Vincenza
Stirpe, balia della principessa Mafalda di Savoia, indossa un grembiule con
alto bordo di merletto, anche la camicetta è impreziosita di trine.
La
balia che viveva nelle dimore dei nobili veneziani era un segno di ostentazione,
di benessere e di prestigio, fino agli anni venti indossava una lunga
gonna arricciata in vita con una balza di colore contrastante sul fondo, una camicetta bianca impreziosita da ricami e
sopra un grembiule di tessuti pregiati e spesso trasparenti, orlato di volants e merletti. Gli ornamenti preziosi crescevano con
la crescita del bambino, a volte la balia sfoggiava anche i gioielli della
famiglia che la ospitava. Presso il Museo Etnografico di Belluno c’è una
fotografia che rappresenta le balie bellunesi in piazza S Marco a Venezia: le
tre balie indossano grembiuli candidi con bordi e tramezzi di trina.
Vittorio Emanuele,
principino di Napoli, futuro re d’Italia, con la sua balia Maria Cristiano,
1870
Luchino Visconti con la sua
balia Maria che racconta: “Quando uscivo per andare ai giardini col mio figlio
di latte, ci tenevano che fossi sempre ben vestita, con i grembiuli di pizzo,
gli spilloni e la collana» ((Museo etnografico Cesiomaggiore)
“La nutrice” Filippo Palizzi, 1853
Matilde
Serao nel 1890 scrisse ”Il paese di cuccagna” e descrisse dettagliatamente il
costume della balia di Frattamaggiore: ”La balia di Frattamaggiore, una magnifica e grassa donna, dalle guancie
rosee, dagli occhi grandi ma sporgenti, dalla espressione di beata serenità,
aveva messo il suo vestito di damasco azzurro, guarnito di una larga fascia di
raso giallo e così ricco di pieghe sui fianchi che pareva ondeggiasse, a ogni
passo che ella faceva, largo, duro, come un edificio di stoffa. La balia
portava un fazzoletto di crespo bianco sul petto, sopra cui ricadeva la collana
d’oro, a grossi grani vuoti, a tre fili; un largo grembiale di battista le
copriva il davanti del vestito, e sul grembiale erano incrociate le mani tutte
inanellate. I capelli castani erano tirati strettamente, sulla nuca, da una
grande pettinessa di argento e un grosso fiocco di
raso azzurro ne pendeva. Accanto a lei, donna Candida, la levatrice, una
invitata di obbligo, aveva indossato un vestito di seta rossa, dei grandi
battesimi, e portava, sul petto, per spillo, una larga miniatura dove era
ritrattala buona anima di don Nicodemo, suo marito; nei capelli bigiastri ella
portava una camelia rossa di stoffa. Tanto lei che la nutrice, due personaggi
importantissimi, aspettavano pazientemente, scambiando qualche parola.
Figurino per la divisa
della puericultrice proposto dalla rivista
di moda Harper's
Bazaar del 1885
Luigi XIV con la sua balia,
dame Longuet de la Giraudière, Henri And Charles Beaubrun,
Museo Nazionale del Castello di Versailles e dei Trianons, Parig
Donna sconosciuta detta “La
balia di casa Medici”, 1550-1555
Paris Bordone, Galleria Pitti, Firenze*
Nel 1704-1713 il dipinto è ricordato nella "camera
dell'alcova" a palazzo Pitti. Successivamente,
nel generale riordinamento settecentesco della quadreria del palazzo, la tela fu
trasportata nel quinto salone sulla piazza. La critica ottocentesca identificò
nella donna ritratta una balia di casa Medici; tuttavia l'eleganza
dell'abbigliamento, l'atteggiamento sostenuto della figura rivelano
un'affermata posizione sociale. L'analisi dell'abbigliamento (Davanzo Poli) ha
permesso di datare l'opera del sesto decennio del XVI secolo.
*L’immagine è tratta
da “L’imperiale e reale Galleria Pitti”, 1837