“ Uncinetto “ 

Anche per la stagione primavera–estate 2021, i piů autorevoli
stilisti hanno proposto capi e accessori in versioni fantasiose, colorate
e degne del made in Italy, dando onore a questo piccolo attrezzo.

Tailleurs proposti da Dolce e Gabbana per la primavera 2020,
realizzati interamente al’uncinetto.
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Oscar De La Renta ha impreziosito questi abiti con
le classiche piastrelle all’uncinetto porgendo attenzione non solo nella
scelta dei colori ma anche nel dare leggerezza e trasparenza a tutti i
bordi.
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Top eseguiti con la tecnica del merletto
d’Irlanda, Oscar de La Renta
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Storia dell’uncinetto
In Italia č
chiamato “uncinetto”, in Francia Spagna Belgio invece “Crochet”, in Olanda č
conosciuto con il nome di “haken”,
in Danimarca “haekling”, in Svezia “virkning”.
Si tratta di un merletto realizzato con filo e un uncinetto, una
piccola asta che termina ad uncino, puo’ essere di legno, bamboo, plastica o
altro materiale, ma i piů consigliati specialmente i sottili sono di acciaio
inossidabile.

Centro
realizzato all’uncinetto, Fiore 1980, disegno tratto da un manuale Phildar
Ricostruire la
storia di questa tecnica č molto difficile perchč ci sono rimaste poche
informazioni, c’č un grande vuoto nel suo passato. Anche quando l’uncinetto
era molto popolare, non sono stati lasciati libri, scritti, descrizione,
schemi, disegni o altro che ci riporti alle sue origini. Tutto č stato
tramandato oralmente di generazione in generazione.
Anne Potter
un’esperta studiosa americana afferma che questa tecnica č comparsa, cosě
come la conosciamo oggi, verso il XVI secolo. Iniziň a chiamarsi crochet in
Francia e “Chain lace”in Inghilterra. Anne racconta che Walter Edmund Roth
nel 1916, facendo visita ai discendenti degli indiani della Guinea, trovň
degli esemplari di merletto a crochet.
Un’altra scrittrice
e ricercatrice, Lis Paludan, che limitň le sue ricerche alle origini del
crochet in Europa, pone tre interessanti teorie: una che la tecnica
all’uncinetto abbia origine arabe, si sia spostata in seguito verso Est nel
Tibet e poi verso Ovest in Spagna.
La seconda invece
che provenga da una zona del Sudamerica dove i popoli indigeni creavano
guarnizioni per i giovani che li avrebbero indossati durante i riti di
iniziazione.
La terza teoria
vuole che sia nata in Cina dove si sono trovate alcune bambole antiche fatte
all’uncinetto.
Lis Paludan
comunque a conclusione dei suoi studi non ha trovato nessuna prova
convincente che possa affermare dove e quando sia nata questa tecnica. Alcune
fonti citano il merletto in Italia verso il 1500 con il nome di “ merletto
delle suore”, cioč un merletto che serviva per guarnire gli altari, quindi
per i corredi sacri. Nella metŕ dell’Ottocento si iniziano a vedere alcuni
lavori proposti da alcune famose riviste di moda. Nel 1840 la rivista di moda
“Godey’s
Lady’s” dava diversi suggerimenti
da realizzare all’uncinetto; borsette, cappelli, cuscini, ecc. Nel 1846, la
signora Riego de la Branchandiere pubblica un libro con alcuni schemi per il
filet all’uncinetto.
  

Tre
tipi di uncinetto proposti sulla rivista “Florence home needle-work” del 1887

In un libro del
1912, durante il boom della moda che proponeva la borsetta fatta
all’uncinetto, troviamo delle graziose proposte.*
Merletto di Orvieto “ Ars
Wetana”

Campionario di motivi
floreali, bordure e svariati soggetti
L’uncinetto di
Orvieto ha delle caratteristiche ben precise, un insieme di figure unite da
volute di catenelle. Il tutto č realizzato con filati sottili e i disegni
prendono spunto dai bassorilievi del Duomo. I grifoni, le foglie d’edera, di
acanto, di vite, i grappoli d’uva,
fanno parte dei motivi della trina orvietana antica. Alcuni fiori e
foglie assomigliano molto alla trina d’Irlanda, ma i due tipi di merletti
hanno una foggia completamente diversa.

Rosone della cattedrale di Orvieto realizzato
all’uncinetto, Associazione“ L’Antica Trina”
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Particolare del rosone
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Opere dell’Associazione
“ L’Antica Trina”, Orvieto
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Uncinetto friulano
Il merletto
friulano si contraddistingue per l’uso di filato grosso, i motivi sono
floreali spesso uniti a una rete di fondo a grandi riquadri.
   
Mani di fata vi ha
dedicato un album nel 1925
Merletto all’uncinetto di Verona
Il merletto di Verona č chiamato cosě perche'
in questa cittŕ veneta fu studiato ed eseguito per la prima volta, e'
ralizzato con l’ausilio dell’uncinetto e dell’ago, č lavorato con punti
speciali": il treccino, il picot, le barre o spranghette. E’una tecnica
semplice ma originale che risale ai primi anni del ventesimo secolo e vi
possiamo trovare storia ed esecuzione sul libro “Il pizzo di Verona”. Le
autrici del libro ricostruiscono la nascita di questo pizzo indagando la vita
della sua inventrice e ripercorrendo eventi storici che hanno segnato la
cittŕ di Verona tra otto e novecento. Infine viene spiegata con immagini e
schemi la tecnica per realizzare il pizzo di Verona.

“Il pizzo di Verona” di Anna
Castegnetti, Bianca
Rosa Bellomo, Donatella Granzarolo
Nella prima parte
Bianca Rosa Bellomo ricostruisce la nascita di questo pizzo, indagando la
vita della sua inventrice e ripercorrendo eventi storici che hanno segnato la
cittŕ di Verona nel periodo tra Otto e Novecento. Nella seconda parte Anna
Castagnetti e Donatella Granzarolo, spiegano a tutti gli appassionati con
dovizia di fotografie e schemi, la tecnica per realizzare il Pizzo di Verona.
Il primo libro che
parlava di questa tecnica venne edito da Sonzogno nel 1915 e curato
dall’autrice Amelia Brizzi Ramazzotti.

Merletto d’Irlanda
Traduzioni tratte da testi datati
1883-1887-1897
Il merletto
all’uncinetto č una tecnica che si sviluppň in Irlanda verso la metŕ del XIX
secolo imitando la foggia del vecchio Punto Venezia. Venne usato per ornare
polsini e colli degli abiti, in seguito per abbellire tendaggi, tovaglie,
lenzuola. Inizialmente si diffuse nei dintorni di Dublino e Belfast e vista
la grande richiesta di questi manufatti si estese anche in altre zone
dell’Irlanda.

Abito
realizzato interamente all’uncinetto con la tecnica del merletto
d’Irlanda^, composto da piccolo elementi floreali.

“La Mode
illustrée: journal de la famille”, nel 1862 proponeva il disegno di un
collo da eseguire all’uncinetto con la tecnica del merletto d’Irlanda.
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Mata
Hary con un maestoso abito in merletto d’Irlanda realizzato con grandi
elementi di fiori con petali sovrapposti, foglie e ampie volute sinuose. La
rete di fondo č rada da mettere in evidenza il tessuto sottostante. La foto
č datata 1907.


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Thérčse De
Dillmont nel suo libro dedicato a questa tecnica pubblicato nei primi del
‘900, ci racconta che la trina irlandese occupava parecchie mani a livello industriale
anche in Francia, Germania e Austria.

Bolerino in
merletto d’Irlanda realizzato in Francia ed esibito all’Esposizione
Universale di Liegi nel 1905. A quel tempo tale tecnica occupava in tutta la
Francia 40.000 lavoranti. L’opera apparteneva a Paul Marescot di Parigi.
La “picot bigouden” o la “Dentelle Bretonne”

Merletto bretone all’uncinetto contraddistinto dalla lavorazione
particolare dei cerchi
In tempi molto lontani le famiglie bretoni
piů agiate acquistavano i merletti dai mercanti venuti da lontano,
guarnivano in abbondanza le cuffie, gli abiti, la biancheria intima, gli
arredi per la casa.
Verso la fine del XIX secolo durante la
crisi delle sardine, periodo duro per la pesca, alcune suore e dame
benefattrici crearono delle scuole femminili e vi introdussero la tecnica
del merletto d’Irlanda nella zona di
Audierne, Guilvinec,
l'Ile-Tudy e Concarneau, in seguito la tecnica si diffuse in tutta
la regione del Pont l ‘Abbé.
Quando non si pescavano sardine, tutti compresi uomini e bambini,
lavoravano all’uncinetto. Ben presto ne divenne un’industria che si propagň
in tutti i porti di pesca di sardine, assicurň la sussistenza a tutte le
popolazione di marinai e pescatori. I parigini impazzivano per i pizzi
bretoni, in ogni mostra, vetrina si vedevano fotografie di donne bretoni in
costume tradizionale che lavoravano all’uncinetto. La prima guerra mondiale
fermň il commercio e nel 1931 Auguste le Berre, inventň un nuovo prodotto e
lanciň
“le gant d’Irlande”, dei guanti di trina trasparente con motivi floreali.
Fu un grande successo, un vero boom economico che vide la decadenza quando
l’Indocina iniziň a produrre lo stesso prodotto a prezzi piů competitivi.
Nel 1936 la signora Mirror si inventň la
realizzazione delle bambole in costume bretone, rispecchiavano fedelmente
ma in miniatura il costume bretone tradizionale con tutte le sue finiture
particolareggiate. Nacque l’impresa
“Poupées de Bretagne”.
Nel 1960 c’erano ancora 5.000 merlettaie che
lavoravano ed esportavano il loro merletto in tutto il mondo.
Con il tempo il merletto ha acquisito delle
sue peculiaritŕ nel disegno ed esecuzione, i vari motivi a cerchi sono una
delle caratteristiche che la differenziano dal merletto irlandese,
specialmente le “ Lele”, cerchietti piccoli e uniti in modo particolare. E’
sorprendente osservare come in caso di bisogno, le donne bretoni abbiano
copiato una tecnica e abbiano avuto l’orgoglio di modificarla e
personalizzarla.
L’Istituto del merletto e ricamo bigouden si
occupa di organizzare corsi anche per questa tecnica, Yolande Salioude č la
presidente dell’istituto e ha scritto un libro sul picot bigouden.

“Le Picot Bigouden, dall’orale allo scritto” “Dentelle en Bretagne” Hélčne
Cario Viviane Hélias
Eliane, la dentelličre di Penmarc'h
Uncinetto
alla mano, i punti passano e il filo si srotola ancora... Eliane č lě,
fedele al palo, come tante sue compagne merlettaie. Tutti i giorni, anche
la domenica nei giorni festivi, con qualsiasi tempo, ai piedi del faro di
Eckmühl a Penmarc'h, tra aprile e ottobre. Ai piedi del faro di Eckmühl,
tre piccole e colorate bancarelle sono animate dai motivi cesellati dei
centrini e delle altre confezioni delle merlettaie. “Picot bigouden” ha
tutta una storia, che risale all'inizio del secolo. La regione, dove
l'attivitŕ predominante era la pesca, ha poi vissuto una crisi. I banchi di
sardine erano completamente scomparsi dalle coste, per ragioni climatiche.
La popolazione marittima fu allora piombata nella miseria. Venne quindi
l'idea di importare il pizzo a punta irlandese, che poi si diffuse nei
porti. La punta d'Irlanda č stata poi semplificata fino a diventare il
picot bigouden, il piů praticato. Tutta un'arte che si tramanda di madre in
figlia, come ci racconta ancora Eliane. Di madre in figlia «Siamo nati
tutti qui, a Saint-Pierre, nel paese di Penmarc'h», racconta Eliane Le
Floc'h, che presto avrŕ sessantadue anni. Anche se tiene l’uncinetto in mano, nel suo
piccolo stand, le piace prendersi una pausa di tanto in tanto per fare due
chiacchiere con i passanti del luogo o stranieri, in francese o in bretone.
Quindi mostra i diversi motivi che crea: foglia di vite, spiga di grano, la
catena della vita o il filatoio bretone. Si usa anche filato bianco, il
colore era originariamente ecru. Ho iniziato a picot con mia madre quando
avevo dodici anni, dovevamo farlo, non avevamo scelta. Lavoravamo tutta la
settimana e finita la scuola rimanevo sveglia fino alle undici. Non
vendevamo direttamente, ma barattavamo con i commercianti, soprattutto per
procurarci del cibo. Mio padre era un pescatore e pescava sardine. Alcuni
anni non c'era pesce, come negli anni '50, e il picot ci permetteva di
mangiare tutta la settimana. A quel tempo, le barche delle sardine erano
piccole barche e non potevano andare in mare cosě tanto”, dice. E quando
lei stessa č diventata madre, ha insegnato a una delle sue figlie a fare il
picot. "Finché posso vedere abbastanza chiaramente..." Eliane gestisce
il suo stand da vent'anni ormai, in inverno esegue il maggior numero di
lavori e da aprile a ottobre viene a venderli ai piedi del faro. Non per il
folklore, ma per vivere. “Mio marito era un marinaio mercantile. Si ammalň
e morě. E mi sono stabilita lě vent'anni fa”, dice. "Finché posso
vedere abbastanza chiaramente, continuerň a fare picot, č anche un
hobby", dice la merlettaia professionista Di madre in figlia, l'arte
del picot e del merletto continua nei paesi di Bigouden. Un'arte che Eliane
pratica fin dall'infanzia. (articolo pubblicto su “Le Télégramme”, 1999.

L’artista NeSpoon ha creato questo murale a
Pont-l'Abbé
Mostra
Esposizione “De sardines en Dentelles”,
1903-2003, La dentelle d'Irlande bretonne,1 Aprile-2 Maggio 2004, Musée du Faouët in Bretagna. In occasione della mostra č stato presentato
un libro sulla storia di questo merletto” Dalla crisi della sardina
all’anno d’oro del merletto”.

“De
La Crise De La Sardine Ŕ L'âge D'or De La Dentelle » Association Dentelles Irlande
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Fiber Art

Prudence Mapstone mescola materiali e colori
con gusto ed entusiasmo, il risultato č sorprendente.
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Emily Barletta, Brooklin New York
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“Almost There”, Norma Minkowitz , 1989
L’artista americana realizza a crochet le sue
opere.
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“Rima” Norma Minkowitz,
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“Mermaid Tail”, Ruth Lee:
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Street art
Neespoon
č una giovane artista che vive in Polonia, secondo il suo pensiero l’arte č un atto d’amore puro e incondizionato per il
territorio. Le trasparenze e i motivi barocchi delle trine sono la sua
fonte di ispirazione.

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Installazione di merletti all’uncinetto tra i
vigneti di Franciacorta°

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Eventi
L’associazione Yarn Bombing Trivento č un'Associazione di promozione sociale senza
scopo di lucro, con sede nel comune di Trivento a Campobasso. Per mantenere
viva la tradizione e per promuovere l’antico borgo ha trasformato la
tradizionale arte dell’uncinetto in Street Art, organizzando eventi con la
partecipazione di artisti internazionali.

Evento a Trivento
2019, opera di Annette Fitton Opera
collettiva presentata a Padova 2021
https://www.yarnbombingtrivento.com/eventi

Louis Nicolas uno dei fratelli Lumičre, primi cineasti
della storia, che si dilettava con l’uncinetto.
Quadri

Libri
“Crochet work”,
Kerzman Marie Louise, 1882
https://archive.org/details/crochetseriesno100kerz
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“Fancy braid and
crochet book”, Parker, T Edward] [from old catalog], 1885
https://archive.org/details/fancybraidcroche00park/mode/2up
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Old and new
designs in crochet, 1900
https://archive.org/details/oldnewdesignsin00lacr/page/n3/mode/2up
https://archive.org/details/oldnewdesigns00lacr/page/n21/mode/2up
https://archive.org/details/cu31924090110069
https://archive.org/details/oldnewdesignsi00lacr/mode/2up
https://archive.org/details/oldnewdesignsinc00lacr/mode/2up
|
“Designs and
instructions for Irish crochet llace”,
Buettner, T. & co., inc., Chicago, 1910
https://archive.org/details/designsinstructi00buet/mode/2up
|
The Priscilla
crochet book, edgings and insertions, Taylor, Eliza Aldrich Brown, 1913
https://archive.org/details/priscillacrochet00tayl/page/n5/mode/2up
|
Richardson's
crochet books, Richardson Silk Company, 1915
https://archive.org/details/richardsonscroch04rich/mode/2up
|
Richardson's
crochet books, Richardson Silk Company, 1915 N°1
https://archive.org/details/richardsonscroch01rich/mode/2up
|
Richardson's
crochet books, Richardson Silk Company, 1915 N°2
https://archive.org/details/richardsonscroch02rich/mode/2up
|
The Priscilla
crochet book centerpieces and doilies, 1915, The Priscilla Crochet Company,
https://archive.org/details/the_priscilla_crochet_book_centerpieces_and_doilies_1915
|
Richardson's
crocheted edgings and insertions,
Richardson Silk Company, 1916
https://archive.org/details/richardsonscroch00rich/page/n3/mode/2up
|
Crochet edging,
1947
https://archive.org/details/bookno.3crochetedgesbysemco/mode/1up
|
America's crochet book, Gertrude Taylor, 1972
https://archive.org/details/americascrochetb00tayl/mode/2up?q=hairpin+lace
|
Guide du crochet,
Marcelle de Coulon, 1976
https://archive.org/details/guideducrochet0000coul/mode/2up
|
Crochet stitches
& edgings Coats Sewing Group, 1976
https://archive.org/details/crochetstitchese0000coat/mode/2up
|
Crochet, Carroll
Amy; Hall Dorothea, 1981
https://archive.org/details/crochet00carr/mode/2up
|
Heritage crochet
: an analysis, Konior Mary , 1987
https://archive.org/details/heritagecrocheta00koni/mode/2up
|
Encyclopedia of
crochet patterns, stitches, and designs, Smith, Doris M, 1988
https://archive.org/details/encyclopediaofcr00smit/mode/2up
|
The Home art
crochet book : 145 old-fashioned designs for edgings, insertions, borders,
1990
https://archive.org/details/homeartcrochetbo0000unse
|
Crochet--edgings
& more from turn-of-the-century sources, Kliot, Jules; Kliot, Kaethe,
1996
https://archive.org/details/crochetedgingsmo00laci/mode/2up
|
Fine Irish
crochet lace, 1994
https://archive.org/details/fineirishcrochet0000unse/mode/2up
|
Crochet
inspiration, Kagan Sasha, 2007
https://archive.org/details/crochetinspirati0000kaga/mode/2up
|
200 crochet tips,
techniques & trade secrets, Eaton, Jan, 2007
https://archive.org/details/200crochettipste0000eato/page/n3/mode/2up
|
150 blocks to
knit and crochet : the anything-but-the-square collection Lodinsky,
Heather. 2011
https://archive.org/details/150blockstoknitc0000lodi/mode/2up
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150 crochet
blocks : charts, instructions, tools & techniques,Hazell, Sarah, 2015
https://archive.org/details/150crochetblocks0000haze/mode/2up
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“needlecraft”
http://www2.cs.arizona.edu/patterns/weaving/periodicals/ndl_21.pdf
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“Irish crochet
lace”
http://www2.cs.arizona.edu/patterns/weaving/periodicals/ndl_27.pdf
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I
testi e le foto sono dell’autrice frutto di una accurata ricerca. E’ vietata
qualsiasi forma di riproduzione, anche parziale, di questa e di tutte le
pagine del sito.
^foto pubblicata su “Priscilla Magazine”, 1910
°http://www.intralci.com/nespoon-biografia/
*The glossilla book of crochet novelties, 1912
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