Nativi d’America e Sybil Carter (1842-1908)

 

Fotografia di Sybil Carter e il logo della Sybil Carter Indian Mission and Lace Industry Association (United States); dono di Mrs. William Bayard Cutting in memoria di Mary E. Parsons nel 1943-44- Cooper-Hewitt Museum.

 

Nel 1890 la diaconessa e missionaria Americana Sybil Carter, incoraggiata dal vescovo Henry Whipple e con il pieno consenso del governo americano, iniziò ad insegnare il merletto a fuselli e ad ago agli Anishinaabeg, tribù indigene che vivevano nella Riserva della Terra Bianca nello stato del Minnesota. Si era ispirata ai movimenti europei che in quel momento spingevano un progetto di riforma sociale con il rilancio dei mestieri tradizionali, dando dignità e valore al lavoro femminile. Sybil era stata in Italia ad apprendere l’arte del merletto ad ago e a fuselli e lo insegnò senza incontrare difficoltà, dando una motivazione alle donne indiane. Ispirò fiducia nel loro operato e ben presto giunsero ad apprendere una tecnica perfetta tanto da competere con i merletti europei. Nel 1893 aveva già formato nove insegnanti che attraverso la Chiesa Episcopale, venivano inviate ad insegnare in altre riserve del Minnesota, Dakota e in varie zone degli Stati Uniti. Nel 1904 venne fondata la Sybil Carter Indian Lace Association, organizzata dagli amici di Sybil con sede e negozio in Park Avenue a New York. Le insegnanti che operavano nelle varie missioni, facevano eseguire i lavori prenotati dal negozio, si occupavano della spedizione e della retribuzione alle merlettaie. Sybil era orgogliosa delle sue studentesse e amava precisare ”sono ancora più orgogliosa dell'elevazione morale e della prosperità materiale che il lavoro ha portato a mia sorella (indiana)”. Molti erano i clienti e benefattori facoltosi, come i Vanderbilt, che sponsorizzarono questa impresa. Il New York Time del 22 marzo 1912 riporta questa notizia:” C'è stata una grande partecipazione ieri alla mostra e vendita di merletti della Sybil Carter Indian Mission presso la residenza della signora Vanderbilt, 2 Wrest Fifty-eighth Street, nonostante l'inclemenza del tempo. Questa è la prima volta che la villa Vanderbilt è stata aperta per una vendita di beneficenza, e centinaia sono venuti non solo per vedere e acquistare pizzi, ma per ammirare gli splendidi interni piastrellati della casa e i suoi arredi.” Nel 1924 la Sybil Carter Association aveva introdotto l’arte del merletto in otto riserve indiane che rappresentavano sei tribù: Onondagas, Oneidas, Chippewas, Sioux, Pueblos e le missioni indiane del sud della California.

Quando Sybil morì nel 1908, la Lace Association perse i suoi legami sociali. Con il passare degli anni, le mode cambiarono e il pizzo fatto a mano divenne meno popolare. Tuttavia, la Sybil Carter Indian Lace Association non si sciolse fino al 1926. In alcune aree le organizzazioni di merletti continuarono per anni anche dopo lo scioglimento dell'associazione.

 

 

Bordura eseguita in filato di lino con la tecnica a fuselli dalla Sybil Carter Indian Mission and Lace Industry Association. Acquisita dal Cooper-Hewitt Museum nel 1943 tramite una donazione di Mrs. William Bayard Cutting.

Cooper-Hewitt Museum, New York 

 

Bambina che lavora con i fuselli, Pala Mission, San Diego-California*

 

Salvadora Malensuelo una merlettaia della missione femminile Pala, 1936*

 

 

 

Alcune donne e bambine della Pala Mission, fotografate davanti al campanile*    

 

 

 

Borsetta in lino ricamata a reticello realizzata dai nativi d’America “Oneida”, nella riserva del Wisconsis. La nappina e il bordo di chiusura sono in merletto a fuselli. Questo accessorio si è aggiudicato prestigiosi premi, la medaglia d’oro all’esposizione universale di Parigi nel 1900, all’esposizione  Panamericana di Buffalo nel 1901, a Milano nel 1906 e all'Esposizione australiana, 1908; alla Louisiana Purchase Exposition del 1904, la borsetta vinse il “Gran Premio”, il massimo riconoscimento.

 

I merletti eseguiti dai nativi avevano una loro caratteristica nel disegno. Di base venivano mantenute le volute dei merletti europei, ma i simboli erano proprio un timbro indelebile delle origini indigene: il guerriero con l’arco, la canoa, ”il tebee” la tipica tenda indiana, l’aquila, ecc.  In questa foto del 1900, la merlettaia Janette Croks esibisce il suo capolavoro che è similare almerletto soprastante, ma con inserimenti di soggetti diversi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Paralume in merletto a fuselli eseguito dalla tribù dei Sioux del Minnesota, per la Sybil Carter Indian lace Association New York, eseguito in filato di lino nei primi del 1900. E’ stato donato nel 1943-44 al Cooper-Hewitt Museum, the Smithsonian Institution's National Museum, dalla signora Bayard Cutting in memoria di Mary Parsons. Sybil Carter nel suo rapporto sull’associazione del 1905-1906 scrisse: “Su richiesta dell'American Institute of Social Service attraverso il signor Tolman è stata inviata una serie di merletti per l’Esposizione Internazionale di Liegi in Belgio, uno di questi è stato premiato con una medaglia d'oro dalla Giuria Internazionale, si trattava di un paralume del valore di cento dollari eseguito da una indiana. Il disegno è stato copiato e poi modificato da lei stessa aggiungendo delle figure: una ragazza indiana in canoa, una ragazza che cavalca un pony, un wigwam indiano e altre immagini tipiche.”

Il seguente riferimento alla mostra e alla Sybil Carter Indian Lace Industry è stato estratto dal “New York Sun” del 17 settembre 1905.”

 

 

 

 

Tablet Mat (USA), ca. 1900; fatto da Sybil Carter Indian Mission and Lace Industry Association (United States); lino 15 x 21 cm, dono di Mrs. William Bayard Cutting in memoria di Mary E. Parsons; 1943-44.

Cooper-Hewitt Museum

 

Anche questo centrotavola è eseguito perfettamente, il Cooper-Hewitt Museum ne ha fatto una scansione ad alta definizione dove si possono vedere tutti i particolari. I soggetti richiamano la famiglia, la madre che porta sulle spalle il bambino nel papoose (sorta di marsupio), il  padre con l’arco che difende i suoi congiunti, e al centro la casa il loro nido. Tutte le figure sono unite da una rete di fondo caratteristica dei merletti belgi di  Malines (Mechelene).

 

 

 

 

Sybil Carter mentre insegna alla Mission Birch Coolee

 

 

Ragazze che frequentavano la scuola pubblica, quotidianamente avevano lezione di merletto. In questa imagine le vediamo con Sybil Carter.

 

Cooper-Hewitt Museum

Questa tovaglietta è stata prodotta dalla Sybil Carter Indian Mission and Lace Industry Association, datata 1900 circa ed è stata acquisita dal museo nel 1943. Il filato del merletto e del tessuto è il lino e la tecnica di esecuzione è merletto a fuselli. Questo oggetto è stato donato da Mrs. William Bayard Cutting in memoria di Mary E. Parsons.

L’insieme della tovaglietta è di una finezza unica, l’inserimento nel tessuto, il bordo di finitura e il ricamo a giorno sono perfetti. Non c’è altro da aggiungere, se non ammirare la tenerezza che esprime questo “quadro”, i due guerrieri proteggono l’indiana che da sola sta attraversando il fiume in canoa con una postura ritta e fiera. Da notare che gli uomini hanno l’arco senza frecce come fossero uno scudo verso l’indiana che potrebbe incorrere in un pericolo.

 

 

 

 

 

                      

 

Questo copritavolo è stato prodotto dalla Sybil Carter Indian Mission and Lace Industry Association, datata 1900 circa ed è stata acquisita dal museo nel 1943. Questo oggetto è stato donato da Mrs. William Bayard Cutting in memoria di Mary E. Parsons. Copritavolo in lino con orlo a giorno e sei inserti di pizzo con motivi indiani. Il filato del merletto e del tessuto è il lino e la tecnica di esecuzione è merletto a fuselli.

 

 

 

Cover, fatta dalla Sybil Carter Indian Mission and Lace Industry Association (United States); lino; 58 x 34.2 cm, dono della signora William Bayard Cutting in memoria di Mary E. Parsons; 1943-44.

Le indiane erano avezze anche al ricamo, in questo centrotavola c’è una accurata maestria nell’esecuzione del ricamo e delle nappine.

 

       

 

 

   

Cooper-Hewitt Museum

Questo è un opuscolo, invito, proveniente dalla Sybil Carter Indian Mission and Lace Industry Association, datato 1900 e acquisito nel 1943. Questo oggetto è stato donato da Mrs. William Bayard Cutting in memoria di Mary E. Parsons. Nella prima fotografia si può notare la merlettaia a sinistra che sta lavorando una striscia, probabilmente dal decoro e dimensione potrebbe essere un modulo da comporre per il copriletto della foto sucessiva. La seconda fotografia raffigura cinque merlettaie con la maestra (la terza da sinistra) attorno ad un prezioso copriletto venduto a 600 dollari (circa 15.100,00 euro attuali).

Copriletto in tutta la sua bellezza, un vero capolavoro.

Particolare del copriletto e del bordo di finitura, Cooper-Hewitt Museum

Il testo dell’invito è il seguente:” Siete invitati a una mostra di merletti fatti dalle donne native indiane, presso la dimora della signora Bayard Cutting, martedì 7 marzo alle tre e mezzo del pomeriggio. La collezione è stata esibita all’Esposizione Universale di Parigi nel 1900 e consiste nella riproduzione di vecchi merletti veneziani. Abbiamo pensato che sarebbe interessante per le donne americane vedere questa mostra per conoscere l’esistenza e il lavoro delle scuole di merletto dell’Ovest. La signora Sybil Carter che ha originato questa industria ve ne spiegherà la storia e la sua possibile evoluzione nel futuro. Il comitato per la mostra dei merletti indiani di Parigi del 1900. Signore: Hewitt, Morton, Vanderbilt, Witelau Reid, Amy Lounsend, W. Bayard Cutting.”

Merletto a fuselli del XVIII secolo realizzato in Italia a Punto Milano, Nuove Collezioni dell’Unione Centrale delle Arti Decorative al Museo del Louvre Parigi, padiglione Marsan.

Pala Mission

La scuola di merletti di Pala era la più grande nel suo genere in California, era stata avviata dalla Sybil Carter Indian Lace Association di New York City intorno alla fine del secolo per aiutare a promuovere tra le donne indiane le industrie nazionali del periodo, influenzate dall'epoca Vittoriana.

Come per l'Esposizione Colombiana di Chicago del 1893, gli organizzatori dell'Esposizione Internazionale Panama-Pacifico di San Francisco del 1915 cercavano articoli etnografici rappresentativi di gruppi indiani di tutti gli Stati Uniti, compresi gli indiani di Pala, la cui lavorazione dei merletti era conosciuta tanto quanto la lavorazione dei cesti. Il sovrintendente McCormick scrisse nella risposta che le donne di Pala facevano dei merletti incredibili, aggiungendo che la scuola di merletti di Pala aveva degli ottimi esemplari in lavorazione in quel momento. Nonostante il suo ardore per la produzione di merletti di Pala, apparve ancora più entusiasta per la produzione dei cesti. McCormick era convinto che la produzione di merletti non fosse né pratica né redditizia, osservando in particolare che "è impossibile per gli indiani commercializzare il pizzo in qualsiasi negozio, ed è mia opinione che sarebbe meglio per loro dedicare il tempo a confezionare cesti pronti per la vendita, piuttosto che perdersi nell'industria del merletto ". Ironia della sorte, nonostante la vasta conoscenza di McCormick nell'industria dei cestini e dei suoi produttori a Pala, il governo scelse di portare all’esposizione di San Francisco solo la  mostra di merletti. Il fine merletto realizzato dalle donne di Pala impressionò gli organizzatori dell'Esposizione Internazionale Panama-Pacifico del 1915 di San Francisco, che selezionarono gli oggetti per l’esposizione, intorno al 1900-10, come rappresentativi dell'artigianato dei nativi americani. Sebbene McCormick fosse probabilmente corretto nella sua valutazione pensando che il mercato per il merletto non era così importante come lo era per il vimini, non riconobbe la componente funzionale del mestiere in quel momento storico per le donne indiane. Confinate nelle riserve, oltre ad avere un proprio lavoro, avevano imparato un’arte nuova, creavano merletti anche per i membri della famiglia, in particolare per i battesimi e per i bambini, nonché per la veste del sacerdote e dei chierichetti.°

 

 

Collezione di 36 cestini realizzati dagli indiani della Pala Mission, fotografati dal fotografo americano Charles Pierce, nel 1905. The Huntington Art Collections.

 

Indiana di Pala Mission mentre rifinisce il suo cestino.

 

 

Nell’articolo di un giornale del 1916 l’autore scrisse ciò che vide nella Missione di Pala: ”Una bambina di dieci anni e la nonna sono sedute fianco a fianco tessendo con destrezza le figure intricate, a lavoro finito ognuna riceverà un equo compenso, ma occorrono occhi acuti e dita flessibili per produrre questo pizzo. I modelli sono forniti dall'insegnante del governo, la signora Edla Osterberg. L'ultima volta che sono stato a Pala Mission nella stanza dei merletti, c’erano trentanove merlettaie in tutto di varie età: si partiva dalle bambine dagli “occhi brillanti” di sette anni, fino alle nonne, erano tutte intensamente impegnate nel delicato lavoro. Le più esperte attorcigliavano e roteavano i fuselli con incredibile rapidità e sicurezza e tutti erano attenti al loro lavoro.” L’articolo prosegue mettendo in evidenza il beneficio dell’introduzione di questa attività che portava un salario immediate alla povera gente aiutandola nella lotta per la sopravvivenza.

Merlettaie del Minnesota e alcuni campioni del loro lavoro, tratto da “The Puritan”, Aprile 1899

 

 

 

Sitografia

*https://www.archives.gov/

https://www.archives.gov/

°https://watermark.silverchair.com/

https://www.mnopedia.org/group/sybil-carter-indian-lace-association

 

Bibliografia

“San Diego, the Birthplace of California”, Lillian D. Gregory

"Ancient craft [Basket-making] of Pala Indians Gives Place to More Artistic Handiwork.", 1916

“Rapporto annual 1905- 1906” Sybil Carter

“American lace & lace-makers”,Emily Noyes, Vanderpoel

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