodevole idea ha visto la partecipazione di circa 70 corsiste, le quali hanno appreso i segreti di questa particolare tecnica di ricamo, anche grazie ai bozzetti su carta dei merletti, donati in alcuni casi dai cittadini stessi insieme a tanti altri documenti che ricostruiscono la storia del Punto Tavarnelle .

Le aspiranti ricamatrici hanno frequentato un percorso formativo di tre mesi, proposto in forma sperimentale e articolato su tre livelli, due principianti e un intermedio, in base alle conoscenze e al grado di preparazione delle partecipanti. Al termine dell’esperienza l’amministrazione comunale ha organizzato una cerimonia ufficiale nella sala consiliare di Barberino Val d’Elsa cui hanno preso parte le allieve, provenienti da più parti del territorio toscano, in primis il Chianti ma anche Firenze e i comuni limitrofi, da Impruneta a Poggibonsi, da San Casciano a Castelfiorentino, e le insegnanti, tutte autoctone, Sabina Pelli, Franca Conforti, Maria Canocchi e Vincenza Manfredi. A diplomare ufficialmente le merlettaie di Barberino Tavarnelle, un gruppo variegato e caratterizzato da un ampio range di età, dai 18 agli 88 anni, è stato il sindaco David Baroncelli, insieme alla vicesindaca Elena Borri, all’assessore Paolo Giuntini e alla presidente di Chiantiform Elisa Corneli che ha curato la parte organizzativa dell’attività formativa. "Alle ricamatrici di questa prima edizione della scuola che ha insegnato le tecniche basilari del Punto Tavarnelle – ha dichiarato il sindaco – abbiamo conferito un attestato di frequenza che in realtà è la manifestazione di un profondo e sincero senso di gratitudine per l’interesse, la passione, la cura dimostrati dalle numerose iscritte che hanno aderito al nostro progetto, un ringraziamento speciale vorrei rivolgerlo ancora una volta alla donatrice e alle bravissime insegnanti che ci hanno permesso di mettere in piedi i corsi”. Considerato il successo dell’attività e a gran richiesta da parte delle stesse neomerlettaie il Comune farà partire a settembre una seconda edizione dell’Accademia “Impara l’arte col Punto Tavarnelle”. Anche le insegnanti sono state premiate con la consegna di omaggi floreali e targhe che evidenziano l’impegno e la dedizione della loro passione messa al servizio della collettività.*

Natale a Barberino Tavarnelle: presepi toscani e internazionali a Palazzo Malaspina.

 

 

Pezzi unici provenienti da Italia, Messico, Ciad, India, Grecia, Africa, Germania, Tibet, Filippine, Palestina, Perù, Giappone che fanno parte della collezione di Don Franco Del Grosso, Parroco di Tavernelle. Ci sono anche i presepi realizzati dalle cittadine e dai cittadini e dagli alunni e dalle alunne dell'Istituto Comprensivo Don Milani di Tavarnelle. L’albero di merletto addobbato con i noti dadini del Punto Tavarnelle, realizzati dalle ricamatrici del corso “Impara l’arte col Punto Tavarnelle, ricorda a tutti che l’antica tradizione rinasce e infonde a tutti nuova linfa e nuova vita. (L’inaugurazione si è svolta il 7-12-2024, foto gazzettino del Chianti)

Merletti e ricami in mostra permanente al Museo d’Arte Sacra

Il punto Tavarnelle ha un valore culturale per l’intera comunità. Non solo favorì l’occupazione femminile incrementando il lavoro professionale ma permise il raggiungimento di obiettivi di emancipazione e indipendenza economica e morale alle giovani nel dopoguerra.

Il Museo d’arte sacra, adiacente alla Pieve di San Pietro in Bossolo, gestito dalla parrocchia di Tavarnelle e dagli Amici del Museo di Tavarnelle, custodisce le testimonianze di quasi un secolo fa. Gli antichi ambienti dello spazio museale accolgono scarpe, articoli da corredo, tovaglie, copriletti, tende, tovaglioli, asciugamani, lenzuola, abiti da sposa, abbigliamento per il bebè. La cultura dell’ago e filo continua a sopravvivere e diventa opera d’arte grazie ad alcune anziane alle soglie dei cento anni che creano ancora, desiderose di trasmettere i loro segreti e dare un futuro al grande amore per il ricamo. Il Museo si sta arricchendo anche dei bozzetti dei disegni su carta, grazie anche alle donazioni dei cittadini e delle preziose testimonianze trovate qui e lì in rete.

·         “Sono nata a Tavarnelle, ho imparato a camminare tra le ginocchia di queste fantastiche ricamatrici sedute, spesso in circolo, nei cortili fuori delle loro case mentre chiacchieravano le loro mani continuavano ad andare velocissime su quella carta semitrasparente dove, come per magia, vedevo nascere piccole opere d'arte... Uno dei miei ricordi più belli e più antichi.”

·        “Mia mamma Tavarnellina ha fatto tanti lavori a noi figlie ed al nipote dai centri alle lenzuola alle tende con il ricamo di Tavarnelle fatto su carta e poi applicato sulla stoffa è una bellezza che apprezziamo molto.”

 

  

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Disegni per eseguirvi sopra il punto in aria di Tavarnelle, sul secondo disegno sono già  stati dati tutti i punti fermi tramite una imbastitura, per poter procedere alla seconda fase, cioè tutti i punti di riempitura e le varie barrette di giunzione.* 

A Tavarnelle si lavorava anche con i fuselli, lo testimonia un tombolo esposto al museo e un post pubblicato su Facebook dove si ricorda….”Anch’io quando andavo in vacanza a Tavarnelle dalla mia zia Nella vedevo, queste carte trasparenti che scricchiolavano e sopra le pungevano con l’ago e poi con il filo ricamavano. Poi lei faceva anche lo chiamava tombolo. Con dei nottolini passava in torno agli spilli sopra ad un cilindro imbottito, secondo il disegno. Ma dispiace dirlo ora si contano sulle dita chi vuole imparare queste arti”

 

 

Onore alle artiste merlettaie

 

La maestra merlettaia Noemi mentre realizza una farfalla

La storia di Noemi Morandi, una delle ultime ricamaritrici del Punto Tavarnelle

A più di 98 anni Noemi Morandi, nata nel 1924 a Tavarnelle Val di Pesa ma che adesso vive a San Casciano Val di Pesa. Erede di un patrimonio che rischia di scomparire, ricama ancora, accanto alla finestra della cucina che si affaccia su una delle vie centrali di San Casciano. L’anziana aveva imparato dalla mamma a poco più di dieci anni e ha ricamato per mezzo secolo davanti all’uscio di casa, in piazza Domenico Cresti a Tavarnelle Val di Pesa. 

Per lei il Punto Tavarnelle, ricamo tradizionale nato ai primi del Novecento, non è solo un ricordo ma un amore che la tiene in vita. Un punto dopo l’altro, l’ago e il filo scorrono lentamente tra le mani puntuali che sanno dove andare. È così che le opere d’arte, costituite da farfalle, fiori, tulipani, coppie di sposi, figure maschili e femminili, prendono vita sui tessuti della ricamatrice, oggi presenti e diffusi nelle abitazioni delle figlie.

Mentre ricama Noemi ricorda alcuni dei momenti più cruciali del suo passato, primo fra i quali il drammatico periodo della seconda Guerra Mondiale. Durante il passaggio del fronte, mentre fuori imperversavano i bombardamenti, rifugiata con la famiglia, sfollata in un casolare del Morrocco, la giovane Noemi ricamava e placava il suo terrore con il Punto Tavarnelle. “Erano tempi bui, vivevo nella paura, notte e giorno, avevo fame – rievoca - ma quando iniziavo a lavorare con l’ago e il filo, avevo più di venti anni e il fidanzato in guerra, la mia mano debole non tremava più, trovavo pace in quello che amavo fare di più”. A quasi un secolo di vita il cotone treccia ritorto fiorentino 12, appoggiato sul davanzale della finestra, continua ad essere un punto di riferimento e un motivo per alzarsi la mattina, serena e decisa a non disperdere quell’antico sapere che le ha conferito dignità professionale, indipendenza economica e morale. "Per me gli anni passano – tiene a dire l’anziana - ma il Punto Tavarnelle è destinato a non invecchiare se sarà trasmesso alle nuove generazioni". Un appello il suo che si rivolge ai giovani, con la speranza che il ricamo, così importante per lei, non vada perduto.

La mamma la voleva pantalonaia, ovvero una sarta specializzata nella realizzazione di pantaloni, ma lei preferiva di gran lunga l’arte del ricamo e le dava questa comunicazione esclamando: "O fo' il ricamo o non sto ferma". Una passione che si tradusse in un vero e proprio lavoro, un percorso professionale costellato di successi e soddisfazioni, portato avanti dagli anni ‘30 agli anni ‘80, insieme al gruppo delle ricamatrici di Tavarnelle che crearono per le grandi marche di moda italiana lenzuola, tovaglie, tende, centrotavola, copriletto, vari tipi di articoli da corredo e le famose scarpette ricamate per le grandi dive del cinema come Sofia Loren e Audrey Hepburn.°

Nel 2022 il TG1 ha dedicato un servizio con un’intervista a Noemi e un percorso espositivo al Museo d’Arte sacra°.

16 Gennaio 2024, Buon Compleanno Noemi! 100 anni

Noemi, la nonna ago e filo: “Sono arrivata a 100 anni con figli e punto Tavarnelle

Ha oltrepassato il secolo di vita e si mantiene lucida e attiva grazie alla passione: "Questi ricami sono l’eredità che spero porterà avanti la mia famiglia"

“Ci vogliono almeno 4 fogli di carta tipo velina e altri due similI alla carta da macellaio e poi con l’ago si inizia a fare l’impuntatura. Che è la fase più delicata e determinante per la riuscita del ricamo ovvero si impunta la carta con l’ago seguendo il disegno fatto precedentemente. Il resto lo fa la passione, l’esercizio, l’allenamento e soprattutto la soddisfazione di veder realizzato un vero e proprio pizzo con le mani che conferisce eleganza, bellezza e raffinatezza ai tessuti e al corredo per la casa". A raccontare e far conoscere il segreto del punto Tavarnelle è Noemi Morandi, 100 anni appena finiti, una delle ultime custodi dell’arte di ricamare secondo il punto nato alla fine dell’Ottocento.

Noemi Morandi, a cento anni, non tollera né la noia né il dolce far nulla. Di stare e a casa con le mani in mano non se ne parla neppure. E come ha fatto per quasi novant’anni della sua vita, trascorre buona parte della giornata ad infilare ago e filo per passarlo sulla carta e continuare così a creare preziosi tesori di manualità. "Ci sono tre cose che mi hanno sempre tenuta aggrappata alla vita", commenta la centenaria nata il 16 gennaio 1924 a Tavarnelle per poi trasferirsi a San Casciano negli anni Sessanta. "Sono l’amore per i figli, la preghiera e la passione per il punto Tavarnelle cui non rinuncio neanche adesso. Spero solo che tra i miei familiari e amici qualcuno decida di continuare a tramandare questa eredità che rappresenta le nostre radici e la nostra storia".Una tradizione che, grazie al suo esempio diffuso e rilanciato dalle amministrazioni chiantigiane, molte cittadine hanno ripreso a praticare negli ultimi due anni. Il sogno ancora una volta si fa realtà. L’arte del ricamo ha acceso la passione di Noemi Morandi fin da quando era bambina, un pallino con cui ha dato filo da torcere persino alla madre Linda che per lei si immaginava un futuro da sarta.

Figlia di un partigiano antifascista che conobbe anche il dolore della prigionia a Villa Triste, Noemi Morandi nacque e crebbe in piazza Vecchia a Tavarnelle. "Mi piaceva andare a scuola - ricorda Noemi - mentre la maggior parte dei miei coetanei terminava il percorso alla terza elementare, io che amavo in particolare lo studio della lingua italiana decisi di andare avanti, completare il ciclo e ottenere il diploma di quinta". Disegni geometrici, figure floreali e soggetti animali, sagome di coppie, ricamati utilizzando il filo bianco 12 ritorto fiorentino. I cento anni di nonna Noemi sono stati festeggiati dalle figlie Gisella e Simona, dai quattro nipoti e i tre bisnipoti, e dalla badante georgiana Inga che sui social scrive: "Mia nonna ha 100 anni, congratulazioni Noemi! Voglio averti per molto tempo, ti prendi cura di me come se fossi mia nonna". A loro si è unito il sindaco di San Casciano, Roberto Ciappi.

Articolo di Andrea Settefondi per LA NAZIONE^

TV2000 ha trasmesso un servizio di Matteo Forino, dove Noemi dimostra ancora tutta la passione per il suo lavoro, che alla sua veneranda età è diventato un hobby, un elysir di lunga vita. Questo quadro racchiude tutta la sua vivacità e la voglia di vivere in serenità e spensieratezza come queste farfalle colorate.

 

Tosca Bertoni festeggia un secolo di amore per la vita e il ricamo

La nonna centenaria: ''il Punto Tavarnelle è stato il compagno di una vita, un alleato perfetto contro la noia e la solitudine''

 

Alla festa, organizzata dai familiari per celebrare il secolo di vita, con la partecipazione delle special guest, le storiche amiche barberinesi e tavarnelline, colleghe del ricamo giunte alla soglia dei novant’anni, i piccoli preziosi manufatti da indossare innescano emozioni, mettono in moto la giostra dei ricordi, passano di mano in mano sotto lo sguardo curioso e fiero dei parenti e degli amici. Sono il simbolo e l'orgoglio che uniscono epoche, generazioni, persone. Gli orecchini, realizzati nel presente, sono nati dall'incontro tra l'abilità artigianale della nonna centenaria e il guizzo stilistico della nipote Silvia Fedi che, a poco più di trent'anni, si diletta nella creazione dei disegni, dai quali ricavare il Punto Tavarnelle, che mirano ad innovare, sperimentare, declinare l'arte della tradizione locale in nuove versioni che valorizzino e permettano di portare avanti la cultura del fatto a mano. “Il pizzo rappresenta le radici della nostra famiglia, dichiara Tosca - ero felice allora quando il lavoro era richiesto, apprezzato e fece scalpore nel mondo dell'haute couture degli anni Cinquanta Sessanta, sono felice adesso perché il Punto Tavarnelle mi tiene vicina e legata a mia nipote che di fatto sta dando un futuro a questa nostra passione”. Tosca, nata il 4 agosto 1924, ha colto l'occasione per raccontare la sua vita, fatta di lavoro, amore per la famiglia e passione per il Punto Tavarnelle, al sindaco David Baroncelli che si è recato alla festa per rendere omaggio all'importante traguardo della concittadina. La nonna ha lavorato sin dalla maggiore età con il suo talento, richiesto e commissionato dalle case di moda e dai negozi di abbigliamento di area fiorentina. “Ho sempre vissuto di questo lavoro - racconta - erano tanti i negozi che mi chiedevano di produrre manufatti di ogni genere, lenzuola, tovaglie, centrotavola, tende, tomaie per le scarpe, indumenti per bebè, articoli per la casa ed ho continuato a ricamare fino ad oggi, il Punto Tavarnelle è stato il compagno di una vita, un alleato perfetto contro la noia e la solitudine, mi auguro che questo percorso che si è poi trasformato in un'esperienza artigianale senza età possa vivere nel tempo attraverso nuove rivisitazioni e idee giovani, mia nipote mi sta dando già grandi soddisfazioni...”. “Tosca è lo specchio di un'era e di una cultura rurale che ha saputo rimboccarsi le maniche dopo la devastazione del secondo conflitto mondiale - ha commentato il sindaco David Baroncelli - è  il riflesso di una generazione, quella femminile, che nel dopoguerra ha mostrato grandi capacità di resilienza e grazie anche a questa attività che dai banchi di scuola è passata ad offrire importanti opportunità occupazionali, ha riscattato la propria autonomia realizzando anche un sogno nelle gravi difficoltà postbelliche che sulla miseria faceva prevalere la voglia di ricostruzione: ritagliarsi uno spazio professionale in cui esprimere il valore del lavoro come strumento di emancipazione, volano di libertà, fatto con passione, dignità, non solo per assecondare un bisogno primario". Tosca ha festeggiato con tanti parenti e amici, circondata dall'affetto dei due nipoti e della bisnipote. §

Marta Marchesi Alvisi, fondatrice della scuola di ricamo

Testimonianze di persone che hanno appreso il Punto Tavernelle presso la Scuola di ricamo a San Casciano, fondata nel 1995 da Marta Marchesi Alvisi e raccolte dall’Associazione Culturale Centro Studi Storici della Val di Pesa.

Marta racconta la sua esperienza: “Nel 1995, fui eletta responsabile dell’Ass. AUSER di San Casciano. Ebbi l'idea di avvicinare le persone anziane del nostro gruppo ai giovani e quindi attraverso il ricamo avrei potuto metterli in comunicazione. Così nacque la Scuola di ricamo, con il nome “Impariamo a tenere l'ago in mano”. Giulia Parrini (maestra del Punto Tavarnelle), Marinetta Pucci, Bruna Zecchi, Lina Lapini e Gina Gori erano le insegnanti. Cosi, più di quindici bambine da 5 a 10 anni si fermavano da noi quando uscivano da scuola e imparavano il punto quadro, il gigliuccio, l'intaglio, punti base e man mano più complessi. Dopo pochi anni però, queste cominciarono via via ad abbandonare il gruppo: credo che l'avvento delle scuole di computer e la ginnastica riempissero i loro pochi pomeriggi liberi. Allora arrivarono ragazze più grandi e la scuola veniva fatta anche la sera dopocena…

Mary Franchi Mazzini

“A dire la verità non ricordo nemmeno dove l'ho trovato ma ricordo di avere letto un avviso: Scuola di ricamo, il tale giorno, alla tale ora, alla Casa del Popolo di San Casciano... perché no?

Nonostante la scarsa manualità, dovuta più che altro al fatto che ho cominciato molto tardi, il ricamo era già diventato una mia grande passione. Ho avuto la fortuna di imparare alcuni punti antichi tipicamente fiorentini da una maestra eccellente, una zia signorina sorella della mia mamma, che aveva dedicato tutta la vita all'arte pazientissima del ricamo. Ho capito quasi subito che il “punto a fili contati” si poteva ridurre a modelli matematici precisi e che era facile smettere di fare quei calcoli a occhio come li faceva lei, quei conti a tre per otto un franco e venti, che comunque per la gran pratica che aveva tornavano sempre ugualmente. Dunque in questa materia ero ferrata. Ma il resto? La scuola prometteva di insegnare il famoso punto Tavarnelle ed io ero estremamente interessata. Ricordo perfettamente una certa ansia nel varcare quella soglia la prima volta. La porta era socchiusa e da fuori sentivo voci ridenti che parlavano forte. Chi erano queste donne? Conoscevo qualcuno?

Come sarei stata accolta? Ho infilato il capo senza entrare e ho domandato se lì c'era la scuola di ricamo. Tutte le teste si son voltate insieme e la Marta mi ha detto subito:” Vieni, mettiti a sedere con noi.” Mi son seduta e non sarei andata via più. Da allora ci sono tornata portando con me anche mia mamma, grande esperta di punti sfilati, che forse è stata la più vecchia del gruppo. Con che gioia aspettava l'ora di andare al “ricamo”! Che opportunità di godere di momenti sereni e vitali per un

vecchio, di sentirsi ancora partecipe a pieno titolo di un gruppo, di rendersi conto di poter dare ancora qualcosa a qualcuno, nonostante l'età! La Giulia mi ha insegnato il punto Tavarnelle, la Marta il palestina e io ho condiviso con loro le mie piccole conoscenze. Ricordo con affetto le prime ricamatrici che ho trovato lì: la Bruna, la Rita, la Gianna, la Lina e la Grazia che non ci sono più, ma soprattutto ricordo la piacevole sensazione di appartenenza, di calda complicità, di comprensione senza stare attente alle parole, e la scoperta delle cose che accomunavano donne così diverse per età e per esperienze di vita. Avevo ritrovato una traccia sicura del mio mondo di bambina, ricordi lontani di un cerchio di donne che cuciono e ricamano, che si raccontano, che piangono, che ridono, che si

consigliano e si leticano e si consolano e si aiutano e sono sempre solidali fra loro. Cara Marta, hai tenuto vivo un cenacolo femminile ormai raro. Intanto che ci si parla con la rete, sia per dirci se siamo vivi o morti o anche per buttare la pasta, hai coltivato un luogo di aggregazione dove ci si reca di persona, dove ci si tocca e ci si guarda in faccia vedendoci dal vero, a tutto tondo. Siamo donne antiche? Io credo che si sia semplicemente donne vere.”

16 Marzo 2017, Ricordando: Grazia Bagnoli Bartalesi, Lina Lapini, Giulia Parrini Marranci, Ottavia Pistolesi Franchi

Gianna

“Ho lavorato nel bar da quando ero ragazzina, però nel tempo libero mi piaceva fare l’uncinetto e la maglia, non sapevo tenere l’ago in mano. Nel 1993 abbiamo lasciato il bar e ho saputo che al Circolo c’era un gruppo di ricamo coordinato da Marta e varie maestre di ricamo. Ho iniziato con il punto croce e il punto Tavarnelle che insegnava la maestra Giulia. Ho conosciuto tante compagne in questi anni e abbiamo fatto tanti ricami. Insieme ci siamo divertite a ridere, a festeggiare compleanni con dolci e auguri, siamo state tristi quando qualche compagna aveva dei problemi o ci ha lasciato. Il nostro gruppo ha festeggiato nel 2015 venti anni con una mostra dei lavori più belli. Spero tanto di continuare ancora insieme.”

 

Ringraziamenti

Si ringraziano tutti i siti che hanno permesso di unire insieme la memoria storica e la tenacia nel tener viva un’arte fra le arti del patrimonio artistico italiano.

I testi sono dell’autrice del sito frutto di una accurata e laboriosa ricerca. E’ vietata qualsiasi forma di riproduzione, anche parziale, di questa e di tutte le pagine del sito.

Sitografia

°https://www.firenzetoday.it/social/noemi-morandi-ricamatrice-punto-tavarnelle.html

°https://www.facebook.com/davidbaroncellipagina/videos/ricamo-il-punto-tavarnelle-sul-tg1un-bellissimo-servizio-del-tg1-racconta-labili/1115771472377731/

*https://www.youtube.com/watch?v=3Ngl7-b8Icc   (Florence Tv)

*https://www.gonews.it/2024/07/17/impara-larte-col-punto-tavarnelle-70-partecipanti-recuperano-la-memoria-delle-artigiane/

^ https://www.intoscana.it/it/punto-tavernelle-a-barberino-rinasce-il-tradizionale-ricamo-su-carta/

^https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/ricami-nonna-noemi-e2797004

  https://cssvp.com/wp-content/uploads/2020/06/Il-drappo-il-ricamo-il-Chianti.pdf

  https://www.intoscana.it/it/articolo-archiviato/?q=il-punto-tavarnelle-amato-dalle-star-2

  https://www.facebook.com/Tv2000it/videos/cento-anni-ricamando-lora-solare-tv2000/412163334880436/?_rdr

  https://tg24.sky.it/spettacolo/cinema/approfondimenti/scarpe-ferragamo-film-guadagnino#12

 § https://www.valdelsa.net/tag/punto-tavarnelle

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