“Il ritorno del merletto ungherese” traduzione libera dal testo originale:

 

Revival of Lace-Making in Hungary, Levetus, A. S. International Studio, 1911

 

 

   

 

Fazzoletto ungherese realizzato ad ago, disegnato dal Prof. Dékáni Árpád e realizzato dalle scuole reali del merletto, di Budapest. A destra si puo’ vedere un particolare ingrandito del fazzoletto.

 

Per molti sarà una sorpresa sapere che il merletto ungherese è stato un argomento generalmente ignorato dagli scrittori. E’ un punto discutibile come l’arte di fare il merletto trovò la sua strada nella terra dei Magiari, ma di certo è che il merletto è stato fatto in molti paesi dell’Ungheria per molti secoli. Ci si chiede perché 300 anni fa una legge impedì alle giovinette la lavorazione dei merletti ritenuto un “facile lavoro, non adatto a loro perché faticoso”. Quale faticoso lavoro poteva essere mai quello! Era invece un lavoro appreso ed eseguito con grande piacere e i profondi conoscitori della storia del paese lo avevano pienamente capito (avevano compreso perché le donne si rifugiavano piacevolmente in un gradevole lavoro durante anni di estenuanti fatiche), visto che la loro terra era servita per molti secoli da cuscinetto con l’Europa, pagando un prezzo molto alto tra incursioni e devastazioni dei turchi, che invasero più volte l’Ungheria. In quei pericolosi tempi, le donne di tutti i ceti, difendevano i loro castelli e fattorie, addestravano i figli alla battaglia, adempivano ai lavori domestici, incluse la filatura, la tessitura, aravano i campi ed eseguivano quei lavori che in tempo di pace sarebbero stati svolti dagli uomini. Questo era il lavoro pesante che la legge enunciava in quei giorni: si temeva che le donne, se solo avessero provato e indugiato su questo facile e piacevole lavoro, avrebbero trascurato i loro doveri. Nei periodi come quelli, quando era necessario essere sempre in guardia dalle invasioni turche, ci sarebbe stata qualche piccola opportunità di occupazione rivolta all’estetica seguendo i cambiamenti della moda nel vestire delle signore: le cravatte o vari fronzoli in merletto, i cappelli guarniti, le crinoline e i falpalà (balza, guarnizione in tessuto, pizzo o altro materiale, ornavano le maniche sia maschili che femminili), tutti questi ornamenti  rimasero sconosciuti agli ungheresi o furono ignorati o ritenuti inadatti ad un popolo occupato in un continuo guerreggiare.

Dopo aver fatto diverse considerazioni storiche, possiamo dire che passati gli anni di tempesta vennero fatti dei notevoli progressi, per esempio nell’arte del ricamo, il quale venne introdotto in Ungheria dalla regina Gisela, che visse agli inizi del XI secolo. Gisela insegnò alle sue damigelle il ricamo, che è conosciuto con il nome di  Magyaroltès” o “Punto ungherese”, ma tutto questo rimaneva circoscritto a piccoli circoli.

Si facevano dei bassi merletti, alcuni a fuselli eseguiti con fili d’oro, questi  bordavano lunghi veli tessuti a mano con fili sottilissimi di lino che veniva coltivato dalle donne. I veli venivano lavorati in “Magyaroltès”, erano in seta di diversi colori, con sfumature brillanti per donzelle e giovani donne, in colori sobri per donne di mezza età e per le più anziane.

Il merletto in Ungheria venne introdotto probabilmente dai Sassoni o da altre genti che furono invitate dagli ungheresi a stabilirsi in varie parti del proprio paese per lavorare nelle miniere. Le mogli li accompagnarono e nelle ore libere lavoravano al loro tombolo e fuselli che avevano portato con sé.

Le donne ungheresi sono sempre state comunque, grandi discepole nell’arte dello sfilato su lino, tessuto da loro stesse a telaio a mano, e l’usanza continua ancora oggi (1911) per ornare la casa e gli abiti.

Nel creare i merletti ad ago le ungheresi sono vere artiste ed esercitano ingegnosità e destrezza nel disegno e nell’esecuzione. Molti di questi merletti sono di eccezionale bellezza. Questo tipo di sfilatura era molto somigliante al filet, che era conosciuto in Ungheria sin dai tempi del re Arpád (primo re d’Ungheria vissuto nel IX secolo ) e viene ancora oggi eseguito nei dintorni di Solt, vicino Budapest.

Negli anni passati l’arciduchessa Isabella e, la contessa Ilona Batthyany e altre nobildonne si sono fatte promotrici nel promuovere la lavorazione del merletto nelle case, ravvedendo in questa industria, un roseo futuro. Queste due dame videro l’affare ancora prima del governo e si prodigarono nel diffondere l’arte del merletto con un costante insegnamento. Possiamo datare questa rinascita nel 1906 e ben presto anche il merletto a fuselli ebbe la sua parte di successo.

Il merletto ad ago in Ungheria divenne famoso con il nome di “Halaser”, grazie al professore Dékáni Árpád, un tempo insegnante in una scuola di provincia, oggi professore alla Scuola d’Arte e Mestieri di Budapest.

 

 

    

 

Merletti di HalasHalaser”, disegnati da Dékáni Árpád, lavorazione ad ago


Dékáni Árpád

 

 

Il professore concepì l’idea di adattare i vecchi disegni ungheresi di merletti, con questo nuovo tipo di lavorazione, creando nuovi disegni basati sugli antichi. Qui si possono ammirare dei bellissimi esemplari di merletti, eseguiti magnificamente su disegni innovativi.

 

Merletto a fuselli disegnato da Orkeni e Szendroi

 

Merletto ad ago disegnato da Gizella Mirkovszky

 

 

 

Merletto ad ago: disegno di Orkeni e Szendroi, realizzazione della scuola reale dei merletti di Budapest

 

Orkeni e Szendroi sono allievi di Dékáni alla Scuola di Arti e Mestieri, mentre la signora Gizella Mirkovszky è insegnante di merletto nella stessa scuola. L’organizzazione di queste scuole è eccellente. Il tirocinio è accurato e metodico: vengono insegnate tutte le tecniche attinenti al merletto, come il ricamo, lo sfilato, il merletto ad ago e a fuselli, la conoscenza di tutti i materiali con i quali gli studenti fanno una scelta oculata per poi applicarli nell’esecuzione. Ogni cosa viene studiata per dare “vita” al lavoro, ma l’intento riesce se ci viene messo anche il sentimento. Gli studenti hanno accesso anche a speciali libri riguardanti la parte commerciale, inclusi i libri contabili.

In molte di queste scuole tecniche, oltre alle materie di programma rivolte al tessile, veniva data una istruzione di carattere commerciale; per lo studente questa ulteriore opportunità valorizzava di più le sue conoscenze nell’ affrontare il mondo del lavoro. Gli insegnanti e i futuri direttori seguivano gratuitamente i corsi di formazione e specializzazione, ai quali potevano accedere pochi studenti, ammessi in numero limitato ogni anno. Percepivano uno stipendio che permetteva a loro una vita  decorosa in una città come Budapest. Una volta terminati i corsi, venivano inviati nei vari centri del merletto al Nord dell’Ungheria, nel Comitato(regione) di Sáros (territorio ungherese confinante con l’Austria, oggi fa parte della Slovacchia), nel Comitato di Goros (dove il merletto a fuselli si faceva già 250 anni or sono), di Nytra (in Moravia) di Zolyom, oppure girovagavano da un posto all’altro affinché trovavano il luogo adatto per fondare una nuova scuola, oppure si inoltravano in luoghi lontani dove sembrava che le merlettaie li stessero aspettando. Le loro imprese, come si può ben immaginare, non sono state sempre così facili. Ogni anno, durante le vacanze, tutti gli insegnanti ricevevano dei corsi di aggiornamento a Budapest, quindi potevano essere a conoscenza delle ultime novità ed inoltre potevano trarre diletto dalla vita culturale di una grande capitale, cosa che difficilmente poteva accadere in provincia. Durante la loro permanenza a Budapest percepivano dallo stato uno speciale stipendio.

Tutti i lavori che venivano eseguiti nelle scuole di provincia, venivano inviati alla scuola centrale di Budapest e pagati alla consegna, senza curarne poi la loro vendita.

 

Cuscino con ricami, il disegno è un adattamento di un motivo folkloristico antico.

 

La tipologia del ricamo ungherese qui riprodotto non è molto attuale, ma lo scopo della scuola è proprio quello di far conoscere le proprie radici. E’ stato eseguito con della seta sottile “soutache” su tessuto di lino, un tempo tessuto a mano, oggi è una stoffa tessuta meccanicamente. Questa è una specialità ungherese di innegabile bellezza.

Naturalmente c’è anche una grande richiesta di merletto a fuselli, che è ricercato in tutto il mondo, mentre per il merletto ad ago, al momento, sfortunatamente non c’è grande domanda.

Il merletto ad ago ungherese per il suo fascino e bellezza è equiparabile a quello di altri paesi, ma la vecchia storia che si racconta dovunque, è quella dell’alto prezzo. Se le dame potessero superare le loro perplessità verso questo merletto, ne gioverebbe la loro eleganza e renderebbero onore alle merlettaie.

 

Monumento all’ingresso del Museo del merletto ad Halas, rappresenta Mária Markovics (1875-1954) e Árpád Dékáni (1861-1931) fondatori del rinnovato merletto ungherese nei primi del ‘900.

 

 

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