A seguire una traduzione tratta da: “Gold and Silver Lace”, Jourdain, M. The Connoisseur, Vol. 17 (1906)

 

In questa traduzione dall’inglese, si è cercato di mantenere le espressioni del testo originale: sfumature di fascino e di storia.

 

Merletto d’oro e d’argento

Prima Parte

 

Molti campioni di merletto d’oro e d’argento sono sopravvissuti e arrivati a noi, nonostante il valore del materiale, al “ parfilage”. Era una paziente tecnica che consisteva nel disfare filo per filo una stoffa, un merletto o un gallone sia d’oro o d’argento e separare i due materiali nel caso fossero intrecciati insieme. Questa usanza di dipanare i fili pregiati fu assai di moda alla fine del XVIII secolo. Questo lavoro è stato descritto con il pennello nel ritratto della signora Ranger, dipinta da L. Toqué nel 1793 e si trova al Museo del Louvre. La signora sta dipanando un bordo di merletto in oro che borda un sacchetto per profumare la biancheria e sta avvolgendo il filo su una spola ornamentale. Alcune di queste spole delicate e intagliate sono tuttora conservate. La signora De Genlis nelle sue memorie scrive che era una consuetudine chiedere di avere le vecchie spalline d’oro, i nodi delle spade, e perfino i galloni in oro dei valletti e poi separare l’oro dalla seta e vendere l’oro.

Arnault e La Harpe accennano (“ Loisirs d’un banni pag. 58”) su tale usanza in Francia, la quale poi terminò con la rivoluzione francese (1789). Le Harpe scriveva:” C’era un tempo la moda di sfilacciare i galloni”. Lady Mary Coke su “ Letterss and Journal” scriveva sulla corte austriaca:” Tutte le dame che non giocano a carte, tolgono l’oro con le dita. Quello che io vedo fare, sembra essere la cosa più comune: riempiono tutte le loro borse e tasche.”

Nei dipinti italiani e fiamminghi del XV secolo già si possono vedere dei leggeri bordi di filo metallico intrecciato.

Dagli inventari degli Sforza- Visconti(1493) per gli atti di spartizione appare una certa quantità di merletti intrecciati con oro e seta colorata.

L’uso dell’oro e argento avvolto sopra un filo di seta o lino per fare i “ gimps”(cordoncini) o il guipure( merletto di filo di refe) è precedente all’uso del solo filato di lino.

 Il Savary dice che il guipure è un tipo di merletto o passamaneria fatto di “ cartisane” intrecciate di seta. Cartisane è una piccola striscia di sottile pergamena o cartapecora, la quale veniva ricoperta di filo si seta, oro e argento. La seta avvolta attorno ad un grosso filo era chiamata Guipure”. I fili metallici erano difficili da annodare e intrecciare insieme e richiedevano una semplicità nei disegni e questo certamente ostacolò la produzione di un merletto minuto ed elaborato : risultato che si poteva ottenere con il filo di lino. Le leggi suntuarie impedivano o limitavano l’uso dei merletti metallici in Italia, Francia ed Inghilterra e in tutti i paesi dove erano in uso, tranne che in Russia( da “ La dentelle Russe” di M.Sophie Davydoff).

 

Merletto metallico ricamato, tardo XVII secolo ( punto di Spagna?)

 

 I primi esemplari avevano le sembianze di una treccia con un semplice disegno di losanga, ma i disegni geometrici intrecciati con fili metallici venivano fatti alla fine del XVI secolo e si possono vedere in alcuni ritratti che si trovano nella Galleria dell’Università di Oxford.

 

Museo dell’Università di Oxford

 

I più importanti merletti in fili metallici venivano fatti a Venezia e a Genova e nel 1542 una legge vietò i merletti più alti di “due dita”. I merletti metallici giunti a noi sono molto pregiati, oltre al valore intrinseco del metallo; per questo i merletti metallici nella “ Rivolta dei passamani” hanno frequentemente sentenziato di essere “ardenti di vita”.

Ad Ashridge, tra le reliquie di Elisabetta I c’è un contenitore fatto di merletto, realizzato con filo d’oro rosso attorcigliato alla seta, c’è una treccia a 4 buchi d’oro e d’argento ricamata con seta colorata( Needlework as an art Lady Marion Alford).

Questo oggetto non si può trasportare né fotografare perché è molto delicato. Poi ci sono degli ampi ed elaborati campioni descritti tra i regali ricevuti da Elisabetta e tra il suo guardaroba: sono generalmente specificati come i merletti “ di Venezia”.

Il metodo veneziano di confezionare il filato metallico era di battere il metallo su di una lastra, poi tagliarlo a strisce con una cesoia e filarlo ( attorcigliarlo) sopra la seta.

Genova aveva una considerevole industria nell’arte del filo metallico agli inizi del XV secolo. Più tardi, nel XVIII secolo si sentì parlare con alta stima del merletto metallico genovese, sebbene i genovesi avessero emanato leggi restrittive che vietavano di produrre il filato dentro le mura della loro città; comunque venivano realizzati dei grandi merletti con il fondo a rete.

 

merletto in filo d’oro con applicazioni ricamate, XVIII secolo

particolare

 

Alcuni merletti cretesi hanno dei disegni ricamati con un profilo marcato in oro.

Nell’Albert e Victoria Museum si trova un polsino o un ritaglio di una manica del XVI secolo consistente in un pezzo oblungo di merletto a fuselli in seta blù e filo d’oro, poi c’è un altro pezzo della stessa collezione del XVIII secolo: è un bordo di merletto a fuselli di seta di un rosso pallido con dei fiori in oro e tutto il merletto è contornato d’oro.

Durante il XVII secolo si producevano in Spagna degli ornamenti intrecciati in fili d’oro.

Quando la signora Morrison prestò ad una mostra a Nottingham nel 1878, la sua collezione di vecchi merletti e ricami, si poté vedere un merletto in oro e argento che apparteneva al guardaroba di un cardinale spagnolo.

Verso la fine del fine del XVII secolo il “ Punto di Spagna”era un termine che significava , merletto con filo metallico, qualche volta anche ricamato con seta colorata. Venne portato molto nel periodo del regno di Luigi XIV e fu all’altezza della sua popolarità.

Il giornale francese “ Le Mercure Galant” agli inizi del 1700 riporta” Sulle gonne si mette del merletto ricamato con i colori del punto di Spagna”.

La manifattura del merletto metallico, fu introdotta in Francia nel 1596 da Simon Chatelain, un ugonotto, che collezionò grandi fortune in Francia e fu protetto da Colbert.

Agli inizi del XVII secolo, in Spagna ne venne proibita la lavorazione, si pensa che questa industria non fosse molto diffusa a quel tempo. In seguito verso il XVIII secolo, tale lavorazione venne incoraggiata.

I merletti metallici venivano fatti a Barcellona§, Talavera de la Reyna, Valencia e Siviglia. Nel 1808 la manifattura a Siviglia era fiorente, l’oro non era bello, aveva una sfumatura sul rossiccio.

Eugene Larruga (politico ed economista) nel suo “ Memories*”(1788) cita che all’epoca a Madrid, c’era una manifattura di merletto e una di filo metallico.

Il merletto a tombolo spagnolo in filo bianco, bello quanto il merletto metallico, è un largo tessuto fatto di tre” cordoncini”: il centrale è un filo comune intrecciato con gli altri fili bellissimi da formare una rete.

Nel “Musée du Cinquantenaire” a Bruxelles c’è un merletto (di Spagna o ltalia?) probabilmente inizi del XVIII secolo. Si tratta di una cravatta o stola fatta a fuselli con un bordo dritto, dal disegno sembra un Mechlin. La trama è molto fitta come quelli di lino, un cordonetto d’oro evidenzia i contorni del disegno. Il merletto è reso più luminoso dall’introduzione di qualche tocco in seta colorata: blù rosa e verde.

 

Germania, Olanda

 

La manifattura del filato in oro e argento si sviluppò dal XV al XVIII secolo nel Sud della  Germania, specialmente a Norimberga e le città nei dintorni. Così anche in Olanda.

A.S. Cole scrive : ” E’ probabile che in questi posti si facessero bordure, frange con scarso disegno artistico e vi venissero dati i nomi di punti d’oro e d’argento di Venezia, di Lyons, di Aurillac, Parigi e Punto di Spagna.”

Dopo la revoca dell’editto di Nantes (1685) una grande manifattura di merletto metallico si insediò ad Amburgo in Germania, ed in Olanda dagli ugonotti francesi che emigrarono dalla Francia.

Nel Museo “ Steen” di Antwerp ci sono alcuni pezzi di merletto in oro probabilmente di manifattura olandese. Lo sfondo è una comune rete a quadratini con qua e là il “ Genovese” (punto spirito). Qua e là anche striscioline di sottile nastro d’oro.

 

giubbetto

Corpetto in seta con merletti in filo metallico 1580 circa( provenienza-Jerkin penisola iberica) Metropolitan Museum of art

I merletti realizzati a fuselli sono in oro e in argento

 

 

Merletto d’oro e d’argento

Seconda parte

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Isabella II di Borbone”, 1850,  L’abito è guarnito di ricchi merletti in leggero filo d’oro

 

Francia

I tre centri francesi dove si realizzava il merletto con fili metallici erano: Lyon, Cluny e Aurillac. Il Savarys crive: ” I merletti d’oro e d’argento si fabbricano in tutta Parigi, a Lyon e in qualche villaggio nei dintorni di queste due città.

I libri: Livre Nouveau de Patrons e Fleurs des Patrons (il primo non porta la data, il secondo è datato 1549) ci mostrano molti schizzi e disegni per eseguire merletti “ in filo d’oro, d’argento, di seta e altro”.

Lyon faceva i merletti metallici similari a quelli di Parigi e a testimonianza Joseph Seguin, nel suo libro “ La Dentelle ”, scrive: “ l’oro fatto a Norimberga, si lavorava più particolarmente a Lyon”. Verso il XVII secolo le sue manifatture erano le più grandi in tutto il regno unito ed avevano grande scambio commerciale con la Spagna e Il Portogallo. Dopo la revoca dell’editto di Nantes, questa manifattura, che era interamente in mano agli Ugonotti, fu trasferita a Genova.

Merletto metallico, tardo XVIII secolo, manifattura francese

 

 

Il merletto di Parigi in oro e argento era superiore per qualità e disegno, dell’oro stesso.

 Nel XVII secolo il “Punto di Spagna”(così si chiamava il merletto metallico)  era una grande prodotto commerciale in Francia, fino alla revoca di Nantes introdotta da un ugonotto, Simon Chatelain,   morto nel 1675 dopo aver ammassato grandi fortune con questo commercio.  In un inventario§ (1732) è stato trovato tra gli effetti del duca di Phentièvre questo appunto: “ Punto di Spagna d’oro con fondo a rete”.

Nel Museo di le Puy si trovano alcuni campioni di merletto attribuiti ad Aurillac, non sono di filo metallico, ma di strisce metalliche attorcigliate sulla seta e fanno parte della collezione di Theodore Falcon. Lei dice testualmente così: “ tra i merletti più belli ed antichi che fanno parte della mia collezione,  io segnalerei soprattutto quelli in oro e argento dal disegno rinascimentale che si trovano a Le Puy”. I Punti di Aurillac erano molto stimati nel XVII secolo e la maggior parte di questi venivano inviati in Spagna. Verso la fine del secolo non riscossero  più grande successo ritenendoli “ dominio del volgare”.

Durante il XIX secolo, a Caen e Bayeux si ripropose il filo metallico inserito nei merletti di seta, ma anche questa novità ebbe una vita breve.*

 

Al tempo di Luigi XIV, i merletti d’oro avevano uno speciale commercio, i negozi si trovavano in rue des Bourdonnais e rue Saint Honoré, nella Piazza dei Gatti. La loro rilevante importanza si può notare nelle leggi suntuarie durante il XVII secolo e nella ” Rivolta dei Passamani “. Verso la fine del XVIII secolo il merletto venne realizzato anche con filati contrastanti, alcuni pregiati altri più comuni; qualche volta si inseriva un cordonetto di ciniglia di seta colorata. Alcuni esemplari conservati bene, di questo tipo di merletto, si trovano nel Museo di Cluny.

Durante il regno di Luigi XV i merletti metallici erano molto diffusi, ma il disegno era molto ampio e,  secondo il Seguin, la rete di sfondo era molto comune. Nel Museo Victoria e Albert, si possono vedere alcuni dipinti risalenti alla fine XVII inizi XVIII secolo, che rappresentano dame con abiti ornati di merletti d’oro e d’argento. Questi merletti sono di due tipi: uno è un piccolo bordo con motivi a ventaglietti dove è stata intrecciata una coppia di fili. L’altro ha un disegno evidenziato da due grosse linee fatte da un cordoncino d’oro o d’argento che passano attraverso le maglie della rete di fondo, ora chiuse qua e là, ora intrecciate insieme.# Un’ interessante collezione di merletti d’oro, molti dei quali sono francesi, è stata vista al Cinquantenaire Museo a Bruxelles. C’è un merletto di filo d’argento con una rete di fondo a maglie quadrate con motivi ricamati in filo di seta colorata, ci sono rappresentati: frutti, fiori e una chiesa.La collezione comprende anche un merletto francese di lino con inserimenti di fili d’oro.

La collezione di merletti metallici che si trova all’Albert e Victoria Museum è sia francese che olandese, risale ai primi del XVIII secolo e proviene dalla chiesa di St. Mary a Dantzing. I disegni più elaborati di questi merletti sono certamente francesi, anche quelli di lavorazione olandese, ricordando le grandi emigrazioni francesi verso il nord, per problemi di religione.

 

Sicilia e Russia

La Sicilia è celebre per i suoi primi merletti metallici e riguardo alla Svizzera, Anderson scrive: “ Zurigo produce molti merletti in filo d’oro e d’argento”.

I più antichi merletti metallici russi, secondo M.me  Davydoff, hanno motivi a losanghe sopra una rete di fondo. La parola russa “kroujevo” che significa guarnire, venne usata per indicare i merletti metallici. In un libro moscovita° si trova la definizione che si dava un tempo a questa parola: “Il merletto Kroujevo è una guarnizione d’oro o d’argento che si trova negli abiti dei sovrani, largo stretto, grande o piccolo, con un bordo o frange”. Solo nel XVIII secolo, quando la moda di questi merletti iniziò a decadere, la parola Kroujevo iniziò ad essere usata come uno speciale termine per indicare il merletto a fuselli. A Sanpietroburgo sotto il regno di Caterina II, c’era un centro di lavorazione per il merletto metallico con 12 merlettaie, che non riuscivano ad evadere tutte le ordinazioni.

 

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Il bordo del mantello azzurro è ornato di merletto metallico tipo torchon, Museo Etnografico di Teodone, Bolzano

 

 

Inghilterra

 

Il filo d’oro venne fatto in Inghilterra molti e molti anni fa.

Si cita^ che nel 1238  un mandato del re comandò al sindaco e al consigliere più anziano di Londra, di verificare la qualità del filo d’oro. In questo secolo le signore inglesi usavano farsi da se il filo d’oro per poi ricamare, usavano lunghe e strette striscie di lamina d’oro che poi intrecciavano attorno ad un filo di seta o lino.

Merletti d’oro e d’argento erano diffusamente portati nel periodo della regina Elisabetta I , quelli più pregiati e costosi venivano indicati come di “ Venezia”. Dalle leggi suntuarie della regina Elisabetta si legge che, nessuno sotto il grado della nuora (con qualche eccezione) del più anziano barone poteva indossare merletti d’oro o d’argento.

All’epoca veniva acquistato per il suo peso (quindi per il suo valore); qualche volta veniva mescolato con la seta, impreziosito con aggiunta di perle e lustrini. Lo testimonia un diario di festeggiamenti di corte, datato 1573, il quale cita: ”sul merletto d’argento delle mascherine che le dame hanno sul viso ci sono delle perle”.

Nel Museo Albert e Victoria ci sono delle cuffie di lino ricamate e bordate di merletto in filo d’oro, arricchito di lustrini in oro.

 Sotto il regno di Giacomo I, tra le ragioni che mandarono in rovina la contea di Northampton si disse che fosse il grande dissipamento di denaro per possedere merletti in oro e argento e dorature per pugnali, carrozze e tutto ciò che poteva essere superfluo, ma che si usava per vanità.

Il merletto d’oro era considerato il migliore investimento rispetto al ricamo, perché il merletto poteva essere rimosso e usato in altri vestiti. Sempre sotto lo stesso regno è stato annotato in una lettera (15 Aprile 1693),” un piccolo ed un trasparente merletto”: in entrambi c’è un disegno con “scacchi” a forma di diamante, con un taglio al centro.

E’ ritenuto come il migliore merletto.

Nello stesso periodo quando il monopolio del filo d’oro fu concesso a Gorge Villiers, duca di Bukingham, il filo fu scandalosamente adulterato con il rame e corrodeva le mani degli artigiani e anche la carne di chi lo indossava. Questo articolo adulterato veniva venduto ad un prezzo esorbitante e se qualcuno avesse cercato di fabbricare lo stesso prodotto a minor prezzo, sarebbe stato imprigionato, perché il monopolio con una speciale licenza proteggeva Viliers.

Alla fine la Camera dei Comuni intervenne ed il monopolio fu abolito.

Ricami e merletti in oro vennero portati da uomini e donne e vennero tratti grandi profitti dopo l’abolizione del monopolio. James I nel 1606 diede una licenza al duca di Suffolk per importare merletti d’oro e d’argento e nel 1611 noi troviamo un’altra concessione sempre al duca di Suffolk.

 

 

 

merletto metallico

 

merletto metallico XVIII secolo, Russia

 

 

Nel 1614 i mercanti, Richard Dike e Matthias Fowle, ottennero una patente( la patente era una speciale licenza (datata Gennaio 1616) per realizzare filo in oro e argento dopo la maniera di Venezia, la quale era descritta così nel Calendar of State Papers, 1614 : ” usciva dalla fucina, poi battuta e ribattuta, lisciata con il martello,  poi tagliata con le cesoie e avvolta nella seta”.

Con questo metodo fallirono, nell’intento di raggiungere la perfezione, quindi ottennero un’altra licenza con una aggiunta del “ Trafilare il filo d’oro e d’argento, zigrinandolo dopo la maniera d’Inghilterra e di Francia”( MSS. of Duke di Buccleuch and Queensberry).

Questa comunque non era una nuova invenzione in Inghilterra. Gli inglesi tentarono di produrre filo d’oro e d’argento per molto tempo con successo..

Nel 1619 venne concesso dal re a 2 persone, di importare fili metallici di pregio dall’estero perché non si riusciva a produrre un filo con un bel colore.

Nel 1622 venne fatta una petizione da 2 uomini olandesi di Dort, notando che le manifatture di filo metallico in Inghilterra erano “ un grande spreco di lingotti ”( dai documenti di stato ). L’osservazione degli olandesi avrebbe portato a loro dei vantaggi nell’esportazione di molti articoli dentro l’Inghilterra. Dopo un periodo di tre anni, la petizione venne accolta.

Nel 1624 James I ripristinò la proibizione per le manifatture di “ Punti in oro” per non consumare monete e oro nel regno.

Il merletto d’oro fu trasportato in notevole quantità in India dall’Inghilterra sotto il regno di James I.

In seguito, sotto Carlo I ( dai documenti di stato di Carlo I) le manifatture di merletto metallico vennero perfezionate, tanto che gli ufficiali delle dogane, nel 1629, affermarono la loro opinione cioè che i dazi sul filo d’oro e d’argento avrebbero dovuti essere aboliti.

In precedenza c’era stato un caso, nel 1627, quando Barbara Villiers ottenne una dilazione di 31 anni sul pagamento di 457 sterline di dazio sul merletto metallico. Nel 1629, in seguito ad alcune petizioni, il debito venne estinto con la nuova legge.

 

A tal proposito si cita: “ Per l’invenzione di Venezia del merletto d’oro e  d’argento all’interno di tutto il Regno Unito, venuto con quella perfezione che se fosse fatto qui sarebbe molto più economico……………………………………………………………………..

In “ Life of Milton”, si racconta che una delle figlie del poeta Jhon Milton  (1608-1674 ), Anne, era molto presa dal lavorare il merletto in oro e argento: “ Anne Milton era zoppa e debole, ma può vivere da sola arrangiarsi da sé, anche dopo la morte del padre poteva procurarsi il pane da sola.”

Un atto del 1635, comunque, proibì l’uso di “punti in oro e argento”, eccetto i manufatti stranieri, venne specialmente proibito fondere le monete del reame per non rischiare di far cadere il valore della moneta.

 

 

 

 

A quel tempo dall’Olanda venne introdotta una frode: attorno al 1637 si inventò la trafilatura di filo d’argento con una anima di rame. Venne usata a Dort, introdotta in Inghilterra e riprodotta a Stepney e Old Ford. L’inganno fu comunque scoperto e il re e il consiglio della Corona sequestrarono molte di queste manifatture.

Nel regno di Carlo I i lavoratori di filo d’oro, di fili, di merletti, e lustrini della città di Londra presentarono una petizione: “ avendo sentito una notizia che il Parlamento intende passare un atto contro l’esaurirsi delle loro manifatture sperano che la riforma non intenda distruggere la loro arte, che manderebbe in rovina centinaia di lavoratori.”

 

Stola in merletto metallico

 

Nel 1664, i produttori di filo metallico, i filatori, le merlettaie, “essendo molte centinaia di numero” reclamarono in una petizione sulla scadente qualità del filato d’oro e d’argento.

Come conseguenza dell’eccesso della moda, l’ingresso del merletto metallico straniero fu proibito dalla regina Anna nel 1771, con una pena forfettaria di 5 sterline.

In “Manners and customs” di Malcom si parla di un panciotto lavorato a maglia di seta verde, sopra ci sono dei fiori sparsi in oro e argento, e attorno ci sono 14 yarde di merletto.

Alla fine del regno di Giorgio II c’era un  mercato che incoraggiava le native industrie e nel 1749 venne dato l’assenso tramite un atto che ostacolò l’importazione di abbigliamento in oro o argento e merletti in filo, da qualsiasi paese straniero.

Di conseguenza, il merletto metallico venne usato meno in tutti i regni e si restrinse nel campo militare, il merletto metallico iniziò ad essere sostituito dal merletto di filo, in tutta Europa.

 

 

Nel 1999 è uscito un volume “ Oro filato. Il romanzo dei fili metallici preziosi dalle origini ad oggi”L'occasione celebrativa del volume è data dal cinquantesimo anniversario della nascita del Lurex, il filato metallico nato negli Stati Uniti che al giorno d'oggi sostituisce nell'industria tessile i filati d'oro e d'argento di un tempo. A.Geromel Pauletti nella prima parte ripercorre la storia del tessuto dalle origini, individuando in che epoche, e con che tipi di filati auroserici venivano intessute le stoffe, tracciando in tal modo anche una breve storia del mestiere del battiloro e di tutti gli artigiani che ruotavano attorno a questa importantissima attività artigianale, una delle più fiorenti del Rinascimento italiano. E' affidato poi a P.Peri il compito di analizzare l'importanza che rivestono i tessuti laminati nell'abbigliamento dal XIX secolo ai giorni nostri. Belle immagini a colori di particolari di tessuti fortemente ingranditi accompagnano il testo.( Treviso, s.d. ma 1999, pp.47, ill. col, note bibliografiche, bibliografia)

 

A.S.Mgr. le Duc de Penthièvre.Arch Nat. K.K.390 -I. 

*La Dentelle, Seguin

# Catalogne of lace ecc., in the South Kensington Museum, A. S. Cole

°Les grandes sorties des Tsars, Stroieff ( Mosca, 18449

^Close Roll.22Henry III.,m.6

Larruga Eugenio. Memorias políticas y económicas sobre los frutos, comercio, fábricas y minas de España. 45 vol. Madrid, 1787-1800.

§Garderobe de S. §

Oggi, si possono vedere alcuni merletti metallici spagnoli presso:

·        Museo tessile di Barcellona (http://www.museutextil.bcn.es/musem/frmuseu02.htm)

·        Museo de Las Ferias a Medina del campo Valladolid (http://www.delsolmedina.com/EncajesyTextiles.htm)

·        Fototeca Università di Siviglia (http://www.fototeca.us.es/lista.jsp?buscando=true&seccion=29&campo=seccion)

 

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