Poesie in dialetto veneziano

 

 

 

“ Il  tombolo “

 

 

 

Xe indormensa l'asilo al dopodisnar

 

co luce che vien drento tamisada,

 

co echi sfantai de ridar e zogar

 

al girotondo, a bala  inveleenada,

 

madama Dorè e strigheta cuciolada.

 

 

Ma qualcun  no riposa nel salon

 

soto l'ocio de la Madre Superiora:

 

un cercio de tosete col balon

 

sui zenoci le prega e le lavora

 

fisse ai sugerimenti de la suora.

 

 

Drio el disegno de carta core i dei

 

pontando ogni canton coi popolini

 

indressando coi fili e coi fusei

 

laorieri che imparia a manin,

 

a filigrane, a tremoli a recini.

 

 

Come l'edara intorno de un talpon

 

co ricai de foje e cape fine,

 

un nastro cresse intorno del balon

 

e la penombra nevega de trine .

 

 

Un di, tempo regnuo de farse el nio,

 

le opare del balon, ago e di sial

 

e un cuor neto porta cia da l'asilo

 

sarà par tante come un capital

 

da farle maridar pi ban che mal.

 

 

“ Il tombolo “

 

Si addormenta l'asilo dopo il pranzo

con la luce che viene dentro soffusa,

con echi dissolti di ridere e giocare

al girotondo, a palla avvelenata,

madama Dorè e streghetta accucciata.

 

 Ma qualcuno non riposa nel salone

sotto l'occhio della Madre Superiora:

un cerchio di bambine con il tombolo

sulle ginocchia pregano e lavorano

attente ai suggerimenti della suora.

 

Seguendo il disegno di carta corrono le dita

puntando in ogni angolo con gli spilli,

intrecciando con i fili e i fuselli

lavori che  hanno imparato a mano,

come filigrana ,serpentina, e orecchini.

 

Come l'edera intorno ad un salice

con ricami di foglie e cappe fini,

un nastro cresce intorno al tombolo

e la penombra nevica di trine.

 

Un giorno, verrà il tempo per farsi il nido,

le opere del tombolo, ago e ditale

e un cuore pulito portato via dall'asilo,

sarà per tante come un capitale

da farle sposare bene che male.

 

“ La piccola merlettaia di Pellestrina"

(tratta dal quadro di Edmond di Pury)

 

Curiosa
te vardo,

el pensiero se ferma
el desiderio me invita a sfiorarte,

fresca
come una giossa de rugiada

ti me ridi
e già ti xe poesia.

Come una piuma lesiera
in un corpo ancora da putea,

te par de zogar
mentre el filo dei fusei
el se consuma
tra i to dei
nasse il merletto.

I gropi intrigai de la mia anema
sento che i se desfà
vardandote

Viva… ti se viva
dentro quela tela

"piccola merlettaia di Pellestrina"

                                          (Graziella Naccari)

 

 

 

“ La piccola merlettaia di Pellestrina"

 

 

 

 

Curiosa

ti guardo,

 

il pensiero si ferma

il desiderio mi invita a sfiorarti,

 

fresca

come una goccia di rugiada

 

mi sorridi

e già sei una poesia.

 

Come una piuma leggera

in un corpo ancora da bambina,

 

ti sembra di giocare

mentre il filo dei fuselli

si consuma

tra le tue dita

nasce il merletto.

 

I nodi ingarbugliati della mia anima

sento che si sciolgono

guardandoti.

 

Viva……..sei viva

dentro quella tela

 

“ piccola merlettaia di Pellestrina

 

                                                                    ( Graziella Naccari)

 

"El merletto"

Ciap Ciap

Ciap ciap

le massette fa sto rumore

quando le done lavore a balon

a volte in silensio

a volte ciacolando

pare quasi che le staga siogando.

invece, pian pian vien fuora sto merlo

sottile, fin, a pare quasi una ragnatela

fata col penin.

Dal niente ste artiste te fa dele cose

che vedendo l'inissio

mai ti te speti

e pure, a se qua, sto capolavoro

fato de giri e spileti.

 

Da fie avemo imparà

una forma co cape e cordela

sula riva tutte sentae

qualche volta anca rabiae,

perchè el sacrificio de fare quel lavoreto

no valeva la pena,

se ciapeva solo qualche scheeto.

Xe passai tanti ani

e, seguie da Egide, maestra Pellestrinotta

ma anche un po' Venexiana,

avemo ripreso quel merletto

trovandose una volta la settimana.

La n'ha trasmesso, insieme a tante nossion,

tanto entusiasmo e tanta passion.

 

                                           (Graziella Ghezzo)

 

 

 

“Il merletto”

 

Ciap Ciap

Ciap ciap

i fuselli fanno questo rumore

quando le donne lavorano al tombolo

a volte in silenzio

a volte chiacchierando

sembra quasi che stiano giocando

invece piano piano esce questo merletto

sottile, sembra quasi una ragnatela

fatta con il pennino.

Dal nulla queste artiste fanno certe cose

che vedendo l’inizio

mai ti aspetteresti

eppure, è qui, questo capolavoro

fatto di giri e spilletti.

 

Da ragazze abbiamo imparato

una forma con cappe e passamaneria

sull’argine tutte sedute

qualche volta anche arrabbiate,

perché il sacrificio di fare quel piccolo lavoro

non valeva la pena,

si guadagnava solo qualche soldino.

Sono passati tanti anni

E, seguite da Egide, maestra da Pellestrina

Ma anche un po’ veneziana,

abbiamo ripreso il lavoro

incontrandoci una volta alla settimana.

Lei ci ha trasmesso, insieme a tante nozioni,

tanto entusiasmo e tanta passione.

 

                                           (Graziella Ghezzo)

 

 

 

 

 

 

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