Filet nel mondo
Filet in Svizzera Velo da Battesimo proveniente dalla famiglia Cochard di Vilmergen datato
1596 Tovaglia con tramezzi a filet proveniente da Grisons, inizi del XIX secolo.
Particolare del tramezzo con ghiande e le ghiande
disegnate da Federico Vinciolo nel 1603 “Encaje
de malla”in Spagna Balza
per tovaglia d’altare a filet del XVI secolo eseguita nel convento
delle religiose di Castellfollit del Boix (Cataluña). Museo di arte decorative ed
archeologica di Barcellona.^ Rappresenta la Vergine riparata in una nicchia a
forma di cappella, a destra l’Arcangelo Gabriele con il dito alzato
sembra impartire degli ordini mentre la Vergine ascolta con atteggiamento
sottomesso. Fanno da sfondo una miriadi di angeli e Cherubini. La balza
è stata acquisita nel 1887. Attualmente il filet si pratica ancora a Luanco in Asturia mentre in altre parti della Spagna
sembra vada lentamente a scomparire. Copricapo del XVI secolo appartenuto
all’imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V, conservato nel Museo
Cluny a Parigi. Frammento proveniente dalla Spagna eseguito nel XVIII
secolo, donato da Mrs. James Inglis, Detroit Institute of Arts Museum, U.S.A. Filet in Portogallo Particolare
di una coperta eseguita nel XVI secolo in Portogallo, è formata da
moduli quadrati di rete ricamata e tessuto di lino ricamato con la tecnica
dell’intaglio. Il ricamo sulla rete racconta la storia
dell’opera spagnola “ Celestina” accompagnata da moduli che
rappresentano i 12 mesi dell’anno. Il tutto realizzato con vera
maestria nelle rifiniture, nei bordi e nelle giunzioni.* (descrizione del
South Kensington Museum
nel 1909) Filet in Svezia La Scania, regione più a Sud della Svezia, è
stata una vera fucina nella produzione dei merletti eseguiti in varie
tecniche. I distretti di Bara, Herrestads e Ljunits hanno presentato sul libro “[Old Peasant Handicraft from Malmoehus County” alcuni lavori a filet. Filet svedese proveniente da Bara, da Herrestads e da Ljunits Filet in Germania
La tenda rettangolare è ricamata su
filet con un sottile filo di lino bianco. Tra il campo centrale e il bordo
esterno c’è un motivo di maglie incrociate che ricorda il punto
gigliuccio. Animali nel campo centrale e rami di fiori e frutta in mezzo, il
leone, la capra e l'unicorno sono ripetuti in una disposizione leggermente
diversa su tre file principali, con cani, cervi e lepri che saltano sotto e
sopra di essi. Altezza: 167 cm. Larghezza: ca. 102 centimetri, Museo Civico
di Arti decorative, Lipsia. “Encaje
Jù” in Paraguay Tovaglia con inserti di encaje
Jù ( Artemanos
S.A.) Portato
in questi paesi dagli spagnoli, perse ben presto le sue caratteristiche per
accostarsi allo stile del vicino filet brasiliano. La tecnica venne
notevolmente semplificata, senza però perdere la bellezza del
merletto. Sulla rete realizzata con la consueta tecnica e con l’ausilo di un bastoncino di bambù chiamato kapi’i,
vengono eseguiti i punti chiamati in lingua guarnì: “Vaca
py Pore”(impronta
di mucca), “Mbo´i Piré”.
Esecuzione della rete
Associazione di Artigiani di Carepegua
La rete tesa sul
telaio viene ricamata con motivi a forma di stella, animali, fiori. (Photo
courtesy Asociación
Tuatu e artigiani di Carepegua) In una
pubblicazione paraguaiana degli anni ’50 e ’60 si ricorda la
figura di Antonia Galeano come grande artista del
“ñandutí” ed “Encaje Ju”. Nell’abbigliamento
locale il merletto a filet viene applicato nei costumi folkloristici
tradizionali delle ballerine, chiamato “Typoi”.
Nel 2012 presso il Museo del Barro, la Fondazione Migliorisi
ha organizzato una mostra sul percorso artigianale applicato
all’abbigliamento. Tra gli abiti spiccava come una nuvola spumeggiante,
uno di questi abiti tradizionali completamente ricamato e adorno di merletti. Abito folkloristico delle ballerine paraguaiane, Museo del Barro, Asunción - Paraguay Particolare dell’abito Filet paraguaiano “L’encaje ju” fa parte anche
del mondo della moda: María Sonia Gauto di Asunción, propone capi di lino e cotone
arricchiti di intarsi preziosi, ha sfilato durante la Semana
Internacional de la Moda a Madrid (SIMM), con
l’intento di portare l’artigianato paraguaiano in Spagna e
acquisire una fetta di mercato, specialmente nelle zone turistiche di Malaga,
Ibiza, Canaria, Mallorca. Maria è nota per
vestire con eleganza e stile le signore paraguaiane. Completo di María
Sonia Gauto In Paraguay ci sono
diverse associazioni sparse sul territorio, che si occupano della conservazione
e divulgazione delle varie forme di artigianato. Anche l’encaje Jù fa parte del
patrimonio nazionale da salvare. “L’Instituto Paraguayo de Artesania” IPA (si trova a Luque, ai confini
con l’ Argentina) è una scuola, nata per insegnare e commerciare
i prodotti tipici della tradizione paraguaiana. Tra le varie tecniche di
ricamo si trova anche l’encaje Jù. La rete e il ricamo che formano questa trina
vengono eseguiti con del cotone rustico e trovano applicazione in
asciugamani, tovaglie, camicette. La direttrice dell’istituto è Casilda Ávalos. ASACIVAPA(Asociación de Artesanas de Asunción, Ciudades
Vecinas y Afines del
Paraguay) è una Associazione che si trova ad Asunción( capitale
del Paraguay ai confini con l’Argentina), la sua presidente Refiere Arminda Careaga organizza corsi per trasmettere l’arte del ao po’i, encaje ju, ñandutí,
crochet, tecniche autoctone del Paraguay. Artemanos S.A è
una associazione che si trova ad Asuntiòn.
Si dedica alla promozione e diffusione dell’artigianato paraguaiano
anche tramite Internet, per conquistarsi una fetta di mercato con i loro
prodotti artigianali, ma anche per creare un legame con altri paesi
attraverso le creazioni delle mani esperte del Paraguay. TuaTu (Tu= persona a= allaccia= Tu Persona)
è una associazione con sede a Mallorca in
Spagna e si occupa di divulgare commercializzare i prodotti di persone che si
trovano in difficoltà economiche. In Paraguay hanno contatti con gli
artigiani di Carapeguà. Il “Centro de
Artesanos” che opera all’interno
dell’Instituto Funcional
Albana nel Ciudad del Este (capitale dell’Alto Paranà
ai confini con il Brasile) è costituito da una sessantina di signore
capitanate dalla presidente, Mirna Beatriz Galeano de González. La presidente si prefigge l’obbiettivo
di portare il gruppo verso la ricerca e la perfezione, nel realizzare i
prodotti artigianali e creare un interesse internazionale. Curiosità • Durante
un brindisi dedicato al poeta Paraguaiano, Elvio Romero alcune signore hanno
chiesto agli organizzatori di togliere le tovaglie ricamate con intarsi di encaje yu, per non macchiarle
con il vino. • Batistine Banzet e Amandine Gilaux, studentesse
dell’Università La Sorbona di Parigi (tecnica e disegno del
tessuto), tramite una convenzione tra L’Instituto
Paraguayo de Artesanía
e la Associazione Homme de Mais, de París, che lavora per la divulgazione ed
espressione artigianale, hanno potuto studiare a fondo le tecniche
artigianali paraguaiane, rimanendo per più di un mese in quel paese.
Il risultato è stato un libro o manuale dove le giovani studentesse
hanno proposto disegni di abiti, combinando la moda europea con
l’artigianato paraguaiano. Pantaloni gonne abiti accessori tutti
incrostati di merletti e ricami paraguaiani. La speranza è quella di
realizzare dalla carta al tessuto i modelli e poterne fare un commercio,
ovviamente la confezione verrà assegnata al Paraguay.
• In
Brasile a Mato Grosso, nel 2005, c’è
stata una esposizione dell’artigianato del Paraguay, Gli artigiani di Carpeguà hanno portato i loro merletti e ricami. • A
Buenos Aires, in Argentina, nel 2003, è stata fatta una esposizione di
prodotti del Paraguay, mantelle, abiti, scialli con inserti di encaje jù. • A
Taiwan in occasione del “ Latin Plaza 2004”
sono stati esposti i prodotti artigianali del Paraguay con l’intento di
promuovere la cultura del paese sud americano. “Renda filè”,
in Brasile
Logo dell’Istituto per la protezione del filé alagoano e un quaderno con le spiegazioni per
eseguirlo.
Il filet brasiliano
è un merletto tipicamente alagoano delle
zone di Pontal da Barra e Marechal
Deodoro, dove le merlettaie si tramandano la loro abilità di ricamare la
rete di generazione in generazione da circa 200 anni. La sua caratteristica
è il colore che rispecchia la solarità del popolo brasiliano.
Filet ad Alagoas
Una rendeira sul lago Mundaú ( foto courtesy- Promozione
Turismo Maceiò) A Pontal da Barra, sulle rive del lago Mundaú,
si trova il Nucleo Artesanal di Pontal
da Barra; è il quartiere cittadino in cui è concentrata
l’attività artigianale femminile, che qui si esprime soprattutto
attraverso la lavorazione a filet, ereditata anche in questo caso dal periodo
coloniale. Abili merlettaie creano pizzi meravigliosi in filet, bilro, labirinto e renascença
(tipi di ricami locali). Piccoli negozi distribuiti in tutto il quartiere
vendono tovaglie, camicette, copri costumi e tende. Alcuni di questi prodotti
sono venduti in chioschi della fiera d’artigianato sulla spiaggia di Pajuçara. Sulle
rive del lago vive una signora di 80 anni, di lei si dice che sia nata
facendo il filet e che ai suoi figli non abbia mai fatto mancare il necessario.
Poi c’è una giovane coppia, Maria Ledja
di 16 anni e Paulo Santos di 20, desidererebbero costruirsi una casetta in
legno sulle rive del lago Mundàu e mentre
lui fa il pescatore, lei crea merletti in filet da vendere ai turisti, Maria
dice che poco le importa se la vita è piena di sacrifici, la gente del
luogo vive in serenità e questa è la cosa più
importante. (tratto da un articolo scritto da Milena Andrade
su Odebrecht, agosto 2005)
( foto courtesy Ache Tudo e Regiao) A Marechal Deodoro sulle rive dei laghi Manguaba
e Mundaú le donne appassionate di filet si
sono riunite in una associazione. I loro lavori sono fantasiosi, dai colori
vivaci, propongono la solarità di questo paese attraverso la
produzione di vestiti, tovaglie, scialli, pezzi decorativi come scatole,
portatovaglioli e oggetti per abbellire la casa. I punti fondamentali portano
nomi attinenti al luogo di esecuzione: a spina di pesce, piccolo coleottero,
gelsomino, rosa, occhio di piccione e altri.
Vendita di merletti filet a Lagoa
de Conceicao nell’isola di Santa Caterina in
Brasile Filet in Russia
Libro Russo, scritto da N.A.Tazova
edito nel 1958, all’interno ci sono molte illustrazioni e spiegazioni
per realizzare il filet. Filet in Cile
Filet in Perù
Scialle da testa, reperto archeologico trovato accanto
ad una mummia in una tomba nelle Ande, appartenente al popolo Chancay vissuto tra l’anno 1000-1470. La lavorazione
che forma i quadrati della rete sembra essere un filet come lo conosciamo ai
nostri giorni, potrebbe però essere una annodatura diversa oppure,
considerando che i fili sono due, potrebbe essere un intreccio come la
lavorazione a fuselli. Successivamente la rete è stata ricamata
creando dei disegni diagonali con motivi a greche e teste di gatto. Gli occhi
e la bocca del felino sono evidenziate dal filo doppiato diverse volte.° Filet in America
La rivista americana
Vogue nel 1924 proponeva tra i vari regali natalizi anche una giacca di lana realizzata
a mano con la tecnica del filet, un capo originale che poteva essere richiesto
in tutti i colori. Randa tucumana
Argentina
Arte tessile nella città di El
Cercado nel Tucumán, culla del merletto
Nuovo modo di ricamare
la rete del tutto originale e innovativo, mai visto in altre parti del mondo,
un punto da sembra lo scorrere delle acque del torrente
Ringraziamenti Ringrazio per la
collaborazione, Susanna Carrai dell’Associazione TuaTu
e il giornalista Stefano De Franceschi per aver concesso la pubblicazione delle loro
foto, ringrazio inoltre i siti web: Sitografia https://www.youtube.com/watch?v=638A3XGzvOE
minister nazionale della cultura http://www.rediex.gov.py/index.php http://www.artesania.gov.py/Noticias/2007/noti-41.html http://www.terrediitinerari.it/index.php http://www.achetudoeregiao.com.br/INDEX.HTM http://fundacionmigliorisi.org.py/lafundacion/ Bibliografia ^Catálogo de
la sección de tejidos
bordados y encajes del
Museo de arte decorativo y arqueológico, di Barcellona-1906 *descrizione del South Kensington Museum nel “ Lacis”,
1909, Isabel Simpson °
“World textiles”,
British Museum, 2012 I testi e le foto sono dell’autrice del sito. E’ vietata qualsiasi forma di riproduzione, anche parziale, di
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