“ Tecnica a fuselli “ 

 

Disegno antico di un arazziere

 

Arazzo in lavorazione

 

La lavorazione degli arazzi ha dato l’idea di creare dei fusi in miniatura per l’intreccio dei fili e realizzare così piccoli lavori. Anche per realizzare galloni e passamanerie si usava una navetta che portava il filo della trama, era già un preludio del fusello.

La tecnica si è poi evoluta, appoggiando il cartone con il disegno sul “cussin” o”balon*”, cioè il tombolo che è un cuscino di stoffa riempito di paglia, crine o segatura. Il cuscino o tombolo viene appoggiato sullo “scagno” che è un supporto di legno.

 

     

Scagno originale di Pellestrina e Graziella Ghezzo, maestra merlettaia (VE)

 

 

La trina si realizza con il filo di lino, cotone seta o qualsiasi altro materiale, avvolto sui piombini o massette, piccoli attrezzi in legno.

L’intreccio viene fermato dagli spilli i quali tendono il filo che funge da trama. Anche questa tecnica si avvale di vari punti: punto intero o tela, mezzo punto, punto grata, punto stuoia, punto tulle, punto treccia, poi ci sono molteplici punto rete e punti di finizione, con o senza pippiolini.

Per la realizzazione del merletto a fuselli ci sono due tecniche: a fili continui e a pezzi separati.

Nella prima tecnica  si inizia da un punto del disegno e si esegue la “bisetta”* con le varie allacciature fino alla fine dell’opera. La seconda consiste nel realizzare vari pezzi iniziando e chiudendo il lavoro per poi iniziarlo da un'altra parte, creando una composizione di elementi che andranno a determinare l’opera. La merlettaia deve essere molto abile nel nascondere le chiusure per presentare un lavoro perfetto. Le allacciature si eseguono con l’ausilio di un uncinetto molto sottile.

 

 

*  Boerio Giuseppe, “Dizionario del dialetto veneziano” 1829

( Cussin da merli detto anche  balòn, Tombolo  delle  trine  o  guanciale  da  far merletti    Lavorar de cussin,  lavorare a  tombolo.  Far trine  o  merletti.

 

^ Franklin Alfred, “Dictionnaire historique des arts, métiers et professions exercés dans Paris depuis le treizième siècle” 1905. Bisettier, l’operaia che fabbrica la bisette. Nel Medioevo si chiamava così, era una stretta rete di fili d'oro o d'argento, che diede la prima idea del pizzo. Bisette, la si vede menzionata nei doni fatti a Bianca di Borbone per il suo matrimonio nel 1352.

Cento anni dopo, la bisette non era altro che un comune pizzo, realizzato in filo di lino bianco. A Parigi se ne produceva molto poco; quasi tutto quello che vi si vendeva era opera di contadine dei dintorni, soprattutto di Saint-Denis, Gisors, Montmorency, ecc.

 

 

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