Jean Baptiste Colbert

Frammento di merletto a Punto Colbert eseguito in Francia nel XVII secolo, Detroit Institute of Art, U.S.A.

 

 

Primo ministro di Luigi XIV, uomo colto e ambizioso con uno spiccato acume per l’organizzazione, detestava l’ozio e amava il bello, le arti e “il fare”.

 

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Jean Baptiste Colbert, figlio di un mercante di tessuti, nacque a Reims nell’agosto del 1619.

Dopo un periodo di apprendistato con il padre, il giovane Colbert, divenne segretario di Le Tellier, capo dell’Ufficio di Guerra, tramite il Cardinale Mazarino e nel 1661 entrò a far parte del consiglio delle finanze. Nel 1665 Luigi XIV promosse Colbert a Controllore Generale delle Finanze, succedendo a Nicholas Fouquet.

Ben presto il nuovo controllore fece pulizia della disonestà dilagante, il suo motto era ”Ordine, Economia, Onestà”. Colbert introdusse il sistema del “budget”, eliminò favoritismi e clientelarismi, gli uffici in esubero e non indispensabili, rimpinguando velocemente le Casse della Corona. Presto Colbert ebbe il controllo non solo delle finanze, ma divenne ministro dei lavori pubblici, dell’agricoltura, del commercio delle colonie, della casa reale e della marina. Siccome non aveva altro di cui occuparsi, fu l’artefice della costruzione del Canale Languedoc che unì due mari: L’Atlantico via Bordeaux, con il Mediterraneo a Cette. Nel 1669 fece costruire la prima Marina Reale degna del suo nome, la migliorò con 60 navi e 40 fregate. Fu l’artefice della costruzione  di un vasto sistema di strade, ponti, bacini e molte altre opere pubbliche; incoraggiò l’agricoltura inserendo nuove razze di allevamento e nuovi metodi. Promosse gli scambi commerciali con le colonie francesi, garantendo privilegi alla “Levant Company” (da lui fondata nel 1665).

Con la fondazione delle “Manifatture Reali di Francia”, Colbert fu alla ricerca in tutta Europa dei migliori artigiani, si spaziava dalla ceramica, arazzi (manif. di Gobelins), specchi, vetri,  tappeti (manif. di Beauvais) e tra tutto questo splendore ebbe in considerazione anche il merletto.

La Francia che aveva assistito gelosa alle bellezze dei pizzi italiani, voleva liberarsi dal tributo che pagava all’Italia e ai Paesi Bassi, per il consumo francese del pizzo; cercò il modo di creare il suo centro nazionale del merletto ad ago e a fuselli, con il fine di creare anche una concorrenza con l’estero.

Molte merlettaie veneziane e molte altre provenienti dalle Fiandre vennero assunte da Colbert, e così ………iniziò la storia della trina in Francia. C’è da ricordare che una nipote del ministro, suor Maria Colbert, divenne direttrice in uno dei centri per il merletto.

Colbert scrisse una lettera a Monsignor De Bonzy, ambasciatore a Venezia, dando particolari dettagli sulla nuova impresa francese. Più tardi l’ambasciatore ricevette una lettera di stato che diceva: “Posso attualmente confermare che i collari lavorati in rilievo, prodotti in questo regno, sono belli come quelli fatti a Venezia”. In seguito vennero aperti molti altri centri per la lavorazione del merletto, alcuni di loro esistono ancora oggi.

Due centri importanti vennero fondati ad Alencon e Argentan, alcune famiglie iniziarono questa attività: la famiglia Barbot con madame De La Perrière e madame Fenouillet di Alencon.

Altri centri furono: Quesnoy, Arras, Rheims, Sedan, L’Onray, Ligneres-la-Doucelle, chateau-Thierry, Loudan, Aurillac, Chateau de Madrid, ecc. I primi lavori eseguiti in Francia erano eseguiti esattamente come quelli italiani, tanto che oggi si possono confondere.

Madame Gilbert, una manager, disse che durante la sua direzione c’erano 1.600 ragazze che lavoravano il merletto.

Nei disegni spesso c’erano le volute floreali del merletto veneziano, all’epoca andava molto di moda nei damaschi, e il sole a simboleggiare il re Sole. In questi merletti ad ago abbondavano trofei di guerra, piccole figure di principi e santi, fantasiose volute. Le artistiche composizioni e le linee fluttuanti davano grande leggerezza al merletto che acquisì una sua peculiarità, e per decreto reale venne battezzato ” Point de France”. Con la fine della moda delle gorgiere e l’ingresso della moda dei collari cadenti, i disegni e la foggia erano evidenti in tutto il loro splendore.

Il monopolio reale su questa lavorazione durò dal 1665 al 1675.

 

Colbert morì a Parigi nel 1683.

 

 

 

Bibliografia

Whiting, Gertrude   Tercentenary of Colbert: The Great Patron of the French Lace and Textile Industries-- 1619-1919, The Bulletin of the Needle and Bobbin Club, Vol. 4 (1920)

 

Sitografia

 

Neymarck Alfred, Colbert et son temps,1877

https://archive.org/details/colbertetsontem01neymgoog/page/n9/mode/2up

 

 

 

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